Il 17 marzo di ogni anno si celebra in tutto il mondo San Patrizio, il santo patrono d’Irlanda. La ricorrenza, che tinge di verde i monumenti di numerose capitali mondiali, rappresenta un ottimo pretesto per rispolverare il folklore della tradizione irlandese.
L’Irlanda è una terra magica, patria degli antichi Celti, e di sciamani, monaci, vichinghi che hanno arricchito l’isola con un affascinante repertorio di leggende.
Patria di folletti e fate (le fate più celebri sono dette “banshee”), di re e di guerrieri, di lupi e farfalle, di zingari e sirene (una curiosità: nella tradizione le sirene irlandesi sono chiamate “Merrow” non “Mermaid”), l’Irlanda possiede un’infinita riserva di storie che si tramanda di generazione in generazione dall’inizio dei tempi.
Dal Donegal alle isole Aran il cielo d’Irlanda ti copre di verde e ti annega di blu - come recita la celebre canzone - ma soprattutto ti inebria con l’immaginazione stellata dettata dai suoi miti, capaci di mescolare reale e meraviglioso.
In occasione della celebrazione del santo patrono dell’isola ci concentriamo in particolare sulla storia di San Patrizio.
Attorno all’enigmatica figura del monaco missionario venuto dall’Inghilterra per portare il cristianesimo in Islanda si cela una moltitudine di leggende. Scopriamo le più celebri e affascinanti.
San Patrizio e la cacciata dei serpenti
La leggenda più famosa su San Patrizio racconta la straordinaria cacciata dei serpenti dall’isola compiuta dal santo.
Si narra infatti che San Patrizio, nel 441 a.C., cacciò in mare tutti i serpenti di Irlanda. Dopo quaranta giorni e quaranta notti trascorsi in meditazione sul monte Croagh Padraig, il santo patrono, al termine della quarantesima notte, avrebbe scagliato una campana su una pendice del monte facendo così fuggire tutti i serpenti - simbolo del male e del peccato - dalla terra irlandese.
In una testimonianza risalente a oltre due secoli prima lo storico greco-romano Salinus tuttavia racconta che l’Irlanda fosse una terra selvaggia ma priva di serpenti.
Il gesto epico della “cacciata dei serpenti” compiuto da San Patrizio è ormai entrato nella leggenda e ancora oggi il monte Croagh Padraig, dove il monaco si ritirò in preghiera, è meta di pellegrinaggi e visite.
San Patrizio e la croce Celtica
San Patrizio trascorse un periodo in schiavitù sulle Slemish Mountain dove, nonostante le difficili prove cui fu sottoposto, ebbe modo di conoscere ed approfondire la cultura irlandese. Ciò si rivelò utile nella sua successiva opera di evangelizzazione del paese. Nel convertire il popolo al cattolicesimo infatti San Patrizio non cercò mai di strappare ai Celti le loro tradizioni e le loro credenze. Con intelligenza il santo cercò di combinare la fede cristiana con la simbologia tradizionale irlandese.
Secondo la leggenda fu proprio San Patrizio a creare la celebre croce celtica, incorporando il sole - potente simbolo celtico - alla tradizionale croce cristiana.
La creazione della croce celtica rispondeva a uno scopo ben preciso, lontano dalla mitologia, coniando un nuovo simbolo San Patrizio sperava di riuscire ad unire in modo armonioso la fede cristiana alla cultura irlandese.
San Patrizio e il biancospino
Secondo il mito, dopo essere fuggito dalla schiavitù in Irlanda, Patrizio si diresse direttamente in Francia alla volta della città di Tours. Per raggiungere la città il santo doveva attraversare la Loira e non aveva mezzi per praticare la traversata. Allora utilizzò la sua mantella come zattera e così raggiunse l’altra sponda.
Una volta raggiunta la riva, San Patrizio appese il suo soprabito a un cespuglio di biancospino per lasciarlo asciugare. Nonostante fosse pieno inverno, la pianta su cui aveva posato il mantello iniziò a fiorire.
Da quel momento, si dice, il biancospino fiorisce d’inverno.
San Patrizio e il pozzo
Si racconta che Patrizio fosse custode di una grotta senza fondo, il celeberrimo Pozzo di San Patrizio.
Secondo quanto si racconta, la famosa grotta fu indicata da Cristo a San Patrizio in modo tale da poter mostrare le pene dell’Inferno ai fedeli che avessero raggiunto il fondo, ottenendo in cambio la remissione dei peccati.
