Volevo stare dentro i fili di una radio di Renzo Ceresa

Quarantuno anni in Rai - per la precisione, 14.914 giorni - tutti passati in radio, a inventare programmi, a plasmarli, ad architettarli.
Renzo Ceresa, tra le pagine del suo Volevo stare dentro i fili di una radio (Baldini+Castoldi, 2021), paragona la sua esperienza in corso Sempione (sede della Rai di Milano) a una “traversata nel deserto”.
Il che dà l’idea di un percorso lavorativo gravoso ma al tempo stesso pronto a offrire soddisfazioni in larga scala. E non pochi momenti divertenti.

Ceresa non fa altro che raccontare i momenti chiave della propria vita professionale, confondendoli, non di rado, con il privato. Gli inizi come “rumorista”, l’esperienza con i radiodrammi, segue l’approdo a trasmissioni importanti come Tutto il calcio minuto per minuto, fino ad arrivare a veri e propri programmi di culto, come Caterpillar e Catersport (con l’appendice della faticosa organizzazione dei “Caterraduni”), Rai dire Mondiali con la Gialappa’s Band, il Dispenser di Matteo Bordone.
E poi qualche episodio, per così dire, estremo: leggasi l’ormai mitica e spassosa radiocronaca dei campionati mondiali di fuochi d’artificio, condotta da un Federico Bianco in gran spolvero.

Ceresa ha avuto un ruolo fondamentale ovunque abbia fornito un contributo di idee, di progettualità, di fattibilità. Numerosi gli incontri (e gli scontri) con i dirigenti ai piani alti dell’azienda, i duelli con conduttori in eccesso di ego, le delusioni, le censure, le crisi. Fino ad arrivare alla pensione, nel 2018, al momento dell’addio a un lavoro particolare ma alquanto affascinante, ad archiviare vecchie abitudini che non saranno più tali. Quarant’anni e più vissuti in radio da protagonista, narrati con stile e con una scrittura agile e scorrevole, che rende la lettura di Volevo stare dentro i fili di una radio estremamente piacevole.

Un libro consigliato a chi non può fare a meno della radio: Renzo Ceresa l’ha amata fino allo spasimo, anche perché, come è egli stesso a ricordare:

La radio non è mai soltanto la radio.