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Supplica alla Madonna di Pompei: testo e storia della preghiera di Bartolo Longo

La prima domenica di ottobre si celebra, come da tradizione, la Madonna di Pompei. Per l'occasione sarà recitata la supplica composta da Bartolo Longo nel 1883. Scopriamo il testo originale della preghiera.

 Redazione
Redazione Pubblicato il 02-10-2022
Supplica alla Madonna di Pompei: testo e storia della preghiera di Bartolo Longo

Domenica 2 ottobre si celebra il tradizionale rito della supplica alla Vergine del Rosario di Pompei. Il sacro rito che si tiene presso la Basilica di Pompei quest’anno sarà presidiato dal cardinal Lazarus You Heung-sik.
Come da tradizione la preghiera composta da Bartolo Longo nel 1883 sarà recitata alle ore 12, il rituale sarà trasmesso anche in diretta televisiva su Tv2000 e Canale 21.

Scopriamo la storia e il testo originale della Supplica alla Madonna di Pompei, l’invocazione alla Vergine composta dal beato Bartolo Longo nel 1883, e perché si ricorda in questa domenica.

Come nacque il culto della Madonna di Pompei?

Mentre era nei campi, Bartolo Longo, fondatore del Santuario delle Opere di Carità di Pompei, sentì la voce della Madonna che gli rivelava:

"Se propagherai il Rosario sarai salvo".

Proprio come San Paolo a Damasco, anche per il giovane quell’incontro segnò un momento di cambiamento di vita: Bartolo Longo abbandonò gli ambienti satanici che frequentava e iniziò a diffondere la preghiera del Rosario (fonte).

La preghiera portava inizialmente il titolo di "Atto d’amore alla Vergine" e solo successivamente venne tramandata come "Supplica alla potente Regina del SS.mo Rosario di Pompei".

Quando si recita la supplica alla Madonna di Pompei?

La supplica alla Madonna di Pompei si recita alle 12:00 due volte l’anno:

  • l’8 maggio, giorno in cui si festeggia la prima apparizione dell’Arcangelo Michele sul monte Gargano, regione d’origine del beato Longo;
  • la prima domenica di ottobre, giorno in cui la Chiesa cattolica celebra la Madonna come Regina del Santo Rosario.

La preghiera fu recitata per la prima volta da un Papa (Benedetto XV) l’8 maggio 1915.

Supplica alla Madonna di Pompei: il testo di Bartolo Longo

O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl’idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie.

Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, su tutta la Chiesa; e vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita. Vedete, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo ne circondano: quante calamità e afflizioni ne costringono! O Madre, trattenete il braccio della giustizia del vostro Figliuolo sdegnato e vincete colla clemenza il cuore dei peccatori: sono pur nostri fratelli e figli vostri, che costarono sangue al dolce Gesù, e trafitture di coltello al vostro sensibilissimo Cuore. Oggi mostratevi a tutti, qual siete, Regina di pace e di perdono.

Ave, o Maria...

II. - È vero, è vero che noi per primi, benché vostri figliuoli, coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e trafiggiamo novellamente il vostro Cuore. Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli. Ma Voi ricordatevi che sulla vetta del Golgota raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino e l’ultimo testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col sangue di un Uomo-Dio, vi dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Voi, dunque, come nostra Madre, siete la nostra Avvocata, la nostra Speranza. E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!
Pietà vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si dicono cristiani, e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo. Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, che torni pentito al cuor vostro. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia.

Ave, o Maria...

III. - Che vi costa, o Maria, l’esaudirci? Che vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle vostre mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie? Voi sedete coronata Regina alla destra del vostro Figliuolo, circondata di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli. Voi distendete il vostro dominio per quanto son distesi i cieli, e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette. Il vostro dominio si estende fino all’inferno, e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria.
Voi siete l’Onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché figli ingrati ed immeritevoli della vostra protezione, diteci almeno a chi altri mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli.
Ah, no! Il vostro Cuore di Madre non patirà di veder noi, vostri figli, perduti. Il Bambino che noi vediamo sulle vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella vostra mano, c’ispirano fiducia che noi saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in Voi, ci gettiamo ai vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, ed oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le sospirate grazie.

Ave, o Maria...

Chiediamo la benedizione a Maria.

Un’ultima grazia noi ora vi chiediamo, o Regina, che non potete negarci (in questo giorno solennissimo). Concedete a tutti noi l’amore vostro costante, e in modo speciale la vostra materna benedizione. No, non ci leveremo dai vostri piedi, non ci staccheremo dalle vostre ginocchia, finché non ci avrete benedetti.
Benedite, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Ai prischi allori della vostra Corona, agli antichi trionfi del vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società.

Benedite il nostro Vescovo, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del vostro Santuario.
Benedite infine tutti gli Associati al vostro novello Tempio di Pompei, e quanti coltivano e promuovono la divozione al vostro Santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d’inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia; a te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.

Salve Regina...


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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Supplica alla Madonna di Pompei: testo e storia della preghiera di Bartolo Longo

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