Numerosi i film tratti da libri al cinema in queste settimane, non solo le pellicole candidate agli Oscar, ma anche l’attesissimo Dune 2 di Denise Villeneuve e, non da ultimo, Estranei (All of Us Strangers), il film di Andrew Haigh tratto dal libro di Taichi Yamada con protagoniste due star del cinema irlandese: Andrew Scott (che abbiamo amato in Fleabag, Ndr) e Paul Mescal (l’indimenticabile Connell di Normal People, Ndr).
Per l’occasione il romanzo di Yamada, pubblicato per la prima volta nel 2005, torna in libreria in una nuova edizione, tradotto da Anna Martini per Nord. Strangers, questo il titolo originale, di Taichi Yamada fu pubblicato per la prima volta nel 1987 e vinse il prestigioso Yamamoto Shugoro Prize for Literature.
Sono presenti tuttavia notevoli differenze tra il libro e il film che ne è stato tratto: l’ambientazione giapponese è sostituita da quella inglese con una Londra molto contemporanea e viene introdotta la tematica Lgbt attraverso la relazione tra Adam e Harry che prendono il posto della coppia formata da Harada e Kei.
La trama del romanzo di Yamada si fondava su una sorta di ghost story dallo stile giapponese, che per l’appunto attinge nella tradizione nipponica del soprannaturale, e dalle tinte cupe, alla quale tuttavia il film di Andrew Haigh riesce a donare un tocco attuale e più psicologico.
Scopriamo tutto quel che c’è da sapere: trama, trailer e curiosità sul film.
“Estranei”: la trama del film
Il protagonista è Adam (interpretato da Andrew Scott) un uomo di mezza età che cerca disperatamente di far decollare la propria carriera di sceneggiatore giunta a un punto morto. L’uomo sembra vivere in un limbo, in una sorta di vita anestetizzata, trascorre le sere da solo a scrivere la sua sceneggiatura, ambientata in “una villetta di periferia del 1987”, e a ingozzarsi di patatine; almeno finché alla sua porta non bussa uno sconosciuto, il giovane vicino di casa Harry (interpretato da Paul Mescal, Ndr). Tra i due nasce un sentimento dapprima timido poi sempre più intenso che condurrà Adam a confrontarsi con i fantasmi del proprio passato e, soprattutto, con il trauma derivato dalla morte dei suoi genitori.
Adam deciderà quindi di tornare nella sua casa d’infanzia: la famosa villetta di periferia in cui sta ambientando la nuova sceneggiatura, per fare i conti con il proprio passato. Si scopre che i genitori (interpretati da Claire Foy e Jamie Bell) morirono in un incidente d’auto quando lui aveva appena dodici anni, spezzando per sempre la sua infanzia. Ma, sorprendentemente, tornando nella sua vecchia casa Adam li ritrova ancora vivi e, soprattutto, giovani, proprio come li aveva lasciati. Confortato dall’incontro, l’uomo continua a recarsi sul luogo dove si ripete il miracolo simile a un sogno. Ma è davvero possibile rivivere il passato?
Il regista, per dare un significato anche personale al film, ha deciso di girare la pellicola nella casa della sua infanzia situata proprio nella periferia londinese. In diverse interviste Haigh ha dichiarato che tornare su quei luoghi, a quasi quarant’anni di distanza, ha contribuito a rafforzare il coinvolgimento emotivo e affettivo con il set donando inoltre una specie di tocco surreale che ha contagiato l’intera produzione, dagli attori ai costumisti. L’atmosfera della casa, contaminata dei ricordi dello stesso Haigh bambino, ha fornito quella peculiare “fragilità emotiva” che è in fondo il perno dell’intera trama.
Il film di Andrew Haigh si discosta dal taglio da ghost story del romanzo di Yamada per dare vita a una sorta di mélo-fantasy basato su atmosfere oniriche e sospese, sullo sfondo di una Londra così contemporanea da apparire costantemente irrisolta, in bilico tra realtà concreta e astratta, tra un tempo che scorre e un altro che rallenta. La tematica chiave che la pellicola indaga non è il confine tra morte e vita, ma l’isolamento e l’alienazione, un’inquietudine molto attuale - caratterizza il mondo contemporaneo da dopo la pandemia di Covid - della quale forse non abbiamo ancora indagato a fondo gli effetti.
Andrew Haigh, che è scrittore oltre che regista, ha raccontato che il suo film racconta innanzitutto della “difficoltà di stare al mondo” e di tutte le cose, spesso contraddittorie come le relazioni umane, che portiamo con noi nel difficile cammino della vita.
“Estranei”: le differenze con il libro di Taichi Yamada
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Il romanzo dello scrittore e sceneggiatore giapponese Taichi Yamada fu pubblicato per la prima volta nel 1987, ma fu edito per la prima volta in Italia solo nel 2005 sempre da edizioni Nord. In Inghilterra apparve nel 2003 nella traduzione di Wayne Lammers.
Estranei è già considerato un classico della narrativa giapponese contemporanea ed è stato definito dal Guardian come un libro “magnetico e commovente”. Si tratta di una storia di fantasmi inusuale che, ben presto, evolve nel ritratto psicologico.
Il romanzo di Yamada tuttavia è ambientato in Giappone e ha per protagonisti lo sceneggiatore Harada Hideo e la vicina di casa Kei. Nel libro Harada è divorziato e ha un figlio che non vede quasi mai, e vive praticamente recluso nel suo ufficio situato in una asettica palazzina nuova di zecca ancora priva di inquilini. Il giorno del proprio compleanno l’uomo decide di recarsi ad Asakusa, il quartiere della sua infanzia, dove ritroverà sorprendentemente i genitori morti. Sopraffatto dalla scoperta, Harada si recherà in continuazione sul luogo riallacciando i rapporti con la sua vecchia vita. Intanto Kei, la vicina di casa con la quale ha intrecciato da poco una relazione, gli consiglia di interrompere quelle visite che lo rendono sempre più stanco ed emaciato. Infine la donna gli rivelerà un segreto inquietante.
Dal libro di Yamada fu tratto un film giapponese nel 1988 diretto da Nobuhiko Obayashi con il titolo di Discarnates che esaltava soprattutto gli elementi gotici e inquietanti presenti nel romanzo.
“Estranei”: il trailer del film
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Estranei”: al cinema il film tratto dal libro di Taichi Yamada
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