Epidemie e malattie contagiose hanno sempre fatto parte della storia dell’uomo. Oggi che stiamo combattendo contro il coronavirus può essere interessante sapere come gli antichi greci spiegavano questi eventi attraverso la mitologia.
Che significato attribuivano a questi episodi le mitologie e soprattutto quella greca? In generale, per gli antichi le pandemie erano una punizione divina, inflitta a causa di qualche grave colpa commessa dagli uomini.
Fra gli episodi più famosi, ricordiamo la terribile pestilenza cagionata dal dio Apollo nel campo Acheo durante la guerra di Troia. L’episodio è descritto nell’Iliade. La divinità aveva punito un’offesa perpetrata al suo onore da Agamennone, che si dimostrò restio a restituire a Crise, il suo sacerdote, la figlia Criseide. Quest’ultima era diventata schiava di Agamennone durante il conflitto.
Un altro esempio è quello dell’eroe Aiace Oileo, che fu punito per aver commesso, sempre durante la guerra, lo stupro su Cassandra, la sacerdotessa vergine. L’eroe perpetrò il misfatto proprio sotto il tempio di Atena, la quale si vendicò diffondendo una terribile pestilenza nella sua regione, la Locride.
La mitologia è ricca di episodi di questo tipo, ma ci sono altri casi in cui la pestilenza viene diffusa dagli dei anche per indicare agli uomini dei principi e dei comportamenti da seguire, delle leggi morali non scritte.
In questi casi, entra in ballo la nozione di diritto naturale, propria anche del mito di Antigone, in base alla quale ci sono norme etiche nate con l’uomo che non possono essere mai violate, nemmeno se a imporlo sono le leggi scritte o i voti sacri.
Fa parte di questo secondo gruppo la punizione inflitta a Idomeneo, re di Creta, un altro eroe della Guerra di Troia. Per ottenere un favore dagli dei durante il viaggio di ritorno, Idomeneo promise di sacrificare in loro onore la prima persona che avrebbe incontrato in patria. Il caso vuole che quella persona fu proprio sua figlia. Il nostro eroe non si curò di questa circostanza e compì lo stesso il sacrificio. Gli dei ne furono sdegnati: infatti, nessuna promessa, nemmeno quella fatta al cospetto dalle divinità, può annullare o scavalcare l’amore paterno. È una legge naturale, non scritta, ma radicata nella coscienza umana. Gli dei colpirono l’isola con un’epidemia, che finì solo quando il re andò in esilio.
In conclusione, nella mitologia le epidemie sono spesso la conseguenza di una colpa da espiare. Oggi sappiamo che non è così, che hanno un carattere neutro e che colpiscono chiunque, a prescindere dal comportamento morale.
Il comportamento morale può però essere rilevante in seguito, durante la diffusione di un contagio: il rispetto delle norme di sicurezza è fondamentale per la tutela della salute di tutti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Coronavirus: il significato dell’epidemia nella mitologia greca
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