Dallo scorso venerdì 6 settembre Alessandro Giuli è il nuovo ministro della cultura: ha giurato al Quirinale di fronte al capo dello Stato Sergio Mattarella. Il presidente della Fondazione MAXXI prende il posto di Gennaro Sangiuliano, dimessosi in seguito all’affaire Boccia e alle polemiche che serpeggiavano a riguardo, sempre più insistenti, negli ultimi giorni.
Nato nel 1975, romano, giornalista professionista, Alessandro Giuli arriva a via del Collegio romano attraverso un percorso politico che lo ha visto dapprima vicino a movimenti di estrema destra mentre più di recente, senza mai rinnegare il suo passato, ha assunto posizioni più moderate e istituzionali, lontane dal sovranismo sbandierato da molti esponenti della compagine di governo.
Attivo sia sulla carta stampata che sul piccolo schermo, prima di diventare presidente della fondazione che amministra il museo delle arti del XXI secolo della Capitale, il nuovo ministro della cultura Alessandro Giuli è anche autore di alcuni libri che testimoniano i suoi interessi storici e antropologici. Alcuni di essi hanno indagato con sguardo impietoso alcune delle piaghe irrisolte della destra italiana e hanno suscitato ampi dibattiti all’interno di Fratelli d’Italia. Sposato con la giornalista di Sky Valeria Falcioni, Alessandro Giuli ha due figli.
Formazione e interessi di Alessandro Giuli
Come documenta il curriculum vitae presente sul sito web del MAXXI, Alessandro Giuli ha frequentato il Liceo classico Torquato Tasso di Roma dove si è diplomato col massimo dei voti. Agli anni del liceo risale la sua militanza nel movimento politico di matrice neofascista Meridiano Zero. Giuli ha poi studiato Filosofia a La Sapienza: ha svolto tutto il corso di studi ottenendo una media molto alta ma non ha discusso la tesi e non ha, quindi, conseguito la laurea. In ambito accademico ha collaborato con alcune cattedre della facoltà di Scienze Politiche della prima università della Capitale e con la Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto e ha collaborato all’organizzazione di convegni nazionali e internazionali di filosofia, scienze politiche e letteratura.
Come testimoniano l’appartenenza alla Società Italiana di Storia delle Religioni (SISR) ma anche le pubblicazioni e le ricerche successive, negli anni dell’università Giuli ha maturato chiari interessi per gli antichi popoli italici e per le religioni pagane, alle quale spesso si ispirano le culture e le subculture neofasciste contemporanee.
Le esperienze professionali del nuovo ministro della cultura
Alessandro Giuli muove i primi passi come giornalista politico e culturale nella seconda metà degli anni Novanta su L’Umanità, un quotidiano di estrazione socialista del Partito Social-Democratico Italiano. Nei primi anni duemila si sposta a Vespina, l’agenzia del giornalista Giorgio Dell’Arti e inizia a collaborare anche con Mediaset, come autore televisivo.
Nel 2004 inizia poi a scrivere per Il Foglio dove, allievo di Giuliano Ferrara, si occupa dapprima di politica come redattore, per diventarne, nel corso degli anni, vicedirettore e condirettore. Nel frattempo attiva numerose altre collaborazioni come consulente, autore e conduttore per la radio e collabora con altre testate di orientamento liberale o conservatore come Il Giornale, Il Sole 24 Ore e Panorama.
Dopo una breve parentesi come direttore del settimanale cattolico Tempi, negli ultimi anni ha scritto per Libero, Il Tempo e Linkiesta.it, sempre come editorialista politico e notista d’attualità, ed è stato via sempre più presente in programmi radiofonici e talk show politici sia su Mediaset che in RAI e su La7. Per RAI2 ha condotto anche trasmissioni, non sempre fortunate: Seconda linea, con Francesca Fagnani, venne chiusa dopo sole due puntate.
Nel passato più o meno recente di Alessandro Giuli spiccano anche le consulenze per Leonardo, la partecipata pubblica che si occupa di difesa, progetti aerospaziali e sicurezza e la partecipazione al think tank Italia Atlantica che lavora per rafforzare le relazioni bilaterali tra Italia e USA, Regno Unito e Israele.
I libri di Alessandro Giuli
Autore versatile e dagli interessi variegati Alessandro Giuli ha pubblicato un libro di poesie - Dadafleur (Asefi, 2001) -, un romanzo che vede protagonista un eroe decadente e lascivo – Nigredo (Settimo Sigillo, 2002) e, più recentemente, un saggio sulla dea Cibele - Venne la magna madre. I riti, il culto e l’azione di Cibele romana (Settimo Sigillo, 2012) – che dà ben conto dei suoi giovanili interessi per il paganesimo.
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È però con Il Passo delle Oche. L’identità irrisolta dei postfascisti (Einaudi, 2007) che Giuli ha ottenuto notorietà: benché da sempre molto vicino alla destra romana e amico di Giorgia Meloni, in questo saggio non ha raccontato con sguardo disincantato i rigurgiti del postfascismo e ha suscitato un ampio dibattito all’interno del partito della Premier. Queste posizioni, assai più moderate di quelle giovanili, sono state confermate anche più di recente, quando a proposito dell’inchiesta di Fanpage, ha definito su La7 la gioventù neofascista in Italia come “una pozzanghera da asciugare al sole”.
Il suo ultimo pamphlet - Gramsci è vivo. Sillabario per un’egemonia contemporanea (Rizzoli, 2024) – oltre a rivelare un insospettabile interesse per il pensatore sardo, presenta la destra che Alessandro Giuli immagina: né nostalgica né sovranista né impegnata a rincorrere la sinistra; un partito, o una parte politica, insomma, capace di essere la più progressista tra i conservatori, in grado di lasciarsi alle spalle l’epica del Signore degli anelli e il sovranismo, impegnata a vivere la politica come vocazione e a celebrare la Costituzione, dove il digitale possa essere una risorsa per il singolo e la comunità e l’Italia, forte di una identità nazionale dinamica, possa giocare un ruolo chiave nel contesto europeo e mediterraneo.
Recensione del libro
Gramsci è vivo
di Alessandro Giuli
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi è Alessandro Giuli, nuovo ministro della cultura: curriculum, esperienza e libri
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