Si entra nell’auditorium sulle note dirompenti di Strappati lungo i bordi, la colonna sonora della fortunata serie Netflix Strappare lungo i bordi di Zerocalcare ed è già un’emozione.
Perché guardandosi attorno, vedendo tutte queste persone emozionate e in fremente attesa, si capisce quanto il fumettista romano sia riuscito a toccare il cuore del pubblico creando una narrazione universale.
Il segreto di Zerocalcare
Qual è il segreto di Zerocalcare? Sul palco appare questo ragazzo giovane (di appena trentotto anni, Ndr), quasi intimidito, che vorrebbe schivare gli applausi perché lo imbarazzano. "Non incitarli," dice alla scrittrice Chiara Valerio che conduce brillantemente l’intervista "sennò poi fanno questa cosa imbarazzante degli applausi."
E non v’è dubbio che Zerocalcare, nome d’arte del fumettista Michele Reich, sia in tutto e per tutto il suo personaggio.
Un personaggio comico e tragico, tenero e irritante, profondamente umano nelle sue contraddizioni. È questo, forse l’ingrediente vincente, come osserva Zerocalcare stesso:
Penso che è più interessante raccontare le contraddizioni delle persone, piuttosto che farne l’apologia.
Incalzato da Chiara Valerio, bravissima intervistatrice, Zerocalcare ripercorre le tappe principali della propria carriera di fronte all’auditorium stracolmo del Centro congressi La Nuvola di Roma. Con arguzia Valerio dipinge in poche parole il successo del fumettista romano:
Sei diventato l’icona di una generazione dai 5 ai 90 anni ma si è scoperto che nessuno degli intellettuali italiani ti aveva mai letto.
Michele Rech ride e ammette di non essere molto benvoluto, in generale, dagli intellettuali e che quindi la cosa non lo sorprenda affatto. Così scatena la prima delle tante esplosioni di risa che travolgeranno l’auditorium nei seguenti quarantacinque minuti.
Zerocalcare e la prassi politica del fumetto
Con molta umiltà e leggerezza, Zerocalcare parla della propria carriera e, in particolare, del suo legame con il genere fumetto.
Descrive il fumetto come un medium politico per due motivi:
- Perché permette di parlare di cose complesse. Chiede uno sforzo di sintesi al lettore che deve essere sempre ricettivo.
- Gode di una certa libertà, a differenza di un mezzo espressivo come il cartone animato, ti permette di affrontare in tutta libertà certi temi.
Racconta che il suo personaggio è nato per caso, nel 2009, su Facebook. La narrazione autobiografica gli appartiene:
“Uso me stesso come metro delle mie storie. Ho provato a creare personaggi non autobiografici, ma non ha funzionato.”
Quando Valerio gli domanda quale sia la sua prassi politica, Zerocalcare risponde che si è proposto come obiettivo di non peggiorare il mondo con le sue storie e di ricondurre la politica sempre alla collettività, e non all’individuo.
Zerocalcare e le favole di Esopo
Chiara Valerio cerca di rintracciare una poetica nella narratività di Zerocalcare, con una ricostruzione degna di un manuale di letteratura.
"Il personaggio dell’Armadillo è come un grillo parlante. Deriva dalle favole di Esopo?" chiede Valerio.
Il personaggio dell’Armadillo non so da dove m’è venuto fuori. Forse dalle fiabe di La Fontaine, perché sono francese.
risponde Zerocalcare
Cercavo un personaggio che rappresentasse la mia coscienza, che le desse voce. E un giorno per caso giocando con dei personaggi di gomma del figlio di un amico ho pensato a questo armadillo che in fondo pareva simpatico.
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La distruzione del mito Zerocalcare
Con molta autoironia il fumettista romano, originario di Rebibbia, racconta a Chiara Valerio di non prendersi mai troppo sul serio.
Roma in un certo senso è una città che sanziona la mitomania. Abitare a Roma è un buon modo per non sentirsi arroganti. In un certo senso, credo che abbia a che fare con le file e il caos a cui si è continuamente sottoposti.
E qui parte una tragicomica dissertazione sulle file e lo stare in fila, tipica di Zerocalcare. Il fumettista romano ha infatti avuto a che fare con file chilometriche di fans durante i giorni della fiera e rivela al pubblico tutta la sua ansia delle file. Dice di vivere con grande senso di colpa le code chilometriche, pensando alle persone che aspettano ore per un firmacopie. È Zerocalcare stesso il primo distruttore del mito Zerocalcare. Si mostra in tutta la sua umanità, rivelando il più delle volte gli aspetti di sé meno gradevoli.
Un giorno una lettrice mi ha scritto dicendo che il mio è un personaggio orribile. Beh, cosa le potevo rispondere, quello sono io. Una persona piena di contraddizioni, come tutti.
racconta Michele Reich
Credo che l’unico comune denominatore che hanno le persone che si riconoscono nelle mie storie siano gli impicci. Chi si riconosce nelle cose mie è uno che “sta impicciato”. Sono persone che, come me, non hanno un approccio leggero alla vita.
Qui sta forse il segreto del successo di Zerocalcare, nella sua capacità di riversare il sentimento di inquietudine esistenziale all’interno di una narrazione aperta e accessibile a tutti come quella del fumetto.
Parla dei sentimenti, delle contraddizioni, narrati nella grande letteratura, ma con un linguaggio che si apre alla collettività, includendo diversi strati di popolazione, giovani e vecchi, adulti e bambini, gente appartenente a ogni classe sociale. Tutti si riconoscono nella sua voce o, forse, nella sua inquietudine tragico-comica e così profondamente vera.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Zerocalcare Superstar di Più libri Più liberi 2021 si racconta all’Auditorium
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