

Ci siamo già visti?
- Autore: Sadie Dingfelder
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2025
A volte capita che ci siano delle persone che non ricordano le facce o le cose. Sbadataggine? Poca memoria? Certo in alcuni casi forse è così, ma in altri c’è qualcosa di più profondo e ne sa qualcosa Sadie Dingfelder che sì fa la giornalista scientifica, è sposata e ha poco più di quarant’anni, ma ad un certo punto scopre di essere neurodivergente. In Ci siamo già visti? Come ricordiamo e riconosciamo (o no) le facce, le persone e il mondo intero edito da Altrecose nel 2025 e tradotto da Francesca Pè, l’autrice racconta la scoperta delle sue sindromi neurologiche (e sono diverse) da cui è affetta: la prosopagnosia o cecità alle facce (il non riconosce le persone), la stereocecità (che è il non vedere la profondità dello spazio), l’afantasia (ossia non visualizza con immagini pensieri e ricordi). Accanto ad esse, la donna trova anche altre sindromi legate alla memoria e al riconoscimento come la SDAM (memoria autobiografica altamente deficitaria). Questo non solo permette all’autrice di capire che non è imbranata, ma che parte del suo caos percettivo è dovuto a tali sindromi che influenzano in maniera incisiva la sua vita, il lavoro e le relazioni con il prossimo e con il mondo circostante.
A dare il via alla presa di coscienza che qualcosa non va per Sadie nella sua testa, il fatto che un giorno al supermercato la giovane litiga con uno sconosciuto credendo sia suo marito. Da quell’episodio e da altri simili, la Dingfelder comincia a girare per ospedali, a vedere medici, a sperimentare studi scientifici che l’aiuteranno nella conoscenza di varie sindromi che vivono nel suo cervello e che non le permettono di percepire la realtà come la vedono tutti.
Il libro è un vero e proprio cammino autobiografico che la Dingfelder fa nella sua vita per capire, e farci capire, come funzionano o no la sua percezione, il suo modo di vedere il mondo e anche la sua memoria. Oltre all’episodio del supermercato, la Dingfelder ne cita tanti altri proprio per capire lei in primis, ma soprattutto aiutare noi lettori, che sì a volte ci sono persone sbadate che non si ricordano le cose ma, in altre situazioni, invece la verità è molto più delicata. Sadie narra di lei bambina, sempre sola, senza amici, non perché aveva un caratteraccio, ma perché proprio non riusciva a ricordare come fossero fatti e a individuarli. Altro aspetto interessante e curioso è il modo rocambolesco in cui l’autrice prese la patente da ragazzina e le immani difficoltà del mettersi al volante solo da adulta, con la piena consapevolezza di non percepire la profondità degli spazi. O che dire dei problemi nel prendere in mano le cose, frisbee lanciato al volo compreso.
Tra uno studio medico e l’altro, un esperimento di percezione e un videogioco, la Dingfelder si rende conto di non essere l’unica ad avere queste problematiche, anzi sono molti coloro che soffrono di tali disturbi della percezione, tanto che messi assieme potrebbero formare una vera e propria comunità che aspetta di essere riconosciuta e accettata per quello che è, e non più giudicata o etichettata.
Ci siamo già visti? di Sadie Dingfelder è un libro dove l’autrice narra il tumulto percettivo nella sua testa, e lo fa con una sferzante ironia che fa sorridere il lettore ma che, allo stesso tempo, lo spinge a capire come la diagnosi da lei ricevuta le abbia, da un lato, sconvolto la vita e, dall’altro, l’abbia resa molto più consapevole su tanti fatti, intoppi avvenuti e incomprensioni nel suo passato. Un consapevolezza che le permetterà di affrontare con maggiore coscienza e in modo nuovo il domani che verrà.

Ci siamo già visti? Come ricordiamo e riconosciamo (o no) le facce, le persone e il mondo intero
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