

Olympe_de_Gouges, credits She Said campaign postcard featuring Olympe de Gouges in French; © Islahaddow / CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons - Copertina del libro "Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina", Oligo editore, 2023
Nella giornata di oggi, 8 marzo, anziché celebrare le donne, come dovremmo anche negli altri giorni dell’anno, ricordiamo la figura di Olympe de Gouges che, nel 1791, segnò una tappa fondamentale nel cammino dell’emancipazione femminile con la sua Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina.
La fama di questo essenziale e affascinante documento, talvolta solo fugacemente citato nei manuali di scolastici di storia, è stata spesso oscurata dalla più celebre Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, emanata nel 1789, o dalla Dichiarazione di Indipendenza, stilata dai coloni americani solo pochi anni prima per affermare quei diritti che consideravano irrinunciabili perché naturali.
Non di meno la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina è un testo sorprendente non solo per l’eccezionalità dei suoi contenuti ma anche per il suo tempismo: Olympe de Gouges pensò bene di presentarlo in piena Rivoluzione francese, aliena da ogni benaltrismo e convinta che non poteva darsi momento migliore per avanzare le sue rivendicazioni.
Brillante e anticonformista, Olympe de Gouges fu una protagonista indiscussa del suo tempo: femminista ante litteram impegnata per tutta la vita nella difesa dei diritti delle minoranze, scrisse opere letterarie e testi politici; attiva nella rivoluzione fin dai suoi albori, pagò con la morte la scelta di militare nelle fazioni più moderate e pacifiste.
Nella giornata della festa della donna ripercorriamo, allora, la vita, le opere e le gesta di Olympe de Gouges, autrice della Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina.
La vita di Olympe de Gouges
Nata col nome di Marie Gouze, in una famiglia della piccola borghesia di Montauban, una cittadina dell’Occitania, Olympe de Gouges (17 maggio 1748 - 3 novembre 1793) era figlia naturale del padrino della madre. La sua giovinezza fu segnata dalla morte del padre legittimo e da un’educazione molto modesta. Vittima di un matrimonio combinato, a soli diciotto anni si ritrovò vedova e con un bambino molto piccolo da crescere; fu in questa occasione che assunse il nome di Olympe de Gouges e giudicò il matrimonio come
"la tomba della fiducia e dell’amore".
Grazie alla relazione con l’imprenditore Jacques Biétrix de Rozières migliorò improvvisamente la sua condizione sociale: si trasferì con lui a Parigi dove poté vivere agiatamente ed assicurare un’educazione di prim’ordine al figlio. Tuttavia non si abbandonò al lusso e ai divertimenti; gli si spalancarono, anzi, le porte della buona società: iniziò a pubblicare e a frequentare giornalisti, artisti, scrittori e filosofi. Mostrò grande interesse per la scienza, ma anche per il teatro.
Tra il 1784 e il 1789 diede alle stampe varie pièce teatrali: la prima venne messa in scena alla Comédie Francaise, di un’altra, rifiutata, gli fu contestata la maternità; scoppiò così la prima delle tante polemiche che la terranno impegnata in questi anni, soprattutto con attori e altri drammaturghi.
Nonostante ciò, questi sono senz’altro gli anni di più grande fermento intellettuale di Olympe de Gouges: oltre ai drammi, scrisse opuscoli, pamphlet e altre opere politiche, ma anche un romanzo.
Durante gli anni più caotici ed effervescenti della storia francese prese parte a tutti gli eventi della Rivoluzione, mostrandosi dapprima favorevole al progetto di una monarchia costituzionale. Delusa dalla fuga del re a Varennes, anche tra il 1789 e il 1793 continuò a frequentare le avanguardie degli intellettuali e i nobili più illuminati.
Fautrice del progetto di una rivoluzione non violenta, oltre a presentare, nel 1791, la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina all’Assemblea Nazionale, si schierò dalla parte dei più concilianti Girondini, contro i Montagnardi, e prese le difese di Luigi XVI, contrastando la proposta di condannarlo a morte.
Fu però una lettera scritta per difendere i principi democratici, e in particolare la libertà di stampa, a farsi sì che venisse arrestata e destinata al tribunale rivoluzionario. In pieno Terrore conobbe l’amaro sapore della ghigliottina il 3 novembre 1793, due settimane dopo Maria Antonietta. Anche di fronte all’evento estremo manifestò grande dignità, i cronisti dell’epoca raccontano che poco prima dell’esecuzione ebbe a dire che:
“Le donne avranno pur diritto di salire alla tribuna, se hanno quello di salire al patibolo”.
Le opere letterarie e teatrali di Olympe de Gouges
Donna di non comune bellezza, Olympe de Gouges, con i suoi ribelli riccioli neri e le scintille che attraversavano i suoi occhi quando prestava attenzione ai suoi interlocutori, mostrava anche fisicamente tutta l’intensità del suo pensiero e della sua passione civile.
Appassionata di teatro e desiderosa di dare forma, anche letteraria, alle proprie idee, dovette scontrarsi con un grave limite, che era proprio di quasi tutte le donne della sua condizione e del suo tempo: quello di essere quasi completamente analfabeta.
Per questo, nel corso degli anni dettò circa venti tra commedie e tragedie per il teatro, quasi tutte a tematica politica; oltre ad un romanzo e ad altri scritti letterari. Tra i più celebri ricordiamo:
- Mémoire de madame de Valmont (1784);
- Zamore et Mirza ou l’heureux naufrage (1785), dove denunciò la schiavitù dei neri;
- L’Homme généreux (1786), dove criticava la carcerazione per debiti eccessivi;
- Mariage inattendu de Chérubin (1786), pensata come un seguito delle Nozze di Figaro di Beaumarchais, con il quale, per questo, si scatenerà una disputa;
- Le Prince philosophe (1789), un romanzo filosofico, che trova il proprio modello ne Le lettere persiane di Montesquieu e affronta molte questioni femministe;
- Mirabeau aux Champs-Elysées (1791), in onore dell’omonimo nobile e rivoluzionario, improvvisamente morto durante la Rivoluzione;
- L’Entrée de Dumouriez à Bruxelles (1793), scritta per celebrare il generale che entrò trionfante a Bruxelles, alla guida dell’esercito francese; poco dopo, però, venne scoperto il suo tradimento e ciò non poté che nuocere a Olympe de Gouges.
Gli scritti e le iniziative politiche di Olympe de Gouges


