foto di Heidi Marfitt
Imogen Clark ha uno straordinario talento narrativo, e La felicità nei giorni di pioggia (Libreria Pienogiorno Editore, 2025, traduzione di Sara Puggioni) è in breve divenuto un bestseller da oltre un milione di copie vendute.
Abbiamo avuto l’enorme piacere di intervistarla.
L’intervista a Imogen Clark
- Ciao Imogen, ti ringrazio per avere accettato di rilasciarmi un’intervista per approfondire alcuni temi trattati nel tuo romanzo. Angie e Yax si sono conosciuti durante la “1996 Newbury bypass protest”: raccontaci in cosa consistette e cosa erano i twigloo.
Negli anni ’90 il governo britannico voleva costruire un’enorme strada che aggirasse la città di Newbury, ma per farlo dovette attraversare la campagna e distruggere alcuni antichi boschi - tra cui quasi 10.000 alberi secolari. I manifestanti ambientalisti si accamparono lì, vivendo arrampicati sugli alberi in modo che gli operai edili non potessero abbatterli. Dopo sei mesi, i costruttori della strada vinsero e la protesta terminò. Nel romanzo immagino che i miei personaggi Angie e Jax si siano incontrati per la prima volta durante questa protesta sulle cime degli alberi.
Un twigloo è un rifugio, un po’ come un igloo di ghiaccio, ma fatto di ramoscelli e rami. I twigloo vennero costruiti per offrire riparo ai manifestanti mentre vivevano sugli alberi.
- Parliamo ora dei cinque personaggi del romanzo: Angie, Leon, Maggie, Tiger e Hope. A chi ti sei ispirata per creare questi personaggi? Quale fra le ragazze è a te più simile? E inoltre: la costruzione di quale personaggio è stata più difficile?
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Creo tutti i miei personaggi partendo da zero: non sono mai basati su persone reali. Nel creare questi personaggi sono partita dal ruolo assegnato a Romany. Ad esempio, a Tiger è stato chiesto di mantenere ampi gli orizzonti di Romany - quindi sapevo che sarebbe stato un viaggiatore, ma Angie era anche a conoscenza del fatto che Tiger stava fuggendo da uno stile di vita stabile – e quindi questo era un problema che doveva superare. Come avvocato, Maggie è organizzata ed efficiente, ma è anche preoccupata di correre rischi - una debolezza che riesce a colmare entro la fine del libro. Leon ha talento, ma ha paura di mettersi in gioco. Angie riconosce tutti questi difetti nei suoi amici e spera che, chiedendo loro di prendersi cura di Romany, anche loro vedano i propri difetti e trovino un modo per rimediare.
Immagino che all’epoca in cui ho scritto il libro La felicità nei giorni di pioggia fossi più simile a Maggie - ma Tiger, che è completamente l’opposto di Maggie, era la persona a cui più avrei voluto assomigliare.
Hope è stato il personaggio più difficile da creare perché è quello di cui i lettori devono sapere meno - e nemmeno gli altri amici la conoscono: è stato quindi difficile svilupparla senza rivelare troppo della vicenda.
- “Gli amici di vecchia data avevano qualcosa di speciale”: parlaci del valore dell’amicizia e di come i rapporti di amicizia possono cambiare negli anni.
Credo che gli amici con cui condividi esperienze per la prima volta nella vita tendano a essere più intimi degli amici che incontriamo più avanti. Invecchiando, non sempre condividiamo gran parte della nostra vita, o forse mostriamo ad alcuni amici una parte di noi stessi e ad altri qualcos’altro.
In definitiva, nessuno ha un quadro completo della situazione tanto quanto le persone con cui cresciamo.
- Romany sta leggendo “Il Signore delle Mosche” di William Golding. E tu cosa leggi? Quali sono i tuoi autori preferiti che ci suggerisci di non perderci?
Leggo molto, e i miei autori preferiti sono quelli che tendono a scrivere romanzi drammatici incentrati sui personaggi. Ti posso citare ad esempio Kate Atkinson, Sarah Winman e Rachel Joyce, ma apprezzo anche la narrativa poliziesca di Richard Osman, Robert Galbraith e Stephen King.
- Parlaci dei millenial, del loro narcisismo e dei rapporti che creano con Instagram: come sono cambiati secondo te i giovani rispetto alla generazione dei tuoi protagonisti?
Il mondo era molto diverso quando crescevo negli anni ’80, senza internet e smartphone, ma non credo che i giovani siano diversi: si limitano ad affrontarlo così come lo vedono. Sono sicura che se io e i miei amici avessimo avuto Instagram quando eravamo bambini, anche noi ci saremmo concentrati su quello.
- Tutti i tuoi personaggi devono superare, ciascuno a modo proprio, il lutto per la perdita di Angie. Come si supera un lutto a tuo avviso? Cosa è di maggior supporto in quella situazione?
Il dolore è un’emozione difficile da affrontare per tutti, e ognuno lo gestisce in modo diverso. Non ci sono modi giusti e sbagliati.
Nel mio libro, i personaggi si appoggiano l’uno all’altro perché hanno tutti amato Angie, tutti stanno soffrendo per la sua mancanza e quindi sanno che si capiranno. Avere amici e familiari a cui appoggiarsi spesso rende una situazione dolorosa più facile da sopportare.
- Parlaci dei progetti che hai ora in corso: stai scrivendo altri romanzi? Avremo la possibilità di leggere qualche tuo nuovo libro in traduzione italiana?
Il mio prossimo libro, Model Conduct, uscirà a Maggio 2026 e sto attualmente anche scrivendo un libro che verrà pubblicato nel 2027. Quest’ultimo parla di una vacanza in famiglia nel Sud della Francia e, come ci si può aspettare, è pieno di segreti e cose non dette.
Spero vivamente che altri miei libri vengano tradotti in italiano, e credo che ci siano già dei progetti in cantiere in tal senso.
Recensione del libro
La felicità nei giorni di pioggia
di Imogen Clark
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Imogen Clark, in libreria con “La felicità nei giorni di pioggia”
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