La stella a sei punte di Antonio Falco

Antonio Falco nasce a Torino, dove tuttora lavora come tecnico informatico presso l’Università di Torino. Dopo aver pubblicato il suo primo libro, Il cane che avrebbe dovuto chiamarsi Fido, pubblica un nuovo libro con la casa editrice torinese Il Ciliegio, intitolandolo così: La stella a sei punte, un giallo intrigante, dai risvolti inaspettati.
Ambientato a Torino, il romanzo racconta la tragedia della scomparsa di Elena Marangoni, giovane ragazza appartenente alla Torino bene. Chi era Elena?

Capelli castani, lisci e lunghi fino alle spalle, occhi del medesimo colore, ma cangianti nel verde a seconda dell’angolazione da cui venivano colpiti dalla luce, e lineamenti dolci e attraenti. (…) le piaceva essere ambita e allo stesso tempo non farsi desiderare per troppo tempo, ragion per cui a vent’anni non ancora compiuti, aveva già collezionato un discreto numero di relazioni.

La ragazza un brutto giorno scompare nel nulla. La famiglia all’inizio non è molto preoccupata, perché la crede in compagnia dell’amica di una vita, Margherita. Con il passare delle ore la situazione muta, anche perché quest’ultima afferma di non averla vista né sentita. Il telefono risulta irraggiungibile e la famiglia non sa più che pensare. I genitori sono due avvocati, specializzati in cause che riguardano reati ambientali, e in apparenza è tranquilla e fondata su solidi principi. I genitori hanno altri due figli maschi, che sembrano all’oscuro di tutto quanto attiene alla sorella. Così quando Elena viene trovata morta all’interno di un casolare abbandonato non sanno darsi pace e non capiscono così sia accaduto.
Le indagini, difficili e ostiche, sono condotte da un team di poliziotti specialistici, che si chiamano Squadra T. Che significa? La Squadra T sta per “Trasversale”, e si occupa di particolari reati, particolarmente violenti:

Il principio guida della loro attività era che il nuovo reparto sarebbe intervenuto esclusivamente in caso di crimini che richiedevano un’indagine un po’ più approfondita del normale. I furti, gli scippi, le risse, e così via erano considerati reati minori: drammi per chi li viveva e soprattutto chi li subiva, ma vicende che, dal punto di vista del poliziotto, erano semplici e senza conseguenze.

La Squadra era composta da sei elementi: quattro uomini e due donne. In particolare nel libro si va distinguendo l’operato di Giulia Rinaldi:

La giovane agente era una ragazza normale, non caratterizzata da una bellezza fuori dal comune, ma piacevole. Aveva un bellissimo sorriso, e, quando lo faceva splendere sul suo volto, il suo fascino aumentava notevolmente.

Riusciranno a far luce su questa tragedia?
L’indagine si svolge su due piani paralleli che per la maggior parte del romanzo viaggiano su due binari diversi: da una parte si cerca di far luce profonda sulla famiglia Marangoni e sui suoi segreti, soprattutto per quanto attiene al padre Enrico, una figura alquanto ambigua. E dall’altra l’indagine vera e propria condotta da un team di specializzandi, che qui vengono colti non soltanto sul piano lavorativo, ma anche sul piano strettamente soggettivo, colti nel loro intimi sentire e vivere.
Fino alla soluzione finale, inaspettata e complicata.

Un romanzo di genere, caratterizzato da una prosa fluida e precisa, con ottimi riferimenti all’ambientazione data dalla città di Torino, colta nelle sue infinite peculiarità, tanto da assurgere a quasi seconda protagonista del narrato. Una storia che ha radici profonde, che vengono svelate con parsimonia, così da intrigare sempre più il lettore curioso.
Una lettura avvincente e intrigante, completano il quadro di un romanzo che attrae irresistibilmente gli amanti del genere e non solo. Una vicenda dei tempi nostri, condotta con particolare sapienza narrativa dall’autore. Il primo episodio di una trilogia, che promette sviluppi interessanti.