Capitalesimo
- Autore: Paolo Gila
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2013
Il ritorno del Feudalesimo nell’economia mondiale
A un ciclo di seminari a cui ho avuto la fortuna e il piacere di partecipare uno dei relatori, il Prof. Paolo Ricci dell’Università del Sannio, ha tirato fuori dalla borsa questo testo.
Pubblicato da Bollati Boringhieri nel 2013, “Capitalesimo” di Paolo Gila, giornalista economico-finanziario presso la Rai di Milano, ideatore dell’indice Ifiit, è un libro che mi sento di consigliare vivamente a tutti coloro i quali abbiano voglia di approfondire il tema della crisi del Capitalismo.
La tesi, che dà il titolo al lavoro, è che il Capitalismo in crisi si sta modificando e sta assumendo i caratteri del Feudalesimo, vale a dire di un sistema di potere e controllo globale cui partecipano in modo piramidale una serie di feudatari, vassalli, valvassori, individuati nei soggetti finanziari che detengono il potere e che decidono della vita di una massa sterminata di persone che, piegate dalle crisi economiche, diventano sempre più povere.
Una volta fermato il concetto di Capitalesimo, Gila ci introduce nel mondo quale oggi è, un mondo in cui l’economia reale, quella monetaria, viene mangiata dall’economia finanziaria, un mondo in cui la finanza ha creato valori virtuali e in cui per poter mantenere un livello di efficienza del sistema economico non più in espansione, non più espandibile, si è messo in moto un sistema che punta a livellare verso il basso gli standard di vita della popolazione mondiale. In questo senso Gila passa in rassegna alcuni casi che oramai possiamo definire di scuola, il sistema Walmart, IKEA, il boom del low-cost, il sistema delle ONG, le bio-tecnologie: tutto per tutti a una qualità peggiore di quella garantita prima. Una sorta di livellamento generalizzato verso il basso, a livello mondiale, che colpisce principalmente la classe media, quella che nell’ottica del capitalismo vecchio stampo era il motore pulsante dell’economia e che oggi viene invece ricacciata verso il basso, messa in competizione con le masse popolari di paesi in via di sviluppo che premono per raggiungere il nostro standard di vita, standard che diventa sempre più basso proprio per poter consentire a tutti di raggiungerlo: tutto per tutti a un prezzo sempre più basso e competitivo, dove pochi lucrano e molti ci rimettono. Questo è il circolo vizioso che la crisi del 2008 ha messo sotto gli occhi di tutti. Era già stato annunciato dalla crisi finanziaria del 1998, ma nessuno ne ha voluto o potuto cogliere l’importanza e i suoi effetti a livello mondiale.
Un libro veramente interessante che affrontando casi che oramai possiamo definire “di cronaca” aiuta il lettore a ricollegare eventi e dati e a farsi un’idea di quello che è accaduto nel corso degli ultimi anni. Stupisce che in un lavoro di questo tenore vi siano una sfilza di refusi, alcuni dei quali, con una più attenta lettura, non avrebbero trovato spazio.
Capitalesimo. Il ritorno del Feudalesimo nell'economia mondiale
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