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Scuole chiuse per coronavirus: cosa vuol dire per docenti e ATA

Il Decreto chiude le scuole al Nord Italia per i focolai di coronavirus, a non doversi recare negli istituti non solo gli studenti, ma anche docenti e personale ATA.

Chiara Ridolfi
Chiara Ridolfi Pubblicato il 24-02-2020

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Scuole chiuse per coronavirus: cosa vuol dire per docenti e ATA

Scuole chiuse per il coronavirus in Liguria, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia, zone dove si registrano i primi focolai del virus. Le lezioni sono state quindi bloccate per la prossima settimana, così da impedire eventuali e nuovi contagi. A non doversi recare a scuola non saranno solo gli studenti, ma anche i docenti e il personale ATA che fino ai primi di marzo dovranno rimanere a casa.

Ma come verrà considerata l’assenza? In che modo verrà retribuita? Di seguito vediamo tutte le informazioni sulla situazione nelle regioni interessate dal decreto e cerchiamo di capire in che modo questo stop alle lezioni inciderà sulla busta paga del mese.

Scuole chiuse per coronavirus: cosa vuol dire per docenti e ATA?

Il Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale per l’epidemia da COVID-19 ha sospeso le lezioni nelle scuole di ogni ordine e grado, lasciando così a casa studenti e insegnanti di ogni grado. Il coronavirus fa infatti paura e per cercare di fermare un velocissimo contagio si è stabilito di chiudere gli istituti.
In questa sospensione dell’attività scolastica sono compresi anche i docenti e il personale ATA che dovranno rimanere a casa fino a nuovo ordine. Per il momento le regioni coinvolte nella chiusura sono Liguria, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia, dove si hanno la maggioranza dei casi. Lo stop al momento è previsto fino a domenica 1 marzo compresa.

Appurato quindi che docenti e personale ATA non dovranno recarsi a scuola viene subito da domandarsi in che modo questa assenza dal posto di lavoro verrà retribuita. Iniziamo dicendo che, essendo stata predisposta la chiusura da parte degli organi di Stato, non sarà necessario per i docenti e il personale ATA portare una giustificazione o altro documento che attesti il motivo dell’assenza dal lavoro, dal momento che si tratta di un’assenza giustificata.
Le assenze non sono imputabili al lavoratore e di conseguenza non saranno applicate decurtazioni allo stipendio, dal momento che si tratta di un’assenza dovuta a cause di forza maggiore.

Non è però ancora chiaro se interverrà l’Inps per la retribuzione di questo periodo di stop dal lavoro, come si ipotizza per alcune zone colpite, oppure se sarà pagato il periodo senza modifiche al cedolino. I dipendenti di molte aziende, che sono stati lasciati a casa in via precauzionale, saranno automaticamente considerati in malattia e scatterà per loro la retribuzione piena con l’intervento dell’Inps.
Le modalità di retribuzione saranno stabilite dal posto di lavoro e la questione potrebbe essere chiarita dal Miur nei prossimi giorni. In ogni caso non vi saranno decurtazioni di alcun genere allo stipendio, vista la motivazione di ordine e sanità pubblica.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Scuole chiuse per coronavirus: cosa vuol dire per docenti e ATA

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Commenti: 3

  • Giorgio
    26 febbraio 2020, 06:55

    Ma a dire il vero il personale ATA e’ in servizio nelle scuole ,sono a casa gli Alunni e Docenti..

  • Riccardo
    23 marzo 2020, 09:12

    I docenti e il personale amministrativo e tecnico sono a casa in smart working... e i collaboratori sono solo a casa?

  • Riccardo
    23 marzo 2020, 09:17

    In realtà i docenti, amministrativo e tecnico a casa a lavorare, solo collaboratori a casa a fare cosa?

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