Giuseppe Ungaretti ha scritto Il porto sepolto, breve componimento che è stato pubblicato per la prima volta a Udine nel 1916. Questa poesia ha dato il titolo alla prima, omonima raccolta dell’autore e, insieme ad altri componimenti, ha dato vita a Allegria di naufragi nel 1919. Il porto sepolto compare anche nelle successive edizioni della raccolta ed è rimasta, ancora oggi, una delle più emblematiche e note poesie dell’autore, rappresentativa del suo modo di scrivere (almeno a questa altezza storica). Nel titolo del componimento si trova un elemento fondamentale per comprendere la poetica dell’autore, il porto: esso è simbolo del viaggio introspettivo che il poeta compie dentro se stesso alla ricerca del senso dell’essere umani (un po’ come nel componimento Risvegli, oggetto dell’analisi del testo della maturità 2019). Vediamo ora testo, parafrasi e analisi de Il porto sepolto.
Il porto sepolto di Ungaretti: testo della poesia
Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperdeDi questa poesia
mi resta
quel nulla
d’inesauribile segreto
Parafrasi Il porto sepolto
Il poeta vi scende (nel porto sepolto) e poi risale alla luce con le sue poesie e le diffonde.
Di questa poesia mi rimane quel mistero insondabile e inesauribile.
Analisi della poesia
Il porto sepolto è la seconda poesia della raccolta a cui dà il titolo. Per quanto riguarda la forma, questo componimento conta sette versi di misura variabile, tutti brevi (due sono trisillabi), divisi in due strofe, la prima di tre versi e la seconda di quattro versi. Il testo è brevissimo e frammentato, peculiarità della prima poesia ungarettiana.
Così come in tutti gli altri componimenti di questa raccolta il titolo è un titolo zero, ovvero costituisce il primo verso e dà la prima informazione necessaria per la comprensione del componimento. In questo caso Il porto sepolto è fondamentale per comprendere il "vi" che troviamo al primo verso: senza il titolo non avremmo idea di dove "arriva il poeta", né a cosa stia facendo riferimento.
La poesia è sicuramente tra le più importanti della raccolta, poiché rappresentativa della poetica di Ungaretti. L’idea per questa poesia prende vita da un antico porto di Alessandria d’Egitto che si è inabissato per via di movimenti bradisismici e che diventa un motivo simbolico per il poeta: immergersi nel porto sepolto significa entrare nella profondità dell’animo umano e rimanerci bloccati, come se si fosse in un luogo inesplorabile.
Tramite questa immersione il poeta riporta alla luce le tracce dell’origine dell’animo umano, "quel nulla / d’inesauribile segreto", così da poterle diffondere tra gli uomini. Questo inabissarsi per poi riaffiorare del poeta e dei suoi canti rimandano al mito di Orfeo, che nella mitologia greca simboleggia la poesia e che scende negli inferi per riportare in vita Euridice, la sua amata.
Così come fa Orfeo, anche il poeta discende nell’oscurità di quello che è il mistero poetico allo scopo di trovare quella scintilla di ispirazione per far tornare alla luce i suoi canti, ovvero la capacità di scrivere versi. Avviandosi alla conclusione, però, il poeta si rende conto che non ci sono poesie né versi in grado di restituire il significato della creazione, quel senso profondo che alberga sia nella produzione poetica sia nelle creazioni di qualsiasi altro tipo.
I versi, una volta portati alla luce, vengono "dispersi" dal poeta. Con questa frase Ungaretti intende dire che qualcosa di ciò che ha dato loro vita va inesorabilmente perduto: il poeta non può far altro che catturare e fissare sulla carta dei frammenti, delle brevi illuminazioni, rassegnandosi al fatto che il senso profondo di ciò che ha compreso e riportato non sia trasmissibile.
L’effetto della dispersione prende forma fisica nel testo tramite la coppia di dimostrativi "questa/quel": "questa", ovvero la poesia, rimane l’elemento tangibile al poeta e al mondo, mentre "quel" nulla è ciò che di lontano, inafferrabile e inconsistente rimane sempre, anche dopo la creazione dei versi. Si può notare anche un rimando all’Infinito di Giacomo Leopardi per quanto riguarda la contrapposizione e l’alternanza di pronomi dimostrativi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il porto sepolto: testo, analisi e parafrasi della poesia di Ungaretti
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