All’ombra del salice di Mario Barale

Con il libro di Mario Barale, All’ombra del salice (Yume, 2018), si affaccia sulla scena letteraria una nuova figura di commissario di polizia. Costui corrisponde al nome di Giovanni (Nanni) Baretti. È un commissario in pensione, piemontese, molto testardo, amante della buona cucina e del mangiare in genere, un po’ razzista, non molto alto e con un leggero velo di pinguedine, assapora il gusto di vivere in tranquillità, con alle spalle un passato in cui era il "braccio corto della legge" (come lo avevano scherzosamente soprannominato i suoi colleghi per via della sua statura ridotta), c’erano poche zone d’ombra o macchie oscure, tutte riconducibili a fatti di poco conto mai sfociati in grossi danni o tragedie, e un solo grande fallimento”.
Fallimento che ritorna dopo quarant’anni a sconvolgergli la vita. Infatti, durante un forte nubifragio, crolla il muro che circonda la villa del dottor Cesare Sartori in Frazione Tetti Grigi, portando alla luce ciò che resta di quattro cadaveri.

Dopo le dovute indagini si scopre che i resti appartengono a quattro ragazze scomparse nel periodo tra il1971 e il 1974. Il colpevole di allora era stato individuato in Petrini, un giovane del luogo, anacoreta, abile pittore, che conduceva una vita solitaria e con poche pretese. Morto in manicomio, si deduce che quello era stato ingiustamente accusato. Ma chi era allora l’assassino? E chi è quell’uomo che oggi pare replicare il modus operandi di allora? Chi è così abile da commettere atroci delitti muovendosi nell’ombra?
Nanni Baretti in compagnia del nuovo commissario Caruso, belloccio e un “po’ napuli”, cerca di lottare contro il tempo e risolvere una matassa intricata.

All’ombra del salice è scritto con una prosa lieve e coinvolgente, ricca di precise descrizioni ambientali e di fitti dialoghi, il libro si rivela essere un giallo ben congegnato. Protagonista un commissario che nelle fattezze umane ricorda lo scrittore Bruno Gambarotta e nell’investigazione il celebre commissario Maigret, il personaggio è anche uomo d’altri tempi, espressione netta e definita di quella realtà torinese, che vede un netto contrasto tra torinesi e meridionali, speciali emigranti del passato. Un testo che intriga, che conduce il lettore verso un finale del tutto inaspettato, con ironia e fascino indiscusso.
All’ombra del salice è, dunque, un libro costituito da una trama dal taglio classico e un po’ retrò, che non può che rivelarsi, al termine, una lettura intensa ed avvolgente. Ne completano il testo, le illustrazioni frutto dell’abile ed esperta mano dell’autore stesso.