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Significato di parole, proverbi e modi di dire

Captatio benevolentiae: cosa significa ed esempi

Cosa significa captatio benevolentiae e quando veniva e viene utilizzato oggi? Scopriamo insieme la traduzione di questa espressione latina e il suo utilizzo.

Ilaria Roncone
Ilaria Roncone Pubblicato il 27-05-2019
Captatio benevolentiae: cosa significa ed esempi

Cosa significa captatio benevolentiae, da dove deriva e come viene utilizzato nella lingua italiana, considerato anche che si tratta di una locuzione latina? Captatio benevolentiae vuol dire, letteralmente tradotto dal latino, conquista della benevolenza. Si tratta di una locuzione appartenente all’antica retorica ecclesiastica che stava ad indicare la parte di orazione il cui scopo era quello di ottenere la benevolenza di coloro che stavano ascoltando il discorso. Vediamo ora una definizione più precisa dell’espressione captatio benevolentiae chiarendo anche qual è stato il suo utilizzo nel tempo fino ad oggi e facendo qualche esempio per meglio comprendere il suo significato.

Captatio benevolentiae: definizione e significato

Cercando sul vocabolario la locuzione captatio benevolentiae la definizione corrispondente è quella di una locuzione latina usata in italiano intendendo “una delle parti dell’orazione, secondo l’antica retorica ecclesiastica, mirante a conquistare la benevolenza degli ascoltatori. Si adopera anche in senso estens. e generico, per lo più scherzoso”.
Captatio benevolentiae deriva dal verbo capio, ovvero catturare, cercare di prendere, afferrare e benevolentia, ovvero benevolenza in caso genitivo. In senso letterale vuol dire accattivarsi la simpatia e talvolta l’espressione può essere utilizzata come ad captandam benevolentiam.
Questa espressione sta ad indicare l’atteggiamento di una persona che, tramite belle parole, moine e raggiri, si guadagna un comportamento benevolo o condiscendente da parte di alcune persone. Nella retorica si dice captatio benevolentiae la parte iniziale di un componimento, quella che serve a disporre favorevolmente l’attenzione di chi sta ascoltando o leggendo. Questa figura retorica è stata utilizzata nella letteratura cavalleresca a uso e consumo del lettore, che doveva così partire con il piede giusto nella lettura dell’opera e accoglierla in maniera favorevole.

Captatio benevolentiae: l’utilizzo nel tempo fino ad oggi

La captatio benevolentiae era considerata uno dei pilastri dell’arte oratoria da Marco Tullio Cicerone ai tempi degli antichi oratori romani.
Captatio benevolentiae ha un significato anche dal punto di vista giuridico, ovvero sta ad indicare la capacità di influenzare il cittadino nell’ambito del voto sfruttando il proprio ruolo nelle istituzioni della comunità stessa in cui quel cittadino vive. In parole povere, quando questo termine viene utilizzato in ambito politico sta a significare influenzare l’opinione e il voto di qualcuno sfruttando una propria posizione di privilegio.
Ci sono altri casi in cui, invece, questa tecnica retorica mantiene un significato più simile a quello originale anche al giorno d’oggi, volendo indicare l’atteggiamento di qualcuno che cerca di ottenere benevolenza tramite la sua saggezza e l’eloquenza intesa in senso positivo. Tra i tanti anche il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer ha utilizzato questo metodo in L’arte di ottenere ragione classificandolo come uno dei trentotto stratagemmi della dialettica eristica.
Cosa sta ad indicare oggi l’espressione captatio benevolentiae? Nell’utilizzo quotidiano viene inserita nelle frasi in contesti solitamente scherzosi per qualificare, in modo ironico, qualcuno che tenta, tramite le parole, di conquistare la simpatia e la condiscendenza di qualcuno.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Captatio benevolentiae: cosa significa ed esempi

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