SoloLibri.net
  • News
    • News dal mondo dei libri
    • Ultime uscite in libreria
    • Concorsi e premi letterari
    • Fiere del libro e festival letterari
    • Dal libro al film
    • Ti presento i miei... libri
  • Recensioni
    • Recensioni di libri
    • Novità libri
    • Uno scrittore ci racconta un libro...
    • Indice libri - autori - editori
  • Rubriche
    • Approfondimenti
    • Libri da leggere e regalare
    • Storia della letteratura
    • Consigli per scrittori
    • Come si scrive?
    • Parole, proverbi e modi di dire
    • Aforismi e frasi celebri
    • Lavoro con i libri...
  • Speciale Scuola
    • News scuola
    • Esame di maturità
    • Università
  • Chi siamo
  • Collabora
    • Scrivi una recensione
    • Diventa un collaboratore
    • Scrittore? Promuoviti con noi

CONTINUA A SEGUIRCI

Facebook Twitter Instagra, Flipboard Google News RSS

Storia della letteratura

Quali sono le migliori poesie di Trilussa? I versi più belli del poeta romano

Poeta, scrittore e giornalista italiano, questo autore è particolarmente noto per le sue composizioni in dialetto romanesco. Ma quali sono le migliori poesie di Trilussa?

Serena Di Battista
Serena Di Battista Pubblicato il 04-04-2018

45

Quali sono le migliori poesie di Trilussa? I versi più belli del poeta romano

Quali sono le migliori poesie di Trilussa? Questo autore italiano nato nel 1871 e morto nel 1950 è particolarmente noto per le sue composizioni in dialetto romanesco. Trilussa è in realtà uno pseudonimo, il nome d’arte con cui era ed è tuttora noto lo scrittore romano Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri.

Le prime pubblicazioni di Trilussa, prevalentemente sonetti, risalgono agli anni intorno al 1890, soprattutto a seguito della sua collaborazione con il quotidiano romano Il Messaggero. Tra le sue pubblicazioni più note ricordiamo la prima, del 1889: Stelle de Roma. Versi romaneschi, e poi ancora Favole romanesche del 1901, Omini e bestie del 1914, e infine il celebre poemetto La vispa Teresa del 1917.

Una produzione ampia e variegata la sua, ma quali sono le migliori poesie di Trilussa? Nei suoi versi non mancano metafore efficaci e graffianti, che spesso vedono come protagonisti animali domestici. In poche, apparentemente semplici frasi, l’autore romano riesce a esprimere concetti profondi, densi di significato. Nel suo inequivocabile stile satirico c’è sempre una riflessione disincantata sugli usi e costumi della borghesia e della piccola borghesia del suo tempo.

leggi anche

Chi era davvero Trilussa? Vita e opere del poeta di Roma

Le migliori poesie di Trilussa: le più brevi

Felicità

C’è un’ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va…
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.

La lucciola

La Luna piena minchionò la Lucciola:
- Sarà l’effetto de l’economia,
ma quer lume che porti è deboluccio...
- Si - disse quella - ma la luce è mia!

La tartaruga

Mentre una notte se n’annava a spasso,
la vecchia tartaruga fece er passo più lungo
de la gamba e cascò giù
cò la casa vortata sottoinsù.
Un rospo je strillò: "Scema che sei!
Queste sò scappatelle che costeno la pelle..."
- lo so - rispose lei - ma prima de morì,
vedo le stelle.

Le migliori poesie di Trilussa: quelle più complesse

Er sorcio de città e er sorcio de campagna

Un Sorcio ricco de la capitale
invitò a pranzo un Sorcio de campagna.
- Vedrai che bel locale,
vedrai come se magna...
- je disse er Sorcio ricco - Sentirai!
Antro che le caciotte de montagna!
Pasticci dorci, gnocchi,
timballi fatti apposta,
un pranzo co’ li fiocchi! una cuccagna! -
L’intessa sera, er Sorcio de campagna,
ner traversà le sale
intravidde ’na trappola anniscosta;
- Collega, - disse - cominciamo male:
nun ce sarà pericolo che poi...?
- Macché, nun c’è paura:
- j’arispose l’amico - qui da noi
ce l’hanno messe pe’ cojonatura.
In campagna, capisco, nun se scappa,
ché se piji un pochetto de farina
ciai la tajola pronta che t’acchiappa;
ma qui, se rubbi, nun avrai rimproveri.
Le trappole so’ fatte pe’ li micchi:
ce vanno drento li sorcetti poveri,
mica ce vanno li sorcetti ricchi!

