La vita è come un gioco d’azzardo. È su questa arguta metafora che si fonda Roll the dice, in italiano Rotola i dadi, una delle poesie più iconiche dello scrittore maledetto americano Charles Bukowski.
“Roll the dice”, è questo l’invito di Bukowski che chiama ognuno di noi letteralmente a giocarsi la vita a tavolino, a “far rotolare i dadi” tentando la fortuna. Nei dadi citati dal poeta americano troviamo un perfetto correlativo oggettivo del caso, del destino e di quell’imprevedibilità che è la trama stessa della nostra esistenza. Definire la vita “una partita a dadi” certamente non è da tutti, significa teorizzare una mancanza di senso originaria, lanciarsi nel vuoto sfidando la vertigine dell’abisso. Si tratta di un atteggiamento tipico dei pazzi, dei poeti e dei solitari, di coloro che, come Charles Bukowski, non si appoggiano al conforto fallace di alcune sicurezze prestabilite, ma osano mettere tutto in discussione.
La poesia di Bukowski odora di fumo, di alcol, di stanze chiuse, ha il suono ruvido di una voce roca che ci tenta in un sussurro: “Se hai intenzione di tentare, fallo fino in fondo”, che non ammette ripensamenti “Altrimenti, non cominciare mai.” Per farla breve, roll the dice, rotola i dadi. E non avere rimpianti.
Scopriamo testo, analisi e commento della poesia.
Rotola i dadi di Charles Bukowski: testo
Se hai intenzione di tentare, fallo fino in fondo.
Altrimenti, non cominciare mai.Se hai intenzione di tentare, fallo fino in fondo.
Ciò potrebbe significare perdere fidanzate, mogli, parenti, impieghi
e forse la tua mente.Fallo fino in fondo.
Potrebbe significare non mangiare per 3 o 4 giorni.
Potrebbe significare gelare su una panchina del parco.Potrebbe significare prigione,
Potrebbe significare derisione, scherno, isolamento.
L’isolamento è il regalo, le altre sono una prova della tua resistenza,
di quanto tu realmente voglia farlo.E lo farai a dispetto dell’emarginazione e delle peggiori diseguaglianze.
E ciò sarà migliore di qualsiasi altra cosa tu possa immaginare.
Se hai intenzione di tentare, fallo fino in fondo.
Non esiste sensazione altrettanto bella.Sarai solo con gli Dei.
E le notti arderanno tra le fiamme.
Fallo, fallo, fallo. Fallo!
Fino in fondo, fino in fondo.
Cavalcherai la vita fino alla risata perfetta.
È l’unica battaglia giusta che esista.
Rotola i dadi di Charles Bukowski: analisi e commento
Alcolista irrecuperabile e vagabondo, Bukowski ha trasformato in poesia il suo stesso stile di vita. Lui che nella vita aveva, apparentemente, perso tutto, persino la ragione, proprio come cita nella seconda e terza strofa di Roll the dice, sentiva di aver vinto, di aver assaporato l’estrema verità così come quando si gusta un buon vino.
Avvertiamo sempre, nelle parole dello scrittore americano, qualcosa di sfrenato e pericoloso, un invito insidioso ad abbandonare tutte le nostre sicurezze, ad abbassare tutte le barriere protettive: ci fa sentire nudi ed esposti e, al contempo, invincibilmente temerari. Persino Rotola i dadi è una poesia il cui sottotesto, in fondo, ci parla di ubriachezza: “Fallo, fallo, fallo” dice Bukowski in un impeto che sembra riprodurre una grassa risata, una risata diabolica e sfrenata “fino in fondo, fino in fondo!” come nell’estasi goliardica delle feste in cui si grida in maniera oscena “Bevilo, bevilo tutto!”. Ecco, Bukowski ci invita a vivere così; in un maniera che fa paura come quando, da ubriachi, si osserva il mondo ondeggiare, danzare, sfumare i contorni noti e acquisire una forma nuova e ignota che ci fa sentire più insicuri e incerti sui nostri passi.
Quel “roll the dice” cantato da Bukowski è come un vino troppo forte, l’imperativo di un culto dionisiaco, ci dà la stessa sensazione estatica e paurosa di ubriachezza: la convinzione assoluta di poter fare tutto e la paura, malcelata, di precipitare.
Bukowski associa questa sensazione alla vita pienamente vissuta, che sfugge all’ordine, ai regolamenti sociali, ai principi e ai valori. In Rotola i dadi ci invita a vedere la vita come una sfida; e forse ha ragione il poeta, è davvero così, esistere significa sfidare il caso, la morte, ogni giorno. Ma razionalmente ci fa paura intendere la nostra vita in questa maniera, sentirci sospesi su un filo teso nel vuoto; è una visione lucida e al contempo terribile che è propria dei poeti e dei pazzi e di chi non ha paura di vedere la realtà oltre la superficie anestetizzante dell’abitudine.
Rotola i dadi, ci dice Bukowski; e in fondo, lo sappiamo, è ciò che ciascuno di noi fa ogni giorno, attraverso ogni scelta, ogni atto cosciente e incosciente, eppure quanti di noi sentono di vivere fino in fondo? La poesia dell’americano - ci piace chiamarlo così, come un ganster o un uomo di dubbie origini incontrato in un locale fumoso - si conclude in un trionfo, che è anche un trionfo dei sensi:
Cavalcherai la vita sino alla risata perfetta
Cos’è la “risata perfetta” cantata da Bukowski? Forse una perifrasi per intendere la felicità assoluta? Ma questa “felicità assoluta” esiste e, soprattutto, è davvero possibile, legittima? La “risata perfetta” teorizzata da Charles Bukowski ci fa paura, come una tentazione del diavolo, come un peccato irremovibile. Siamo abituati a vivere cullandoci nella continua attesa della felicità, nell’illusione di conquistarla, un giorno: Charles Bukowski, invece, ci chiama a prenderla per le redini la nostra esistenza, a cavalcarla come se fosse un puledro impazzito che dobbiamo domare. Solo così l’uomo si erge al di sopra del caso, al di sopra del destino: e allora, davvero, ha vinto, ha trionfato sulla vita e anche sulla morte attraverso il privilegio - solo umano - del riso. Rotola i dadi, sembra un gesto così scontato, così quotidiano; eppure no, non è affatto semplice come dici, Charles, perché una vita come la tua è una sfida continua, mentre molti di noi credono di trovare la felicità nella sicurezza. Però hai ragione, nella vita bisogna tentare e farlo fino in fondo. Lanciare i dadi, mettersi in gioco, affidarsi al caso: voi ce la fareste? Forse, in verità, lo facciamo tutti, nella quotidianità apparente di ogni giorno in cui è sempre nascosta una sconfitta e una vittoria, e non ce ne rendiamo neanche conto.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Rotola i dadi”: la vita come azzardo nella poesia di Charles Bukowski
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