La grotta, murata per volere di Alessandro VI nel 1497, era localizzata su un isolotto del Lough Derg, dove in seguito fu fatta costruire una chiesa, oggi meta di pellegrinaggio penitenziale.
Oltre alla funzione religiosa e l’indubbio significato sacrale, il Pozzo di San Patrizio negli anni rappresentò anche un’importante risorsa per la popolazione: durante i periodi di calamità o di assedio garantì riserve d’acqua costanti a cui il popolo poteva attingere. L’immaginario popolare tuttavia ha ammantato il luogo di un alone mistico: all’interno della grotta le anime potevano trovare espiazione dai loro peccati ed essere redente.
I miracoli di San Patrizio
Secondo la tradizione legata all’immaginario cristiano San Patrizio compì anche dei miracoli, sulla scorta degli atti prodigiosi compiuti da Gesù.
Si racconta che quando un uomo avido negò al santo e ai suoi seguaci l’uso del suo campo per riposarsi e pascolare i buoi, Patrizio reagì impartendo una maledizione al terreno. Il santo profetizzò che su quel suolo non sarebbe cresciuto più nulla. E così accadde. Quello stesso giorno il campo fu inondato dalle acque del mare e rimase per sempre sabbioso e arido.
Un secondo miracolo di tradizione cristiana racconta la tradizionale guarigione di un cieco. Un giorno un cieco si recò da Patrizio chiedendo che il santo lo curasse. Avvicinandosi inciampò più volte fino a cadere e fu per questo deriso dai seguaci di Patrizio. Fu allora che il cieco guarì e tornò finalmente a vedere, mentre coloro che lo avevo deriso persero la vista.
I miracoli di San Patrizio si praticavano dunque al confine, davvero molto labile, tra prodigi e maledizioni. Dove fosse il miracolo e quale rovescio nascondesse è davvero molto difficile da definire.
San Patrizio e il trifoglio
Il trifoglio è divenuto il simbolo di San Patrizio, ma era un’icona già radicata nel folklore irlandese. Si racconta infatti che il verde, emblema di speranza e rinascita, fosse il colore preferito delle fate mentre il trifoglio, una pianta dalla proprietà curative, venisse utilizzata dai druidi - i tradizionali sacerdoti celti - per praticare i loro sortilegi e unire l’uomo alla presenza divina.
Il trifoglio racchiude inoltre un prezioso significato nella numerologia antica, in quanto si ritiene che il tre sia il numero perfetto. Si attribuivano alle foglie di trifoglio dei poteri mistici e delle capacità profetiche. I druidi si servivano del trifoglio per allontanare gli spiriti maligni dalle case.
La leggenda racconta che un giorno San Patrizio illustrò ai celti il concetto della trinità sfogliando i petali di un trifoglio (tre foglie originate da un unico stelo) che divenne così simbolo nazionale d’Irlanda.
San Patrizio e i folletti
La leggenda senza dubbio più affascinante su San Patrizio riguarda tuttavia i folletti, chiamati Leprechaun, in irlandese.
Il leprechaun, detto anche Leith Bhrogan è il più popolare folletto d’Irlanda. La tradizione lega questi piccoli uomini barbuti direttamente al santo, di cui furono seguaci.
Si racconta che i folletti custodissero un segreto: erano infatti i soli a sapere dove si trovassero le pentole d’oro alle estremità degli arcobaleni.
Per questo motivo nel giorno di San Patrizio, il 17 marzo di ogni anno, la caccia ai folletti è tradizionalmente aperta. I bambini, nella notte dedicata al santo, lasciano del latte sui davanzali delle finestre per richiamare i folletti e la loro magia.
La morte di San Patrizio
Poco prima della sua morte un angelo predisse a San Patrizio che due buoi selvaggi avrebbero preceduto il suo carro funebre e avrebbero scelto il suo luogo di sepoltura. Gli animali scelsero Downpatrick, in gaelico Dún Padraig, una piccola cittadina che si trova a sud di Belfast nella contea di Down.
Lì, nella grande cattedrale, riposano tuttora i resti di San Patrizio custoditi sotto un blocco di granito (la pietra tombale è incisa di granito estratto dalle montagne di Mourne, Ndr).
Il luogo di sepoltura del Santo è visitato ogni anno da folle di pellegrini e turisti curiosi, soprattutto il 17 marzo quando l’Irlanda si tinge di verde, colore di speranza e rigenerazione, che preannuncia la primavera imminente.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le leggende di San Patrizio: serpenti, trifogli e miracoli
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