Quattro amiche per sempre di Ann Brashares

A quattro anni dall’uscita dell’ultimo capitolo della fortunata quadrilogia “Quattro amiche e un paio di jeans” (comprendente il titolo principale e i tre sequel “La seconda estate”, “Il tempo delle scelte” e “Per sempre in blu”, oltre a un libretto complementare dal titolo “C’è un messaggio per te. Lettere, appunti e altro da Quattro amiche e un paio di jeans”), lo scorso anno è arrivato quello che sarà probabilmente l’epilogo di questa originale storia, immaginato a dieci anni di distanza dal momento in cui avevamo incontrato per l’ultima volta le amiche Carmen, Lena, Bridget e Tibby.

La storia delle quattro ragazze, nate quasi contemporaneamente, eterogenee e dotate di forti personalità distinte, ha la sua originalità nei pantaloni viaggianti: un paio di jeans che vengono ritrovati da Carmen alla presenza delle altre amiche. Quasi magicamente, i jeans si adattano perfettamente ai quattro fisici delle amiche, pur così diversi fra di loro. Le ragazze decidono quindi di fare dei pantaloni il loro “trait d’union” durante le vacanze: li terranno una settimana ciascuna, spedendoli poi alla prossima in lista, e potranno così sentirsi unite mentre ognuna di loro affronta da sola nuove esperienze e situazioni. Si tratta di una serie spesso classificata come diretta alle ragazzine, anche se personalmente non la troverei adatta alle ragazze troppo giovani: i temi trattati sono il rapporto difficile con una famiglia allargata, la prima esperienza sessuale buttata via senza un rapporto solido di base, l’amore disperato e ricambiato per un ragazzo lontano che mette incinta un’altra per imprudenza, il contatto con una nuova amica che nasconde un dramma contro il quale ci si può solo arrendere. Non è, quindi, una storia spensierata, ma un percorso di crescita disseminato di ostacoli, ma affrontato sempre con serenità e la certezza del sostegno dell’amicizia.

Se i precedenti quattro libri non sono leggeri come sembrerebbero, questo epilogo è ancora più problematico e intimista e potrebbe essere addirittura difficile da digerire per chi ha amato le quattro amiche. Le ragazze sono cresciute e sono entrate nel mondo degli adulti, qualunque cosa questo significhi: maturità o piuttosto appiattimento, rinuncia, inerzia? Carmen è un’attrice alle soglie di un matrimonio non si sa fino a che punto desiderato; Bridget convive con il suo grande amore, ma non riesce a lasciarsi andare completamente; Lena, malgrado altre storie, resta legata nell’intimo a Kostas, che non ha mai dimenticato; Tibby è volata lontano con il suo compagno, ed è proprio lei, la difficile Tibby, a farsi sentire sempre più raramente. Fino a che le altre tre non ricevono un suo invito a riunirsi nella casa di famiglia di Lena, in Grecia. Felici ed eccitate, le amiche partono convinte di dover passare la più bella vacanza della loro vita. Quello che le attende, però, è una tragedia, che sconvolgerà le loro vite ma soprattutto la loro stessa amicizia, della quale arrivano a dubitare e a pensare che si trattasse di nient’altro che di una farsa, una facciata. La divisione è inevitabile, ma lo choc a volte può essere salutare, e spingere chi ne è vittima a riflettere su tutta la propria vita, e, forse, anche a prendere un ruolo attivo che finora ha evitato…

E’ malinconico, questo ultimo capitolo, ma è una storia di speranza che segue alla disperazione. Per far capire che i rapporti veri si trasformano, ma restano comunque con noi per tutta la vita.