

La casa editrice Imprimatur ha portato in libreria, dallo scorso 1 settembre, “Sei lezioni di Economia. Conoscenze necessarie per capire la crisi più lunga (e come uscirne)” un saggio di carattere (semi)divulgativo, firmato dal professor Sergio Cesaratto, Ordinario di Economia della crescita, Politica monetaria e fiscale nell’Unione Monetaria Europea e Post-Keynesian Economics all’Università degli Studi di Siena.
Destinato a chi, in questi anni, non ha mai accettato le spiegazioni convenzionali di una crisi devastante e l’idea che l’Italia sia
“un Paese corrotto, fortuna che Europa ed euro ci fan rigare dritti”
il saggio di Sergio Cesaratto racconta, con passione intellettuale e impegno civile, gli arcani delle politiche di Draghi e il fallimento dell’Europa, intrecciando sapientemente gli eventi più recenti e lo scenario economico soggiacente - dai perdenti della globalizzazione alla bancarotta dell’euro - con lo scontro fra grandi teorie economiche - Marx, Sraffa e Keynes, fino al neoliberismo - delineatosi negli ultimi due secoli.
Da Adam Smith a Schauble, l’ambizione del volume è rinvenire nella teorie economiche che si sono succedute negli ultimi duecento anni, le radici teoriche delle drammatiche vicende della crisi europea e dell’euro, e del declino del nostro Paese. Non basta prendersela col “neoliberismo”, le “banche malvagie”, la “finanza speculativa” o la “corruzione”.
Si deve scavare nelle fondamenta della teoria convenzionale che è dietro le politiche monetarie e fiscali europee, la deregolamentazione finanziaria, lo smantellamento dei diritti sociali (le cosiddette “riforme strutturali”), il mercantilismo tedesco.
Muovendo dalle teorie di Sraffa e Keynes e dalla letteratura eterodossa, il volume mostra la debolezza di quelle fondamenta e la natura conservatrice della costruzione europea. Analisi economica critica e realismo politico ci suggeriscono che, sfortunatamente, un’ “altra Europa” non è possibile in quanto le entità politiche e monetarie sovranazionali hanno un’insopprimibile impronta liberista, e sono funzionali a smantellare gli spazi nazionali in cui si esprime il conflitto sociale che, se regolato, è il sale della democrazia.

Le “Sei lezioni di Economia” che compongono il volume danno vita a un percorso che muove rapidamente dalla teoria alla pratica e che si pone l’obiettivo di mostrare la rilevanza di certe idee economiche per comprendere dinamiche e scenari odierni.
La teoria del sovrappiù degli economisti classici, ripresa in seguito da Piero Sraffa, è utile per darsi ragione del mercantilismo tedesco mentre la lezione dedicata ai marginalisti consente di capire perché l’attuale teoria economica imperante ritenga che la flessibilità del mercato del lavoro possa portare alla piena occupazione.
Posta la premessa che non si possa fare buona analisi della realtà se non si sono capite prima le teorie e che una teoria può essere battuta solo contrapponendogli un’altra teoria, migliore, perché capace di confutare la prima, tanto nella seconda lezione che nella terza, dedicata a Kaynes, viene mostrato anche come la critica di Sraffa al marginalismo sia funzionale a depurare Keynes dai retaggi ortodossi.
Nella terza e nella quarta lezione (dedicata al concetto di moneta endogena) viene anche delineata una teoria macroeconomica diversa da quella dominante, individuando nel vincolo estero il limite principale delle politiche di piena occupazione (in paesi monetariamente sovrani) professate dai cosiddetti economisti ortodossi.
Le ultime due lezioni recuperano molti dei concetti presentati in quelle precedenti per fornire un quadro esaustivo delle ragioni dell’attuale crisi europea e per spiegare le politiche monetarie seguite dalla BCE, e i loro limiti.
Il volume (disponibile anche in versione Kindle dal 9 settembre), pensato per un pubblico ampio ma utilizzabile anche nei corsi di economia, come risorsa da affiancare al testo istituzionale, è arricchito da nutrite guide bibliografiche che chiudono ogni lezione e da specifici box che, nel corso del testo, offrono approfondimenti specifici su altri aspetti che potranno incuriosire il lettore.
Sergio Cesaratto tra i più noti economisti critici internazionali, dopo gli studi nelle Università di Roma La Sapienza (dove ha conseguito il dottorato) e di Manchester, ha insegnato presso l’Università di Siena dove è attualmente professore ordinario. Si è occupato soprattutto di teoria della crescita e di economia delle pensioni, associando all’attività accademica, un costante impegno civile che lo ha reso uno tra i primi a denunciare il contributo della moneta unica, con la connivenza della politica italiana, al degrado economico e civile che si è abbattuto sul nostro Paese e che lo porta, ancora oggi, a divulgare le principali questioni economiche anche in incontri informali con la cittadinanza e i giovani.
Ha pubblicato sulle principali riviste eterodosse internazionali, suoi interventi sono apparsi su diversi quotidiani e su importanti riviste nazionali, il suo blog è politicaeconomiablog.blogspot.it.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Sei Lezioni di Economia” per capire la crisi con Sergio Cesaratto
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