Siamo sempre molto attenti a promuovere le iniziative di book sharing e di promozione della lettura. Oggi abbiamo il piacere di intervistare Giuseppe Rapisarda di Belpasso (CT), ideatore di "Lascia un libro, prendi un libro", un progetto etico culturale di condivisione gratuita di libri nato a giugno 2017.
Giuseppe Rapisarda ha messo in circolo più di 2.000 libri, distribuiti in 85 punti di raccolta e condivisione gratuita, sparsi in 25 città, di 11 province, di 6 regioni, dando vita a una "Biblioteca Diffusa" sul territorio, in continua espansione. Il progetto è totalmente gratuito e su base esclusivamente volontaria. Al fine di preservare i libri dalle intemperie e dai vandali, il book sharing si realizza all’interno di esercizi commerciali i cui gestori ospitano piccoli angoli dedicati all’iniziativa. Dei punti di raccolta sono posizionati anche nelle Isole Ecologiche per recuperare i libri che altrimenti sarebbero destinati al macero.
Il progetto di Book sharing ha assunto anche un’utilità sociale di lotta alle ludopatie, quando Giuseppe, con la collaborazione di 20 gestori di bar, ha lanciato la campagna per dire: SÌ ai libri, NO alle slot machine (#SiAiLibri #NoSlotmachine). Potete seguire il progetto sulla pagina facebook nata per promuovere l’iniziativa.
Lascia un libro, prendi un libro: Intervista a Giuseppe Rapisarda
Giuseppe Rapisarda ha risposto ad alcune nostre domande:
- Come nasce l'idea di "Lascia un libro, prendi un libro"?
L'idea della condivisione dei libri, ovviamente, esiste da tanto tempo ed in diverse parti del mondo. Durante i miei tanti viaggi ho avuto modo di vedere parecchie postazioni pubbliche di libri, destinati alla condivisione gratuita. Da li è nata la mia idea di creare qualcosa di simile nella comunità in cui risiedo. All'inizio pensavo di creare 3 o 4 punti di condivisione, poi vedendo che le persone si appassionavano e gradivano questo progetto, ho pensato di continuare.
- L'iniziativa non si ferma ai confini della sua città: perché ha voluto esportarla e dar vita a una Biblioteca Diffusa? Chi la supporta in questo progetto?
Ritengo che qualsiasi progetto con un grosso spessore sociale, etico e culturale debba essere divulgato quanto più è possibile. Sono i comportamenti di oggi che determineranno la società del futuro. Il nostro progetto ha in se diversi valori: la condivisione, il rispetto della cosa comune, il rispetto della sacralità del libro, la promozione della lettura, la divulgazione del sapere, il rispetto per l'ambiente. Da un punto di vista economico, questo progetto è totalmente su base volontaria, senza alcun finanziamento. Ho sempre sostenuto di tasca mia tutte le spese che inevitabilmente si sono presentate. Da un punto di vista organizzativo, c'è la collaborazione di tutti quelli che ospitano i punti di condivisione e di tutti quelli che donano dei libri.
- Le attività commerciali come stanno rispondendo alla richiesta dei piccoli spazi per le librerie?
Se consideriamo che la quasi totalità dei punti di condivisione è allestita presso attività commerciali, allora dobbiamo dire che stanno rispondendo molto bene. Questa la tipologia dei punti che hanno fin qui aderito: Proloco, cartolibrerie, panifici, bar, parrucchieri, ferramenta, agenzie viaggi, copisterie, paninoteche, negozi del caffè, smacchiatorie, associazioni, negozi di articoli sportivi, studi medici, negozi alimentari, scuole linguistiche, scuole musicali, tabaccherie, centri antiviolenza, ristoranti, poste private, C.A.F., centri ascolto, mercerie, ortofrutta, erboristerie, biscottifici, negozi di abbigliamento, parrocchie, farmacie, B&B, centri servizi, palestre, negozi telefonia, edicole, suole, scuole di danza, studi produzioni TV.
- I dati della lettura in Italia sono deludenti ogni anno di più: secondo Lei cosa si può fare per far tornare la passione per i libri?
Non credo che esista una singola azione che possa cambiare un comportamento, credo invece in tutta una serie di piccole azioni che avvicinano all'obiettivo che si vuole raggiungere. Credo nella magia dei piccoli passi quotidiani. Per prima cosa dobbiamo far nascere in tutte le persone il massimo rispetto per il libro, per la lettura e per il sapere. Far entrare l'oggetto libro tra gli altri oggetti del nostro quotidiano. I genitori non debbono fare prediche ai loro figli, ma dare loro degli esempi. I bambini non ci ascoltano, ci copiano. Le istituzioni dovrebbero iniziare a fare la loro parte, incentivando e premiando chi intraprende delle iniziative etiche, ad esempio riducendo le tasse locali a chi ospita un punto di raccolta e condivisione dei libri. Promuovendo incontri letterari. Già diversi bar che aderiscono al nostro progetto stanno mettendo le loro salette a disposizione gratuita di quanti volessero organizzare degli incontri letterari. All'estero, in alcuni periodi dell'anno, il libro sostituisce il biglietto nei trasporti pubblici e nell'ingresso ai giardini botanici.
- Dal book sharing alla lotta contro le ludopatie: ci racconta qualcosa sulla campagna "SÌ ai libri, NO alle slot machine" avviata in alcuni bar?
Degli attuali 85 punti di condivisione dei libri, circa un quarto sono bar. Qualche esercente di questi bar mi raccontava, come non ha resistito nel vedere dei conoscenti "rovinarsi" con queste "macchinette", ha deciso, quindi, di rinunciare a dei facili guadagni e togliere queste "macchinette rovina famiglie". Al loro posto abbiamo messo delle postazioni di libri gratuiti. Addirittura, i baristi offrono il caffè gratuito a chi va a condividere i libri nei loro locali. Ogni anno in Italia, soltanto con le slot machine, vengono sperperati 25 miliardi di euro. Le slot machine sono dipendenza, malattia, solitudine, emarginazione, spesso disperazione con conseguenze anche tragiche. Per contro, noi allestiamo un modello dell'ambiente che desideriamo trovare in un bar: un posto allegro, di aggregazione, dove ci si incontra , dove si socializza, dove si vanno a festeggiare momenti lieti, insomma anche un posto di arricchimento emozionale. Non è mai un caso che quella società che è attenta alla cultura abbia anche servizi migliori e una qualità di vita migliore.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Come nasce una Biblioteca Diffusa? Intervista all’ideatore di "Lascia un libro, prendi un libro" e "Sì ai libri, No alle Slot Machine"
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