La cena delle verità di Annalisa Consolo

In genere dai romanzi vengono tratti film o più spesso serie televisive da vendere alle diverse piattaforme. Nel caso di questo primo romanzo della autrice di una web series, Annalisa Consolo, è avvenuto il contrario: questo libro, La cena delle verità (Ares, 2021), è l’adattamento letterario di un materiale che, trasportato in romanzo che scandaglia la psicologia delle quattro coppie protagoniste, risulta alla lettura un po’ ibrido e per me non troppo convincente, malgrado alcune trovate brillanti e una certa comicità nel descrivere situazioni paradossali.

In una stazione dei carabinieri di una città non nominata, si trovano quattro coppie che, dopo una cena conviviale, erano finite a darsele di santa ragione, svegliando l’intero quartiere. Testimoni muti e perplessi, incapaci di comprendere, i carabinieri cercano di decifrare comportamenti assurdi a cui uomini e donne, professionisti, avvocati, un professore di liceo, una casalinga prolifica, una psicologa, si erano lasciati andare. Una sit comedy a tratti grottesca, un po’ incongrua, con una strizzata d’occhio di troppo alla “caciara cacofonica” di troppi programmi televisivi.

L’autrice dà voce a ciascuno dei protagonisti, a cui si aggiungono anche come non troppo muti comprimari, una baby sitter, un runner che consegna pizze, una portiera che brandisce una mazza col mocio e un secchio, e tre piccoli urlanti, che fanno da coro alla cena degli incauti adulti, tutti in crisi di coppia anche se fino al momento dell’invito a cena nella grande cucina di Monica, pessima cuoca gelosa, e Davide, professore d’italiano un po’ sfigato, non se ne erano resi conto.

Basta che una delle donne, la psicologa Emma, sia stata casualmente incontrata nel pomeriggio da uno degli uomini della comitiva, che la farsa/tragedia/pochade si riveli e produca conseguenze tragicomiche, nelle quali tutti i presenti trovano una parte.

Linguaggio colloquiale e ritmi serrati della narrazione che sembra tuttavia procedere per stereotipi. I personaggi sono accennati e mai troppo approfonditi e il risultato non è troppo riuscito a mio parere dal punto di vista letterario, mentre le storie di adulterio vero o immaginato rimangono in superficie. Pizze gelate nel cartone, un arrosto bruciato, una bottiglia di rosso infranta, una gravida sempre sul punto di vomitare, due carabinieri interdetti, una portinaia curiosa, una notte da dimenticare. Un romanzo che promette più di quanto riesca a dare.