Molto spesso si sente usare la frase "fare il pigmalione" oppure "essere il pigmalione di qualcuno". L’espressione ha origine dal mito di Pigmalione, diventato famoso soprattutto grazie alla versione tramandata dalle Metamorfosi di Ovidio.
Il mito di Pigmalione
Secondo la leggenda, Pigmalione, il re di Cipro, si era innamorato della bellissima dea Afrodite. Sapendo di non poterla avere, costruì una statua che riproduceva le fattezze della dea e la posizionò nel suo letto, per dormire con lei tutte le sere.
Riprendiamo la descrizione che del mito fa Robert Graves (1895 - 1985), scrittore e studioso di mitologia, nel saggio "I Miti Greci":
"Pigmalione, figlio di Bebo, si innamorò di Afrodite e, non potendo giacersi con lei, fece una statua d’avorio a somiglianza della dea e la pose nel suo letto implorandone la pietà".
Pigmalione pregò la dea Afrodite di animare la statua perché solo in questo modo avrebbe potuto effettivamente amarla. La dea, mossa a compassione, esaudì il desiderio del sovrano; alla statua trasformata in donna fu dato il nome di Galatea.
Cosa significa “Pigmalione” nel linguaggio odierno
Dopo aver visto il mito greco, spieghiamo i significati che la parola "pigmalione" ha assunto nella lingua moderna.
Con l’espressione "essere il Pigmalione" ci si riferisce ad un soggetto che assume la veste di guida, che ammaestra un’altra persona sia dal punto di vista culturale che sociale, impartendole un insegnamento ampio e completo.
Il pigmalione non è un semplice insegnante, ma è colui che modella e migliora la personalità dell’allievo, favorendone al contempo le naturali inclinazioni.
Il parallelismo con il sovrano di Cipro è evidente: egli aveva estrapolato dalla materia, plasmandola, la statua che incarnava le fattezze delle sua donna ideale, della perfezione. Aveva quindi, proprio come fa "un pigmalione" con l’alunno, formato la materia grezza per migliorarla e renderla bella e desiderabile come una dea.
Al mito di Pigmalione si ispirò il drammaturgo irlandese G. B. Shaw, autore della famosa commedia Pygmalion del 1913; l’opera narra la storia di un professore che istruisce, sia dal punto di vista culturale che delle buone maniere, una giovane popolana.
L’effetto Pigmalione in psicologia
Con "effetto pigmalione" o "profezia autoavverante" si allude a quel fenomeno psicologico in base al quale una persona, sotto l’influenza di una profonda suggestione, adegua il proprio comportamento all’opinione che gli altri hanno di lei, sia questa positiva o negativa.
Questa suggestione è conosciuta anche come "effetto Rosenthal", dal nome del ricercatore che accertò il fenomeno.
A seguito di un noto esperimento, Robert Rosenthal scoprì che il rendimento scolastico era nettamente migliore in quei bambini ai quali era stato detto di essere più intelligenti a seguito di un test, che in realtà non era mai stato eseguito. I risultati del finto test erano stati comunicati ai maestri, i quali, influenzati, iniziarono a trattare diversamente gli allievi che supponevano meglio dotati. Il comportamento dei docenti portò quei bambini ad ottenere effettivamente risultati migliori.
L’effetto pigmalione si verifica soprattutto se l’opinione viene data da chi ha influenza sul soggetto, quindi una figura genitoriale, un tutore o un capo carismatico.
L’effetto Rosenthal può riscontrarsi anche in ambito economico e lavorativo; in questo caso, l’atteggiamento del responsabile, favorente o meno rispetto al subalterno, può condizionare in maniera significativa la produttività di quest’ultimo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Pigmalione: cosa significa? Dal mito al modo di dire
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