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Storia della letteratura

“Il grasso e il magro” di Anton Cechov: riassunto e analisi del testo

“Il grasso e il magro” è un racconto umoristico di Cechov pubblicato per la prima volta nel 1883, che riflette sulla possibile esistenza dell'amicizia sincera in un mondo dominato dai rapporti ipocriti tra classi sociali. Eccone riassunto e analisi.

Giovanna Casapollo
Giovanna Casapollo Pubblicato il 29-10-2020

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“Il grasso e il magro” di Anton Cechov: riassunto e analisi del testo

Il breve racconto di Anton Cechov Il grasso e il magro, pubblicato per la prima volta nel 1883 sul settimanale umoristico e letterario “Oskolki”, è uno dei più famosi racconti dell’autore russo. Costruito, secondo il critico formalista Sklovskij, su un intreccio nitido e uno scioglimento inatteso, il testo apre una riflessione sulla possibile esistenza di un’amicizia sincera in un mondo dominato dai rapporti ipocriti tra le classi sociali.
Di cosa parla il racconto? Eccone il riassunto per sequenze e l’analisi del testo de Il grasso e il magro.

Il grasso e il magro di Cechov: riassunto per sequenze

  • Sequenza n° 1: Nella stazione ferroviaria di Nikolàev si incontrano due amici: l’uno grasso e l’altro magro, impacciato carico di bagagli e accompagnato da moglie e figlio.
  • Sequenza n° 2: Riconosciutisi con palese commozione, i due si abbracciano e si scambiano affettuosamente notizie sulla propria vita e sulla propria carriera.
  • Sequenza n° 3: Appena il magro viene a conoscenza che l’amico ha raggiunto il grado di consigliere segreto, però, cambia atteggiamento e si rivolge all’amico con riverenza e impaccio. Il grasso, nauseato e deluso dal repentino cambiamento dell’amico, si congeda da lui, mentre il magro, la moglie e al figlio si profondono in inchini e sorrisi di compiacimento e di falsa rispettosità.

Analisi del testo

Presentazione dei personaggi

Il racconto ruota interamente intorno ai suoi due protagonisti, Misa e Porfirij, il grasso e il magro del titolo. È possibile riassumere le caratteristiche dei due uomini in questo modo:

  • Misa: è il grasso (la sua corporatura rappresenta lo stereotipo della sua ricchezza). Non a caso, viene presentato subito dopo aver pranzato al ristorante della stazione, dove ha consumato cibi raffinati e bevuto vini pregiati (ha ancora le labbra unte di burro). A simboleggiare ulteriormente la sua ricchezza è il suo profumo: attorno a lui un alone di xeres e profumi francesi.
    Come si rivela nel giro di poco, Misa è un alto burocrate: è consigliere privato, e si trova dunque a cinque gradi gerarchici di distanza dall’amico d’infanzia Porfirij.
  • Porfirij: è un magro assessore di collegio (lo racconta con iniziale orgoglio all’amico), da poco sceso dal treno e carico di valigie, scatole e fagotti. Lo accompagnano la moglie, magra anch’essa, e il figlio, uno studente con un difetto a un occhio. A differenza dell’amico, il suo non è stato un pranzo da re: ha mangiato in treno, e il suo profumo è di prosciutto e fondi di caffè.
    Porfirij è un piccolo burocrate; la sua vita è modesta ma dignitosa, ma il suo stipendio è comunque piuttosto misero: deve impegnarsi in lavori extra e anche la moglie deve lavorare per mantenere la famiglia.

