

Ricorre oggi 9 ottobre l’anniversario della nascita di Niccolò Tommaseo, una delle personalità intellettuali più illustri dell’Italia ottocentesca. A lui dobbiamo opere significative per la storia della nostra lingua, come il Nuovo dizionario de’sinonimi della lingua italiana (1830) e il grande Dizionario della lingua italiana edito in quattro volumi e completato solo dopo la sua morte.
Tommaseo fu anche un patriota, un rivoluzionario e un poeta, uno dei primi uomini a battersi per la libertà di stampa e a sostenere l’idea che la poesia dovesse essere un’espressione del bello, dell’utile e del vero, affiancandosi così a una morale cristiana. Personalità cosmopolita e complessa, fu amico di Manzoni e nemico illustre di Giacomo Leopardi.
La vita tumultuosa e le idee rivoluzionarie di Niccolò Tommaseo si riverberano tra l’altro nelle voci da lui scelte per il dizionario (il famoso Tommaseo-Bellini), che fu definito provocatoriamente da Giorgio Bàrberi Squarotti come uno “dei grandi esempi di invenzione letteraria”.
Il dizionario redatto da Niccolò Tommaseo rispondeva all’impulso unitario del Risorgimento, realizzando attraverso il collante della lingua ciò che sino ad allora era stato compiuto solo con l’ausilio della spada: a guidare la monumentale impresa di Tommaseo, affiancato da Bernardo Bellini, fu la necessità di dare una lingua comune alla patria, all’Italia appena nata.
Niccolò Tommaseo: la vita
Niccolò Tommaseo nacque a Sebenico, in Dalmazia, il 9 ottobre 1802. Era figlio di un commerciante, Girolamo, e di un’umile massaia illetterata di nome Caterina Chevessich. Il piccolo Niccolò fu istruito in casa dallo zio Antonio, un frate, considerato tra le persone più sagge della famiglia. Fu sempre lo zio, in seguito, a indirizzarlo presso il seminario di Spalato. Ma il giovane Tommaseo dimostrò fin da subito due caratteristiche singolari: aveva le idee chiare e un’indole ribelle. Decise che avrebbe studiato Legge e quindi si trasferì a Padova per compiere gli studi classici. Si laureò effettivamente in Giurisprudenza nel 1822, ma non esercitò mai la professione di avvocato, preferì dedicarsi al giornalismo e alla letteratura. Lavorò per vari giornali dell’epoca, tra cui il Giornale sulle scienze e lettere delle provincie venete di Treviso e, in parallelo, sviluppò una passione per la Linguistica.
Aveva a proposito della lingua italiana delle idee radicali: fu uno dei primi ad affermare, infatti, la preminenza del volgo toscano sulla lingua artefatta promossa dagli intellettuali nei loro scritti.
Nel 1827 Tommaseo si trasferì a Firenze dove collaborò all’Antologia di Giovan Pietro Vieusseux per cui scriveva di letteratura, filosofia e lessicografia. In questi anni strinse amicizia con Alessandro Manzoni (anche Tommaseo avrebbe scritto un’ode per la morte di Napoleone, Ndr) e polemizzò con Giacomo Leopardi, di cui stroncò impietosamente le Operette morali pubblicate da Antonio Fortunato Stella.
Niccolò Tommaseo e Giacomo Leopardi
L’opinione di Tommaseo sulle prose leopardiane non era lusinghiera:
Ho letto il libro del Conte Leopardi: […] i principii tutti negativi, non fondati a ragione, ma solo a qualche osservazione parziale, diffondono e nelle immagini e nello stile una freddezza che fa ribrezzo, una desolante amarezza.
Ai tempi tuttavia l’opinione dell’illustre letterato contava eccome; molto più di quella del poeta, che era inoltre mal visto dai circoli intellettuali fiorentini. Ormai Tommaseo è ricordato come il più celebre detrattore di Giacomo Leopardi, le sue opinioni sul poeta di Recanati non furono mai promettenti. Anni dopo, nel 1835, stroncò persino i Canti leopardiani, naturalmente sempre prendendo di mira l’illustrissimo autore che - è chiaro - a Tommaseo proprio non andava a genio, ma del resto l’insofferenza era reciproca:
è elegantemente disperato, prolissamente dolente, e dottamente annoiato di questa misera vita
I due si risposero letteralmente per le rime in un duello di versi destinato a fare storia. Leopardi considerava Tommaseo un “lessicografo altezzoso”, dei cui libri non si capiva nulla. In un epigramma dell’agosto 1836 lo sbeffeggiava, mentre il letterato era in esilio in Francia, affermando che povera Italia a renderla nota in terra straniera c’era l’illustre sconosciuto Niccolò Tommaseo.
L’altro, sentendosi sminuito, rispose attaccando il poeta di Recanati sul piano fisico “Natura con un pugno lo sgobbò”. La canzonatura di Tommaseo apparve nel 1838, dopo la morte del poeta dell’Infinito, ma di certo son versi che non fanno per niente onore a Niccolò Tommaseo e in un qualche modo concludono la diatriba tra lui e Giacomo Leopardi decisamente a favore del poeta.
Niccolò Tommaseo il rivoluzionario


