"Una Regione per il libro: proposte per un Distretto dell’editoria" questo uno degli interventi che si sono tenuti in questa edizione, appena conclusasi, di Più libri più liberi. La conferenza, svoltasi il 6 dicembre in Sala Venere de La Nuvola, ha visto dialogare Emanuele Giorgi, Direttore editoriale di Tunuè, Chiara Gamberale, nota scrittrice, Riccardo Falcinelli, visual design, Gian Paolo Manzella, Assessore allo Sviluppo Economico della regione Lazio, che ha svolto la funzione di moderatore e Barbara Pieralice, libraia.
Tutte insieme queste personalità del mondo dell’editoria hanno riflettuto su cosa sia possibile ancora fare, su quali siano i prossimi passi per la Regione Lazio e in che modo sarebbe possibile incentivare ancora di più il mercato librario.
Tanto si è fatto dicono all’unanimità i presenti al tavolo, che sono però concordi anche su un altro elemento: tanto c’è ancora da fare. Il percorso è infatti quello giusto, ma la Regione Lazio dovrà incentivare ancora di più le manifestazioni e soprattutto la piccola e media editoria.
La prima ad intervenire e a rispondere all’interrogativo posto è Barbara Pieralice, nota libraia che gestisce la Libreria Nuova Europa ai Granai (centro commerciale della zona sud di Roma). Si inizia così con la testimonianza della sua libreria, che nasce ormai 27 anni fa e che pian piano si è ingrandita, fino ad avere una superficie di 400 mq dedicata ai libri.
Barbara Pieralice mette in evidenza come l’importanza civile di una libreria, intesa come luogo di incontro per le persone, dovrebbe essere il primo punto che la Regione dovrebbe porsi. In un luogo come i Granai la Libreria Nuova Europa è infatti divenuta un centro di aggregazione per il quartiere e non solo. La libraia organizza infatti incontri con gli autori che radunano centinaia di persone, soprattutto per l’importanza degli ospiti. Da Chiara Gamberale ad Alberto Angela, passando per Vittorio Sgarbi, la Libreria Nuova Europa sembra essere ormai una delle tappe fondamentali per presentare il proprio libro. Un modo che aiuta le persone ad entrare in libreria, a conoscerne gli spazi, le iniziative e infine ad acquistare il libro o i libri che vengono presentati.
Proprio questo, secondo la Pieralice, si dovrebbe cercare di incentivare molto di più: si dovrebbero portare molto di più le persone nelle librerie. Inoltre, sebbene si sia fatto molto per i librai, si deve continuare su questa strada e persistere a formare persone a fare questo lavoro. Difatti si dovrebbe essere in grado di fare promozione, di usare gli strumenti online e di organizzare proprio un punto di raccolta, una zona dove le persone del quartiere sanno che possono incontrarsi.
Concluso l’intervento di Pieralice è la volta di Riccardo Falcinelli, noto visual design, che collabora con moltissime case editrici, grandi e piccole, per la realizzazione delle copertine dei nuovi volumi. Anche per Falcinelli la domanda è simile: che cosa si dovrebbe fare per far crescere di più la scena romana di editoria? Il primo elemento che viene fatto notare è come, negli ultimi 20 anni, sia cambiata la competenza del pubblico, le persone sono in grado di capire in modo molto più chiaro che cosa sia il marketing, quale siano le funzioni di una pubblicità e di comprenderne anche gli obiettivi.
Il primo compito della grafica di un libro è proprio far capire al lettore di cosa tratti il volume, la tipologia di narrato che si troverà all’interno, un po’ per far comprendere sin dalla copertina se potrà essere o meno di suo gradimento. Falcinelli fa notare un elemento che spesso passa in secondo piano: i giovani adesso hanno un’attenzione diversa alla grafica e in molti ne comprendono perfettamente le caratteristiche, ma anche le funzionalità, un passo avanti di non poco conto, che pone un’attenzione nuova sulla copertina e la grafica del libro.
Il problema principale al momento, secondo Falcinelli, è però la burocrazia, che risulta così faticosa che per i piccoli editori a volte diventa quasi soffocante, mentre per gli editori più grandi la questione risulta meno opprimente. Il primo punto su cui si dovrebbe intervenire quindi in quest’ottica di progressione è proprio un alleggerimento burocratico, in modo da dare anche agli editori più piccoli la possibilità di lavorare nel modo migliore.
La domanda a questo punto viene riproposta a Emanuele di Giorgi, Direttore Editoriale di Tunué. La casa editrice nasce nel 2004 dopo essere stati nel mondo del web, da cui poi si sviluppa con la sua casa editrice incentrata sulla graphic novel per lettori junior e adulti. Senza dubbio la Regione deve fare di più per l’internazionalizzazione, secondo di Giorgi, anche se qualcosa si è fatto, ma si deve cercare di incentivare di più questo punto.
Ad esempio potrebbero essere istituiti dei finanziamenti per dare la possibilità di essere nei festival internazionali, un elemento che può dare una grandissima visibilità anche a case editrici più piccole, che potrebbero in questo modo riuscire anche ad avere partnership fuori dall’Italia. Un’esperienza che di Giorgi ritiene positiva dopo che per il 2018 la Tunuè ha preso parte alla Fiera del libro di Francoforte.
In più la Regione dovrebbe continuare e intensificare ciò che si sta già facendo, in modo da non sprecare il buon percorso fatto fino a questo momento.
Altra proposta che di Giorgia avanza è quella di prendere spunto dalle politiche applicate nelle Isole baleari, dove lo stato finanzia e offre aiuti agli autori che pubblicano il libro. In questa visione l’editore, a parità di valore (non deve infatti venire meno il valore dell’opera), può decidere di preferire il lavoro di un autore, al posto di un altro proprio per questo tipo di finanziamenti. Difatti con questi soldi vengono coperte parte delle spese di produzione e in molti casi si può usare il denaro anche per le presentazioni del volume che l’autore andrà a fare per la promozione del libro.
Una proposta che dà un valore pratico e può portare ad essere un discriminante a parità di qualità.
La discussione si conclude con l’intervento di Chiara Gamberale che racconta del suo impegno nelle scuole, ma anche e soprattutto del progetto che l’autrice ha inaugurato a Procida.
Sei autori in cerca di personaggio è un festival che l’autrice ha ideato per l’isola di Procida e che vede appunto 6 autori scegliere persone dell’isola e scriverci un racconto. Per qualche giorno l’autore vive a stretto contatto con la persona prescelta, ne studia i modi di fare, la segue in modo da conoscerla meglio e così poi scriverne un racconto che verrà presentato nella serata finale.
Si racconta una persona normale, un abitante della città, un modo diverso per raccontare la città. Un modo che la Gamberale ha trovato per avvicinare gli abitanti dell’isola al mondo della letteratura e anche un modo per valorizzare il territorio, di cui l’autrice era rimasta molto colpita.
Anche a Roma, rimarca la Gamberale, vengono proposte iniziative di questo genere e un esempio è Paolo di Paolo, che si spende molto per il territorio e che organizza moltissime iniziative alla biblioteca Moby Dick.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Un Distretto dell’editoria: le riflessioni sul futuro librario del Lazio a Più libri più liberi
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