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Perché leggere a scuola libri sul proprio territorio?

Un Sud arretrato cinquant'anni fa ha salvato un Nord a rischio desertificazione. Nessuno si salva da solo ed oggi tutta l'Italia è a rischio spopolamento. Il libro, scritto coralmente a più mani, è un'esperienza che ha affascinato allievi di liceo.

Francesca Ferraro
Francesca Ferraro Pubblicato il 05-01-2016

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Perché leggere a scuola libri sul proprio territorio?

Leggere i libri che siano ambientati nella propria regione, ma che esprimano contenuti e valori universali, è uno degli obiettivi di una scuola che voglia partire dal proprio ambiente di vita per creare relazioni con un più vasto territorio. Nella mattinata di lunedì 14 dicembre, al Liceo Scientifico “Luigi Siciliani” di Catanzaro, con questo spirito, si è svolto un bellissimo incontro per presentare il libro “Ti ho vista che ridevi” con due degli autori, il prof. Nicola Fiorita e la prof.ssa Maura Ranieri. Gli scrittori del libro sono quelli del collettivo “Lou Palanca” che, come amano definirsi, sono “a geometria variabile” perché il numero non è fisso. I ragazzi hanno letto il libro e preparato un breve lavoro multimediale sugli aspetti che li hanno particolarmente colpiti, dimostrando di aver approfondito le tematiche presenti tra le pieghe del romanzo. Moltissimi gli argomenti affrontati durante il dibattito che ne è scaturito. In particolare, gli allievi sono stati attratti dalla tecnica di scrittura del romanzo, che presenta una molteplicità di punti di vista e dai personaggi che ruotano attorno a Luigi, il protagonista della vicenda. Il racconto, incentrato sulle migrazioni, li ha particolarmente affascinati perché, mentre a loro è riuscito facile fare un breve excursus sul tema dal punto di vista storico, la particolare migrazione che è raccontata nel libro, fatta, cioè, di tante giovani donne “calabrotte” che andavano a sposarsi al Nord per sfuggire alla miseria del Sud, è un fenomeno che sfugge alla statistica, non è raccontata dalla “storia” ufficiale. Inoltre la vicenda del protagonista, Luigi, che scopre da adulto chi è la sua vera madre, è intrisa di aspetti che riguardano profonde riflessioni sull’identità e sulle relazioni familiari e umane. I ragazzi hanno incalzato gli autori e hanno trovato soddisfazione piena dal confronto che era stato precedentemente affrontato durante le ore curriculari con i loro docenti. Il dibattito è stato animato, proficuo, e gli autori hanno risposto alle domande incalzanti degli allievi che hanno letto intere pagine del libro in sala. Alla fine dell’incontro, gli autori hanno firmato le tantissime copie del libro e gli allievi sono rimasti contenti e pienamente soddisfatti di aver partecipato in maniera vivace e attiva alla presentazione di questo libro che li ha così tanto colpiti e affascinati.

Il valore educativo di tale attività è straordinario perché i giovani, che sono posti al centro della scena e sono gli animatori del dibattito, imparano ad analizzare un testo e a confrontarsi con gli autori, a comprendere quale sia la genesi di un romanzo scritto a più mani. Inoltre, poiché e raccontata la storia di un Sud emarginato e di un Nord a rischio desertificazione, è una storia che cinquant’anni fa era collocabile a certe latitudini, oggi ha altre coordinate, ma che rappresenta un problema circolare in cui le popolazioni si salvano se si saldano e si fondono, poiché, come scritto nella presentazione al libro da Carlo Petrini, nessuno si salva da solo.

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