Link affiliato
Negli anni Trenta dell’Ottocento Tommaseo fu costretto ad autoesiliarsi in Francia perché il governo austriaco non approvava le sue posizioni libertarie sempre gridate nei suoi articoli di giornale. Visse a lungo a Parigi, dove continuò a scrivere e a pubblicare opere di varia natura: dal pamphlet politico Dell’Italia (1835) alla raccolta poetica Confessioni (1836), sino al racconto storico Il Duca di Atene (1837) e il Commento alla Divina Commedia di Dante (1837).
Si spostò quindi in Corsica per poi fare ritorno a Venezia, dove concluse la sua opera capolavoro, il romanzo Fede e bellezza (1840) da molti considerato come un preludio della letteratura di Fogazzaro. Era un romanzo introspettivo, in parte autobiografico e in parte pedagogico, scritto sul modello della narrativa francese di quegli anni.

Recensione del libro
Fede e bellezza
di Niccolò Tommaseo
Ma il versatile e geniale Niccolò Tommaseo, letterato a tutto tondo, era sempre nel mirino della polizia asburgica che di nuovo lo arrestò per le sue opinioni sovversive a favore della libertà di stampa. Incarcerato, poi rilasciato, fu infine esiliato a Corfù dove iniziò a sviluppare i primi sintomi di una grave malattia agli occhi - probabile conseguenza della sifilide - che lo avrebbe condotto a perdere la vista. Fece ritorno a Torino e infine, nel 1857, nella cara Firenze dove sarebbe rimasto sino alla morte. Negli ultimi anni della sua vita Niccolò Tommaseo lavorò, con Bernardo Bellini, al monumentale progetto del Dizionario della lingua italiana. L’opera sarebbe stata completata definitivamente solo dopo la sua morte, avvenuta il 1° maggio 1874 a Firenze in seguito a un attacco di apoplessia.
Il dizionario della lingua italiana di Tommaseo


Link affiliato
Il Dizionario di Tommaseo non fu il primo vocabolario della lingua italiana, ma uno dei pochi che abbia mantenuto la propria validità come strumento di consultazione. Il primo volume, uscito nel 1861 per le edizioni torinesi di Luigi Pomba, fu considerato un vero e proprio “monumento all’Italia Unita”.
Per la prima volta con Niccolò Tommaseo inoltre un vocabolario della lingua rivelava la traccia - in questo caso proprio l’impronta - della sua paternità. Le voci del dizionario erano corredate da una sigla che sottolineava l’importanza del redattore; fatto che prima di allora, nei dizionari redatti dagli Accademici della Crusca, non si era mai verificato, preferendo mantenere un più consono anonimato dei redattori. Tommaseo invece, che pure dal 1866 era membro della Crusca, decise di aggiungere al suo testo interpretazioni, definizioni e commenti che lasciavano da parte qualunque pretesa di oggettività.
Uno dei più illustri collaboratori dell’autore fu Bernardo Bellini che lo affiancò e portò a termine, sebbene ormai molto anziano, il monumentale lavoro dopo la sua morte, ragion per cui il dizionario oggi è noto con la dicitura doppia di “Tommaseo-Bellini”.
Il grande pregio del dizionario di Tommaseo è dovuto anche a ragioni storiche: era nato in concomitanza con l’Unità e rispondeva a una delle maggiori necessità di quel periodo, ovvero all’urgenza di una lingua nazionale unificante, al bisogno di unire “la lingua alla patria come una stringa”, come si legge nella prefazione al primo volume.
L’opera fu completata a Firenze il 19 marzo 1879, grazie al sostegno di Giuseppe Meini che affiancò l’anziano Bellini nel lavoro proseguendo ciò che Tommaseo aveva lasciato incompiuto.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Niccolò Tommaseo, l’autore del Dizionario della lingua italiana
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Lavoro con i libri News Libri Storia della letteratura Niccolò Tommaseo
Lascia il tuo commento