La cornacchia libberale

Una cornacchia nera come un tizzo,
nata e cresciuta drento ’na chiesola,
siccome je pijo lo schiribbizzo1
de fa’ la libberale e d’uscì sola,
s’infarinò le penne e scappò via
dar finestrino de la sacrestia.

Ammalappena se trovò per aria
coll’ale aperte in faccia a la natura,
sentì quant’era bella e necessaria
la vera libbertà senza tintura:
l’intese così bene che je venne
come un rimorso e se sgrullò2 le penne.

Naturarmente, doppo la sgrullata,
metà de la farina se n’’agnede,
ma la metà rimase appiccicata
come una prova de la malafede.
- Oh! - disse allora - mo’ l’ho fatta bella!
So’ bianca e nera come un purcinella...

- E se resti così farai furore:
- je disse un Merlo - forse te diranno
che sei l’ucello d’un conservatore,
ma nun te crede che te faccia danno:
la mezza tinta adesso va de moda
puro fra l’animali senza coda.

Oggi che la coscenza nazzionale
s’adatta a le finzioni de la vita,
oggi ch’er prete è mezzo libberale
e er libberale è mezzo gesuita,
se resti mezza bianca e mezza nera
vedrai che t’assicuri la cariera.

E voi le ricordate? Quali sono secondo voi le migliori poesie di Trilussa? Ne avete qualcuna che preferite?

Facebook
Twitter
Linkedin
Flipboard
Whats app
email

© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Quali sono le migliori poesie di Trilussa? I versi più belli del poeta romano

Naviga per parole chiave

Approfondimenti su libri... e non solo Poesia Storia della letteratura Trilussa

Lascia il tuo commento Leggi commenti

Commenti: 2

  • Carlo Tomassetti
    8 luglio 2019, 10:21

    E’ davvero difficile trovare, fra i tanti capolavori di Trilussa, le migliori poesie. Però, sempre per gusto personale e per la profondità degli argomenti direi "Bolla de sapone", sulla caducità delle cose. E che dire de "La maschera"? Se poi vogliamo ridere di gusto nello scoprire i tanti ritratti fatti dal Sor Alberto, direi che la Sora Checca ne "La voce della coscienza" merita un posto d’onore.
    Viva Trilussa!

  • stefano mangione
    10 dicembre 2019, 17:57

    Insieme con il Belli, Trilussa è il maggiore poeta dialettale italiano, sebbene non sia da dimenticare Cesare Pascarella. Si distingue dal Belli, cui non giovava una sorta di"prudenza, operando egli nella Roma papale dell’Ottocento, e per una superiore acutezza, per la fulminante incisività e per l’imprevedibilità delle conclusioni(Il Belli talvolta appariva "annacquato"). Sub specie di metafora e, servendosi sovente del mondo animale, riusciva ad esprimere una talvolta feroce critica verso la società e i relativi vizi(opportunismo, ipocrisia ecc. ecc.), anche nel periodo fascista. Considerando che il dialetto romano, per storia, cultura, tradizione, non può essere chiuso nel limite territoriale, siamo propensi a considerare Trilussa fra i maggiori poeti italiani del secolo scorso.

Segui Sololibri sui social

Facebook Twitter Instagram Flipboard Google News Youtube

Segui Sololibri sui social

Facebook Google News Instagram Twitter Youtube Flipboard

Tutte le Recensioni e le novità dal mondo dei libri nella tua casella email!

ISCRIVITI SUBITO
Ami leggere?

Seguici, commenta le recensioni e consiglia i libri migliori da leggere

Novità libri

Scrivi una recensione

Diventa un collaboratore

Sei uno scrittore?

Segui i nostri consigli e promuovi il tuo libro gratis con Sololibri.net

Consigli per scrittori

Ti presento i miei... libri

Uno scrittore ci racconta un libro

Link utili

Informazioni generali

Condizioni di pubblicazione

Privacy

Preferenze pubblicità

Chi siamo

Segui Sololibri sui social

Pagina Facebook Profilo Twitter Profilo Instagram Flipboard Google News Youtube Telegram RSS

Sololibri.net / New Com Web srls
C.F./P.Iva 13586351002