I due personaggi provano diversi sentimenti nell’incontrarsi dopo tanto tempo. Affetto, commozione, sorpresa, incredulità e curiosità caratterizzano la prima fase del loro incontro.

es. Affetto e commozione
Porfirij!” esclamò il grasso, vedendo il magro.
“Sei tu? Tesoro mio! Da quanti anni non ci vediamo!”

es. Sorpresa e incredulità:
“Santi del Paradiso!” fece il magro pieno di meraviglia.
“Misa! Il mio amico d’infanzia! Di dove sbuchi?”
Gli amici si abbracciarono tre volte e si scrutarono a vicenda negli occhi pieni di lacrime. Tutti e due erano piacevolmente sbalorditi.

es. Curiosità per le reciproche sorti:
“Mio caro!” cominciò il magro dopo gli abbracci.
“Non me l’aspettavo davvero! Questa sì che è una sorpresa! Be’, fatti vedere un po’ per benino! Sempre bello come prima! Sempre elegante e profumato! Ah, Dio mio! Ebbene, che fai?”

Come mutano alla rivelazione

Per quanto il racconto sia incentrato su Misa e Porfirij, analizzare i gesti del figlio di quest’ultimo, Nafanaìl, può essere interessante: le sue reazioni esterne accompagnano la svolta del racconto, con la consapevolezza che la famiglia si trova di fronte a un uomo ricco e potente.
Quando il padre racconta che faceva la spia, Nafanaìl dimostra sensibilità e rispetto per l’autorità, saluta correttamente da amico, ma allo stesso tempo riflette e si nasconde. Questo nascondersi rappresenta un indizio negativo sul carattere del magro ed è un segnale della vergogna che il ragazzo in parte nutre nei suoi confronti.
Non appena il ragazzo capisce di trovarsi di fronte a un potente, invece, scatta sull’attenti e si mette in ordine la divisa, salutando da subalterno: si prostra in un inchino e si rivela esageratamente ossequioso.

Allo stesso modo mutano i sentimenti di Porfirij. Sorpresa e affetto iniziali si tramutano presto in invidia e dispiacere (impallidisce, resta di sasso e sul suo viso si apre un ampio sorriso); il suo comportamento indica un’umiltà in fondo meschina:

“La persona si contrasse, si piegò, si fece piccola piccola”.

Le sue parole esprimono riverenza e una sorpresa ora compiaciuta: inizia a rivolgersi all’amico con l’allocutivo “Eccellenza” e a dargli del lei, si dimostra schivo e quasi indegno dell’attenzione improvvisamente ricevuta (“la graziosa attenzione di vostra Eccellenza”) e ridimensiona improvvisamente quelli che fino a quel momento aveva considerato come punti d’orgoglio e qualità.

Anche l’atteggiamento di Misa non può che cambiare, in risposta all’improvvisa piega che ha preso il rapporto tra i due. Inizialmente informa l’amico con orgoglio della carriera fatta, ma al mutare dei sentimenti di Porfirij si irrita e si sorprende con amarezza.

“Via, basta!” fece il grasso accigliandosi. “Perché questo tono? Noi siamo amici d’infanzia, perché questo cerimoniale?”

Inizialmente redarguisce l’amico con affetto, ma nel giro di poco si sente nauseato e si congeda, porgendogli la mano — sceglie così di comportarsi da estraneo: gli abbracci affettuosi di inizio racconto sono ormai ben lontani.

Commento

Se in un primo momento Misa aveva creduto che l’amico Porfirij potesse compiacersi con lui, scopre con disgusto di avere di fronte un subalterno viscido e invidioso.
L’intenzione comunicativa dell’autore è piuttosto chiara. Cechov pone il lettore di fronte a una domanda: esiste l’amicizia sincera? La risposta a questa domanda sembra essere negativa. Il messaggio de Il grasso e il magro, infatti, è costretto amaramente ad ammettere che nella nostra società quello che conta è il ruolo sociale e non i valori legati al sentimento. Al lettore resta dunque un senso complessivo di amarezza, delusione e disincanto: non esistono sentimenti sinceri, ma solo atteggiamenti vuoti e formali.
Ancora una volta i personaggi di Cechov si muovono in un mondo dove il posto che ciascuno di loro occupa nella scala sociale li condiziona in modo tragico e definitivo: il grasso è condannato a non aver amici, mentre il magro a umiliarsi della propria miseria e a rodersi di invidia.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il grasso e il magro” di Anton Cechov: riassunto e analisi del testo

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