Longanesi nella sua Collana “La Gaja Scienza” edita “La terra maledetta” (2018, titolo originale La tierra maldita, traduzione di Stefania Cherchi e Claudia Marseguerra, pp. 736, 19,90 euro) di Juan Francisco Ferrándiz, nato a Cocentaina (Alicante) nel 1971.
“Una ricostruzione splendida di un’epoca segnata da sanguinose lotte per il potere”, con questa sintetica, ma efficace frase Ildefonso Falcones, il celebre autore catalano che ha stregato la critica e i lettori con “La cattedrale del mare” (Longanesi 2006), ha definito il romanzo di Ferrándiz. Quest’ultimo come Falcones è avvocato/scrittore ed entrambi hanno una passione per la storia, specialmente quella per Barcellona, città magica e piena di segreti.
“La terra maledetta” edito in patria nel 2018, che rappresenta il più grande successo di Ferrándiz in corso di traduzione in 12 Paesi, è animato da una moltitudine di personaggi perfettamente caratterizzati, racconta con piglio epico la Barcellona del IX secolo. Allora Barcellona era semplicemente l’ultima città del Sacro Romano Impero, il quale dopo la scomparsa di Carlo Magno, era preda di lotte fratricide a causa della sete di potere e miserie. Barcellona quindi era un piccolo e sparuto avamposto, al limite estremo della Marca Hispanica, “tra le ombre della desolazione e il luminoso Mediterraneo”, che resisteva. Ma nell’anno 801, quando era stata strappata all’Emirato di Cordova, Barcellona aveva subito sette tremendi attacchi saraceni, Re e conti sapevano bene che abbandonare la Marca Hispanica al loro destino avrebbe significato un pericolo gravissimo per l’Impero, ma le guerre tra i discendenti di Carlo Magno avevano steso come un velo di oblio su quella frontiera, dalla quale giungevano storie tremende.
Barcellona e la Marca erano luoghi spaventosi.
Con la Pace di Coblenza del giugno 860, i quattro re carolingi discendenti di Carlo Magno si erano spartiti il Sacro Romano Impero, ma Barcellona continuava a essere razziata dai saraceni, quindi i notabili della città chiesero a Carlo il Calvo di nominare un vescovo che andasse a occupare la sede vacante. Infatti, compito dei vescovi era di governare la propria diocesi, controbilanciando il potere dei conti e incassando una parte dei tributi. Inoltre i vescovi avevano un proprio sigillo reale, era questa per Barcellona l’ultima speranza.
Ed è qui che la nostra storia ha inizio: Carlo il Calvo incarica Frodoino, rampollo del nobile casato dei Rairan di Reims, di riportare civiltà e ordine nella città, terminare la costruzione della cattedrale, nominandolo vescovo di Barcellona. Una missione sacra, giacché laggiù nella Marca Hispanica c’era bisogno di servi del Signore motivati e coraggiosi come Frodoino. Una sacra missione, certo, ma anche pericolosa, perché “quella terra è maledetta”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “La terra maledetta", un grande romanzo storico di Juan Francisco Ferràndiz
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