Le scuole in Calabria non hanno regolarmente riaperto il 7 gennaio come auspicato dal Governo e, soprattutto, dalla Ministra Azzolina. Un’ordinanza del presidente facente funzioni, Nino Spirlì, ha rimandato l’apertura al 15 gennaio per le scuole elementari e medie e al 31 per tutte le scuole secondarie di secondo grado, consentendo l’accesso alla sola scuola dell’infanzia.
Ma un ricorso presentato al Tar della Calabria da un gruppo di genitori è stato accolto ed è stata sospesa l’ordinanza. Scuola primaria e media, quindi, oggi sono tornate in classe, mentre per gli studenti delle scuole superiori il Tar si dovrebbe esprimere il 10 febbraio quando, in linea teorica, gli studenti saranno già sui banchi di scuola. Il presidente facente funzioni non sembra aver accettato favorevolmente la sentenza, potrebbe opporsi e, come annunciato sul suo profilo Facebook, dovrebbe adire a vie legali.
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I problemi della didattica a distanza
Certo non c’è pace per la scuola ed è logico pensare che nessuno, veramente nessuno, abbia piacere a mantenere i ragazzi a casa, anche perché la didattica a distanza pone seri problemi sulla salute degli insegnanti e degli allievi. Inoltre, non sono del tutto ipotizzabili gli effetti della mancata frequenza in presenza a lungo termine e non è accertabile l’effettiva efficacia della didattica a distanza.
Le misure e strategie didattiche compensative messe in atto nella didattica in presenza per far superare a tutti gli allievi i propri limiti sono difficilmente applicabili con la didattica a distanza, soprattutto per gli allievi più piccoli, che necessitano di una guida presente e di metodologie di lavoro che passano attraverso l’ascolto, lo sguardo rassicurante e vigile del docente, il contatto umano e ravvicinato con i compagni di classe e il confronto con il gruppo scolastico. Con la didattica a distanza, inoltre, alcune attività, come quella motoria, sono fortemente penalizzate e sappiamo, invece, quanto sia importante proprio per chi sta formando non solo la propria struttura fisica, ma anche la propria personalità.
Le ragioni sulla necessità di chiudere le scuole, in virtù di un aumento di contagi, hanno basi solide, tanto quanto quelle che chiedono il ritorno in presenza, e il Tar si pronuncia su questioni formali, non entra certo nel merito di analisi medico-scientifiche, pedagogiche o sociologiche, che, invece, meriterebbero la giusta attenzione, senza pregiudizi ideologici o interessi politici.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Scuole aperte o chiuse? La situazione in Calabria, tra Governo, governatore facente funzioni e Tar
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