Depilando Pilar di Andrea G. Pinketts

Donna barbuta, sempre piaciuta?
Beh, parliamone.
Lazzaro Santandrea non è un investigatore eppure si trova sempre, suo malgrado, a rincorrere eventi (o sono gli eventi a rincorrere lui?) che lo costringeranno a incrociare la propria esistenza con quella di altre persone (o personaggi?) che gli renderanno la vita difficile e deliziosa.
Una donna ricercata per omicidio, una donna che nega e afferma l’omicidio, una donna che non poteva far altro che entrare nella vita del prode Lazzaro…
Quindi entreranno in scena Duilio Pogliaghi, vale a dire Pogo il Dritto, immancabile compare di Pink… ehm, Lazzaro.
E poi De Sade, i giornalisti Alice Marradi e Montoya, Gilles Regard…
Insomma, una reunion in perfetta regola per una storia che fa acqua da troppe parti, rischiando di far annegare i protagonisti di questa vicenda.
E Pilar? Arriverà o sarà soltanto il geniale parto di una mente folle? Tra l’altro, quella di Pinketts o quella di Lazzaro?
Ma sì, tranquilli, prima o poi arriverà. Esattamente quando meno ve l’aspetterete…
Andrea G. Pinketts ci offre da bere con una parola e in men che non si dica ci ritroviamo ubriachi senza nemmeno rendercene conto.
Ed è questo il bello, questo è il motivo per il quale amiamo perderci tra i suoi giri di parole, perché lui ha il senso della frase, e la mia stima nei suoi confronti cresce ogni volta che lui stesso lo afferma.
“Depilando Pilar” (Mondadori, 2012) è un’altra gemma da annoverare nella vostra collezione, non aggiungo altro.