Le caprette di Agitu affronta la storia drammatica e di coraggio di Agitu Ideo Gudeta, donna etiope costretta a fuggire dalla sua terra per essersi opposta al "land grabbing" messo in atto dal suo paese e dalle maggiori potenze mondiali, quell’accaparramento di terra che negli anni ha impoverito le popolazioni locali e devastato pianure e foreste. Agitu, che si era costruita una nuova vita tra le montagne del Trentino fondando la sua azienda "La capra felice", è stata uccisa nel dicembre 2020. Il libro racconta ai bambini della scuola elementare questa sua storia. Intervistiamo l’autrice Laura Corsini per conoscerlo meglio.
- Come ti è venuta l’idea di scrivere un libro su Agitu?
Quando ho letto sui quotidiani della tragica vicenda di Agitu ho provato una sensazione strana. Dolore, sicuramente, e al contempo la voglia di raccontare di lei, di non permettere che venisse dimenticata. Non la conoscevo, ma andando a cercare notizie in rete mi sono lasciata sempre più travolgere dal suo coraggio, dalla voglia di andare avanti e non lasciarsi abbattere nonostante le difficoltà. Decisi che sarebbe stato necessario scrivere su di lei; glielo dovevo perché il suo sogno non svanisse completamente. La morte non è la cosa peggiore, il peggio è quando crolla un sogno.
- Come sei riuscita a raccontare per piccoli lettori una storia così complessa e difficile?
Mi ha aiutato una capra. Agitu aveva tante caprette che amava e chiamava per nome, così ho lasciato che fosse la vecchia Trilli a raccontare, in modo che tutto fosse ammantato di fiaba, però non privo di spunti di riflessione.
- Cosa ti ha colpito di più della storia di Agitu?
Mi ha colpito la sua fiducia. Agitu si fidava di tutti, per quanto avesse vissuto vicende pericolose e avesse rischiato la vita per difendere i suoi ideali. Lasciava la porta sempre aperta, non si era fatta diffidente e questo mi fa pensare a una persona non comune, a una sorta di martire. Solo le persone non comuni non si lasciano influenzare dagli eventi e vivono coraggiosamente la vita, e Agitu era una di queste.
- Cosa vorresti dire ai bambini con questo piccolo libro?
Lavorando in una biblioteca vedo entrare negli scaffali tante storie di personaggi, di grandi uomini o donne. Marie Curie, le suffragette, Einstein, Leonardo. Sono esempi per i bambini e le bambine. Però accanto a questi del passato sarebbe bello e giusto portare esempi del presente, propri di questo tempo diverso che stiamo vivendo, perché il personaggio del passato è visto da un bambino (me lo ricordo bene) come qualcosa di inarrivabile, lontano, da mettere su una sorta di piedistallo o in una vetrina. Gli esempi positivi coevi invece ci insegnano che anche nel presente è possibile far qualcosa, ognuno nel silenzio della sua vita. Non occorre essere chissà chi per provare a migliorare il mondo.
- E l’Africa?
L’Africa nelle cartine è sotto l’Europa, e questo già è un segnale di come noi europei la consideriamo da sempre. L’Africa è un bel giardino da sfruttare, senza badare a tutte le terribili conseguenze. E invece dall’Africa abbiamo molto da imparare. Agitu aveva portato la filosofia dell’Africa, dei pastori Oromo, tra le montagne del Trentino, dimostrando che anche lì quel metodo funzionava. E che era l’unico che avrebbe salvato l’umanità. Ecco il perché del mio tributo a lei.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "Le caprette di Agitu": intervista a Laura Corsini
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