

Il talento letterario di Barbara Pym è un dato di fatto. Come universalmente condivisa è la definizione della scrittrice britannica riportata dalla Fondazione a suo nome (la Barbara Pym Society):
coraggiosa, gentile, intelligente, divertente in maniera brillante e oggetto di infinite riletture.
Mentre in Italia Astoria ha appena pubblicato Se una dolce colomba (traduzione di Maria Grazia Bellone, 2025), arriva dall’Inghilterra una notizia inattesa e illustrata dal quotidiano “The Guardian” in un articolo dettagliato: l’autrice potrebbe aver preso parte ad attività investigative, collaborando con l’MI5, l’ente per la sicurezza e il controspionaggio del Regno Unito.
L’insospettabile collaborazione di Barbara Pym
Ci sono dei precedenti illustri, ovviamente. Graham Greene, ad esempio, non fa mistero del suo impiego presso l’intelligence. Ma qui parliamo di una donna e di un’insospettabile.
Si tratta ovviamente solo di supposizioni, ma che, se verificate, getterebbero nuova luce sul lavoro di Barbara Pym, solitamente relegata nel genere della narrativa femminile, e sui suoi personaggi che con garbata ironia mettono in dubbio le regole sociali del loro tempo. Così in Qualcuno da amare (Baldini e Castoldi, 2015) le sorelle Belinda e Harriet sono sempre a un passo dall’agognato matrimonio e sempre pronte a sacrificare i pretendenti sull’altare di una libertà personale fatta di piccole cose, ma conquistata e mantenuta a costo di duri sforzi. Vicende raccontate in una narrazione senza sconti per il mondo maschile in generale, ed ecclesiale in particolare. Il tutto condito da un’attenzione per i dettagli e una singolare capacità di analisi psicologica. Qualcosa che probabilmente è un riflesso della vita di chi scrive.
I sospetti e gli indizi, fra biografia e opere
Secondo Claire Smith, ricercatrice a lungo in forze presso l’Ufficio degli Esteri del Commonwealth, la scrittrice avrebbe prestato servizio durante la Seconda Guerra mondiale. Il suo lavoro The research, British Naval Censorship in World War II: a neglected intelligence function è pubblicato con il supporto della “Barbara Pym Society” ed elenca quelle che la studiosa definisce stranezze.
Indizi che sembrano emergere dalle opere oltre che dalla vita. Prima della fama letteraria, Barbara cerca lavoro nell’editoria. Trova impiego come esaminatore postale nella Wren (Women’s Royal Naval Service). In sintesi controlla la corrispondenza in entrata e in uscita dal paese alla ricerca di anomalie, messaggi criptati nascosti in lettere apparentemente normali. L’occhio allenato della scrittrice, scrive Smith, come la sua abilità linguistica sarebbero determinanti nello scovare costruzioni anomale nelle frasi delle lettere. E fanno di lei il candidato ideale. Ma è inverosimile che il suo ruolo si limiti a un semplice lavoro di censura: è laureata ad Oxford, conosce il tedesco ed è stata a lungo in Germania.
Nei suoi diari conservati nella Biblioteca Bodleiana dell’Università di Oxford, ammette di aver seguito corsi per imparare l’utilizzo di codici durante l’apprendistato e l’iscrizione all’MI5. Un altro indizio. Come la lettera dove sul retro della busta scrive di suo pugno l’indirizzo Box 500, la casella postale utilizzata per la corrispondenza dell’intelligence durante il secondo conflitto mondiale. E infine c’è la postilla dell’esecutore letterario, dopo la sua scomparsa, che precisa di essere addolorato nel dichiarare il mancato successo della spy comedy dal titolo So Very Secret, dovuto al fatto che Pym non conosceva alcuna spia. Una precisazione alquanto strana secondo Smith.
Le rivelazioni cadono in concomitanza con il recente omaggio tributato alla scrittrice dall’English Heritage: al 108 di Cambridge Street, nel quartiere di Pimlico, a Londra, una targa blu è stata installata sulla facciata della sua casa. Ricorda il tributo letterario di una donna e di una scrittrice coraggiosa e gentile. Una donna come tante. O forse no. Come si dice, le apparenze ingannano.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Barbara Pym e l’MI5: i sospetti della doppia vita della scrittrice al servizio dell’intelligence
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