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Le tematiche sottese ai testi teatrali e letterari le ritroviamo esposte, in modo più nitido e chiaro, nei numerosi opuscoli, trattatelli, brochure, libelli e articoli ideati da Olympe de Gouges:
- Riflessioni sugli uomini negri (1788), in cui prende apertamente posizione contro la schiavitù, proponendone l’abolizione;
- Les Démocrates et les aristocrates (1790)
- La Nécessité du divorce (1790), dove difende, con grande modernità, l’istituto del divorzio;
- Le Couvent, ou les vœux forcés (1790)
- L’esprit français (1791), un breve scritto indirizzato all’Assemblea, dove, nonostante la fuga di Varennes, difendeva il re e confermava la sua posizione monarchico-costituzionale;
- La France sauvée, ou le tyran détrôné (1792)
- La fierté de l’innocence, ou le silence du véritable patriotisme (1792), dove criticò gli omicidi politici, la pena di morte e, in particolare, le esecuzioni mediante la ghigliottina;
- Il Pronostic sur Maximilien Robespierre (1792), che tratteggia un impietoso ritratto di Robespierre, descritto come distruttivo, assetato di sangue quanto un vampiro e sostanzialmente inadeguato per decidere le sorti della Rivoluzione;
- Il Testament politique (1793), scritto poco prima di morire.
Dai titoli di queste opere si comprende bene quanto avanzate fossero le idee politiche di Olympe de Gouges, probabilmente troppo visionarie progressiste anche per la temperie rivoluzionaria.
Di sincera fede monarchica, ella si spese senza riserve per evitare in tutti i modi la morte cruenta di quel sovrano che avrebbe voluto limitato da una Costituzione.
Avversa alla pena di morte, al razzismo e alla schiavitù, difese i diritti dei bambini nati al di fuori del matrimonio, presentò progetti di leggi per realizzare una guardia nazionale femminile e per migliorare le condizioni igieniche degli ospedali, così da ridurre la mortalità femminile. Indicò, quindi, anche soluzioni concrete per realizzare l’emancipazione femminile.
Negli ultimi anni di vita ideò una Festa della Legge, per la quale raccolse anche dei fondi e si schierò con i Girondini, moderati e federalisti.
Proprio per stabilire l’assetto costituzionale che avrebbe dovuto avere la nuova Francia propose un referendum popolare che avrebbe dovuto chiamare i cittadini a scegliere una forma di governo tra la repubblica, la federazione e la monarchia. Fu quest’ultima iniziativa che determinò il Tribunale rivoluzionario a farla prima arrestare e, poi, uccidere.
La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (1791)


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Ciò che, però, rende ancora oggi nota Olympe de Gouges è la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, ideata per realizzare un’uguaglianza sostanziale che i rivoluzionari dell’altro sesso avevano del tutto trascurato. Dedicò lo scritto a Maria Antonietta e lo strutturò in un Preambolo e 17 articoli, molti dei quali ironicamente ispirati a quelli che trovano posto nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Quando la presentò per la prima volta all’Assemblea Nazionale, per farla adottare, Olympe de Gouges rivolse queste domande i delegati:
“Uomo, sei capace d’essere giusto? È una donna che ti pone la domanda; tu non la priverai almeno di questo diritto. Dimmi: chi ti ha concesso la suprema autorità di opprimere il mio sesso?”
Con la sua audacia Olympe de Gouges rivendicava la convinzione che
La Donna nasce libera e ha gli stessi diritti dell’uomo (Art. 1)
Proprio per questo l’uomo era chiamato a:
- rinunciare a quella tirannia sulle donne che impediva loro di esercitare i propri diritti naturali (Art. 4),
- assicurare alla donna l’esercizio della libertà d’opinione (Art. 10),
- accettare che questa potesse riconoscere i figli nati al di fuori del matrimonio e attribuirne la paternità (Art. 11)
- accordarle quella comunione dei beni che, in caso di separazione o divorzio, si sarebbe tradotta in un’equa divisione delle proprietà prima condivise (Art. 17).
Si trattava di rivendicazioni così all’avanguardia per l’epoca da risultare scandalose: il Terrore non ci pensò due volte a mandare a morte Olympe de Gouges che, però, col suo coraggio, segnò la prima tappa di un cammino di libertà e di lotta che avrebbe impegnato le donne dei due secoli successivi e che, ancora oggi, è purtroppo ancora lontano dalla sua effettiva realizzazione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Olympe de Gouges, l’autrice della Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina
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