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Significato di parole, proverbi e modi di dire

Quaresima: perché si chiama così, quand’è e tradizioni

Perché si chiama quaresima, in che periodo dell’anno cade e quali tradizioni si osservano? Scopriamo insieme tutto ciò che serve sapere su questo periodo dell’anno e il significato di quaresima.

Ilaria Roncone
Ilaria Roncone Pubblicato il 06-03-2019

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Quaresima: perché si chiama così, quand'è e tradizioni

La quaresima è una ricorrenza strettamente legata alla Chiesa Cattolica e alle altre chiese che celebrano l’anno liturgico. Qual è il significato di quaresima? Si tratta di un periodo della durata di quaranta giorni che precede la celebrazione della Pasqua e che comincia, ogni anno, in occasione del mercoledì delle ceneri e si conclude in occasione del Giovedì santo (secondo il rito romano). C’è anche il rito ambrosiano, secondo il quale la quaresima comincia la domenica successiva al martedì grasso e di conclude in occasione del giovedì santo.
La quaresima 2019 comincia mercoledì 6 marzo per concludersi giovedì 18 aprile, che corrisponde al giovedì santo, poiché la Pasqua cade domenica 21 aprile. Vediamo adesso perché la quaresima si chiama in questo modo e quali sono le tradizioni della chiesa più importanti legate a questo periodo dell’anno.

Perché si chiama quaresima?

Il termine quaresima nella liturgia cattolica sta ad indicare il periodo di penitenza della durata di quaranta giorni per prepararsi alla Pasqua e proprio alla sua durata fa riferimento il nome. Perché si chiama quaresima? Perché quaresima sta a significare proprio quarantesimo giorno, che in questo caso fa riferimento al quarantesimo giorno prima della Pasqua.
Il sostantivo quaresima può essere impiegato in vari modi: fare la quaresima, ovvero osservare il periodo di digiuno e di astinenza in preparazione alla resurrezione di Cristo; rompere la quaresima, che significa trasgredire ai precetti; predicare la quaresima, che vuol dire tenere un ciclo di prediche in questi quaranta giorni.
Il periodo della quaresima è caratterizzato dall’invito alla conversione a Dio e, per quanto riguarda le pratiche della quaresima, ci sono il digiuno ecclesiastico e una serie di altre forme di penitenza; la preghiera deve farsi più intensa, così come la pratica della carità. Tutto questo avviene nell’ottica di preparazione alla Pasqua, il massimo culmine delle festività cristiane, creando un parallelo con Gesù. La ragione per cui il periodo di quaresima dura proprio quaranta giorni per onorare il messia, che ha trascorso quaranta giorni nel deserto dopo il battesimo nel Giordano.

Quaresima: le tradizioni

La quaresima, come già detto, parte proprio in occasione del mercoledì delle ceneri, il giorno dopo il martedì grasso. La prima delle tradizioni legate alla quaresima prende forma proprio in questa occasione con il rito dell’imposizione delle ceneri. In quest’occasione i sacerdoti impongono su fronte o capo dei fedeli un po’ di cenere, simbolo della polvere che diventeremo e come gesto per esortare le persone alla conversione. Il sacerdote solitamente recita una formula: “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai” o, in alternativa, “Convertiti e credi al Vangelo”.
Le ceneri utilizzate sono frutto delle palme e dei rami d’ulivo benedetti l’anno precedente in occasione della domenica delle Palme.
A partire dal mercoledì delle ceneri i cristiani praticanti sono invitati a vivere in maniera più intensa la fede attraverso un periodo di preghiera e rinunce: liturgie penitenziali, pellegrinaggi in segno di penitenza, privazioni volontarie come elemosina e digiuno e l’accentuarsi della condivisione fraterna. Nel corso dei secoli moltissimi cattolici hanno attribuito alla rinuncia il valore sacro di metodo per avvicinarsi a Dio e avere la sua benedizione.
Con il passare del tempo le tradizioni e i precetti concretamente applicati in questi quaranta giorni di preparazione alla Pasqua sono stati notevolmente limitati.
Quello che oggi concretamente rimane è l’astenersi dal mangiare carne durante i venerdì della quaresima, ricordando la morte di Gesù; il digiuno è limitato a due giorni nello specifico, il mercoledì delle ceneri e il Venerdì santo. Per digiuno si intende mangiare solamente un pasto completo (ovviamente privo di carne), riducendo gli altri due pasti principali della giornata a un semplice spuntino.
Perché, in particolare, non è possibile mangiare carne? Si tratta di una tradizione risalente all’Antico Testamento ma anche nel mondo pagano. La rigidità dell’alimentazione, secondo la tradizione, combatte il peccato di gola e la tentazione della carne tanto da favorire l’ascesi e il dominare dello spirito sul corpo.
Il digiuno della quaresima per avere un reale senso non solo per il corpo ma anche per lo spirito deve necessariamente essere accompagnato dalla preghiera e dall’elemosina. I tre elementi che connotano la pratica penitenziale così come prevista dalla Chiesa Cattolica sono:

  • digiuno: astenersi dal cibo e vivere una vita più sobria come “occasione di crescita”, secondo le parole di papa Francesco;
  • preghiera: essa costituisce il vero slancio verso Dio, permettendo a noi stessi di essere più veri e più sinceri rispetto alle menzogne che ci raccontiamo e ai peccati che commettiamo;
  • elemosina: ciò che ogni buon cristiano deve praticare sempre va praticato di più, mostrando umiltà e misericordia al prossimo donando a chi è povero e bisognoso.

Nel Medioevo, in particolare, l’astensione dal mangiare carne era accompagnata anche all’astensione dai piaceri carnali poiché era vietato avere rapporti sessuali nel periodo della quaresima.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Quaresima: perché si chiama così, quand’è e tradizioni

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