La sfida del secolo. Storia dei fratelli nemici che fondarono Adidas e Puma di Barbara Smit

Vi è mai capitato di farvi domande su chi ha creato le scarpe, i pantaloni, magari l’orologio o quello che indossate? Il libro La sfida del secolo. Storia dei fratelli nemici che fondarono Adidas e Puma di Barbara Smit (Limina, 2025) ci porta alla scoperta della storia e delle numerose vicissitudini familiari dei Dassler, che un centinaio di anni fa cambiarono per sempre il mondo delle scarpe sportive.

La Smit, pagina dopo pagina, ci accompagna alla scoperta delle vite di Adolf (Adi) e Rudolf (Rudi) Dassler, i fondatori della Adidas e della Puma (all’inizio Ruda, nome che non suonava molto bene per il mercato) e del loro lavoro. Le origini sono davvero secolari, nel senso che il primo cenno all’esistenza della produzione di scarpe per mano dei fratelli risale proprio al 1924, quando Adolf Dassler, figlio del calzolaio Christoph von Wilhelm Dassler, iniziò a produrre scarpe da calcio nella lavanderia della madre Pauline a Herzogenaurach, in Baviera. Lo stesso anno con il fratello maggiore Rudolf, i due crearono la Gebrüder Dassler Schuhfabrik (fabbrica di scarpe dei fratelli Dassler); Adi si occupava della realizzazione materiale delle calzature, mentre Rudi era alla distribuzione. Fin da subito per l’azienda fu un successo e a consolidarlo a livello mondiale ci pensarono pure le Olimpiadi del 1936, quando tra gli atleti che indossavano le scarpe dei fratelli Dassler c’era il velocista Jesse Owens. Passata la guerra - e qui l’autrice racconta dettagli anche su ciò che i due fratelli fecero durante gli anni del regime nazista -, le tensioni tra Adi e Rudi aumentarono a tal punto da diventare insanabili e così drastiche da portare Rudolf/Rudi a fondare, nel 1947, la propria azienda, la Ruda, denominata poi Puma. Nel 1949, Adi fece ufficialmente registrare l’Adidas.
Da questo momento in poi, come racconta con attenzione al singolo dettaglio la Smit, cominciò una vera e propria sfida tra i due produttori di scarpe. Una storia complicata e avvincente, ma anche molto affasciante per quel narrare la crescita e la trasformazione non solo delle scarpe, ma anche del metodo di produzione e distribuzione. In questo libro, che affonda le radici nella realtà ma sembra un vero e proprio romanzo, la scrittrice mette nero su bianco la storia di una famiglia, dei dissidi e sospetti costanti e continui tra i fratelli che portarono a una completa rottura e a una profonda competitività sul mercato non solo tra i due consanguinei, ma anche con gli altri storici e emergenti marchi sportivi (la Nike per esempio).
Visto che non sempre è tutto oro quello che luccica, La sfida del secolo. Storia dei fratelli nemici che fondarono Adidas e Puma affronta anche le ostilità e tensioni interne alla famiglia di Adi e a quella di Rudi, dove spesso i capifamiglia si scontrarono con i figli al loro fianco nella gestione aziendale (Horst per Adi, Armin per Rudi), provocando insoddisfazione, allontanamenti e scelte lavorative a volte conflittuali, fino al raggiungimento della soluzione migliore per le aziende e per chi ci lavorava, al fine di evitarne il tracollo. Certo è che Adidas e Puma, nel corso della loro storia, cercarono di conquistare sempre più atleti per convincerli a indossare le loro scarpe e l’abbigliamento sportivo, conquistando per esempio il mondo del basket americano e dell’atletica leggera così come del calcio, arrivando anche a quello della musica per l’Adidas negli anni’ 80 con i Run DMC e l’hit Walk this way, per citarne qualcuno.
La sfida del secolo. Storia dei fratelli nemici che fondarono Adidas e Puma di Barbara Smit, tradotto da Francesca Giulia La Rosa, è un viaggio nella storia alla scoperta del mondo dei fratelli Dassler e del loro lavoro, con una ricchezza di dettagli, di frammenti di vita che rendono coinvolgente non solo scoprire come sono nate le Adidas e le Puma e l’alta competizione tra le due aziende, ma aiutano a capire anche il sottile legame tra i due fratelli bavaresi di Herzogenaurach e le star del calcio come David Beckham, quelle della musica e del cinema e dei tanti cittadini comuni che indossano Adidas o Puma.