
Affondo blu
- Autore: Maria Emanuela Bianchi
- Categoria: Poesia
- Casa editrice: Ensemble Edizioni
- Anno di pubblicazione: 2025
La casa editrice Ensemble per la collana “Alter” ci propone le poesie di Maria Emanuela Bianchi con il titolo Affondo blu (2025). Sono 89 poesie in un libro di cento pagine, tra interventi e una prestigiosa postfazione di Luciana Raggi, importante personaggio di riferimento di tanti poeti romani per i quali cura innumerevoli incontri da tanto tempo.
L’autrice prende simbolicamente come motivo ispiratore il colore blu del fondo del mare o, volendo, il blu della terra quando la si guarda dallo spazio, che nelle sue poesie diventa un aspetto dimensionale esistenziale che troviamo nell’articolazione dei suoi versi. Sono poesie prevalentemente molto semplici ed essenziali, ma non immediate quanto sembra: hanno l’intento di portarti in riflessioni profonde, in parole che bisogna indagare come a non tradire il vero senso del titolo del libro, Affondo blu. Per apprezzarne il valore bisogna conoscere bene Maria Emanuela nei suoi interessi, che spaziano dalla letteratura al teatro, dalla fotografia alla poesia, discipline artistiche che si trovano nei concetti che usa, un immaginario che una volta individuato diventa l’appropriata chiave di lettura dei testi. Poesie che vanno per l’appunto rilette per scoprire i lati nascosti e intimi mimetizzati in un’apparente semplicità.
Divise in 5 sezioni, le 89 poesie si indirizzano in ambiti differenti di quel profondo che è la sua ricerca: “Un piede sopra il cuore”, “Fluorescenze”, “Anelli”, “Intorno” e, come se non potesse mancare, “Blu”. Indagini spesso rivolte ai risvolti personali che hanno la stessa intensa tensione di altre rivolte alla natura e all’ambiente, sono i suoi disvelamenti a cui ci fa partecipare con diversi ritmi come a creare una collocazione specifica dai vari formati di rime poetiche sino a arrivare a quello più piccolo, l’haiku. Non è solo una ricerca formale ma una scansione del significato della parola, un’attenta ricerca del peso che ha nel contesto creato dal verso.
Non credo che sia il suo proposito, ma è lei stessa a fornire un esempio; basta leggere la poesia Insieme della sezione “Intorno”, che sembra voglia spiegare l’intento:
Quando la parola insieme
perde il suo valore
sembra un muro vuoto di mattoni
e il freddo si fa ospite grato.
Pochi versi che sembrano voler spiegare come fa poesia, perché dove esplicitamente Maria Emanuela ci dice:
Quando la parola insieme […] sviluppa tutto il resto, la parole in sé, la sua analisi si fa rivelatrice.
Maria Emanuela Bianchi impone un’ attenzione che va al di là della musicalità dei versi, a non farti tradire dai suoni; è come se costantemente ti dicesse sussurrandoti alle orecchie: “soffermati e rifletti sul significato della speciale parola che in questa poesia ti dono”. Oppure, nel terminare tutta la poesia I sassi, con un “ma” che grammaticamente è una congiunzione coordinativa avversativa che esige un’opposizione o un contrasto a un’altra frase che inverosimilmente che qui manca, perché tutta la poesia finisce così, con un “ma” che rimanda a un concetto che formulerà chi legge. Trasformando il sospeso di una troncatura, un seguito che è una poesia immaginaria da interpretare e che non dice come sarebbe scritta. Così facendo Maria Emanuela Bianchi non si ferma a farti ascoltare i suoi versi, ma pretende la tua totale attenzione, vuole instillarti il suo senso poetico, cerca l’empatia attiva di chi legge.
Non ho detto tutto, il mio discorso non è esaustivo e dovrei continuare, ma proprio per il tipo di ricerca che è la poesia di Maria Emanuela Bianchi e la sua particolare ricerca sulla parola è lei a dover comunicare con i suoi versi, con il significato dato non solo ai sostantivi ma anche alle congiunzioni; pertanto, senza aggiungere altre illazioni sulle altre caratteristiche peculiari dell’autrice, non posso fare altro che concludere con alcune parole della postfazione:
un Affondo blu, un tuffo nel blu più blu delle profondità del blu dell’autrice, un’immersione in un luogo non luogo dove tutto è misterioso, in un tempo senza tempo dove le parole possono liberarsi da ogni sovrastruttura e ritrovare la loro essenza.
Penso che in questa frase di Luciana Raggi c’è il succo di Affondo Blu; chi ne ha voglia, non rinunci a questa esperienza e vi si tuffi. Ne vale la pena.

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