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Storia della letteratura

Marziale: vita e opere dello scrittore latino

Il poeta latino Marco Valerio Marziale è considerato il più importante epigrammista in lingua latina. Con i suoi testi ha tratteggiato e parodiato vizi e difetti della società a lui contemporanea.

Eleonora Daniel
Eleonora Daniel Pubblicato il 23-03-2020

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Marziale: vita e opere dello scrittore latino

Il poeta latino Marco Valerio Marziale (40 circa - 102 d.C.) è considerato il più importante epigrammista in lingua latina.
Proprio grazie a Marziale, l’epigramma ha raggiunto il rango di componimento letterario: i pochi versi che lo compongono non hanno più una funzione essenzialmente commemorativa, ma si aprono a nuovi temi, tutti legati alla quotidianità della società romana, tra cui parodia, satira, politica ed erotismo.
Scopriamo insieme la vita del poeta, le sue opere e le loro caratteristiche principali.

Marziale: la vita

Marco Valerio Marziale nasce intorno al 40 d.C. a Bilbilis, in Spagna, dove muore nel 104 d.C. Non fatevi ingannare dal fatto che nascita e morte abbiano la stessa coordinata geografica: ricevuta l’istruzione primaria in Spagna, Marziale giunse a Roma nel 64 d.C (l’anno del famoso incendio attribuito a Nerone). Qui ottenne presto l’appoggio di alcune tra le famiglie più potenti della città e, in particolare, di quella degli Annei, a cui apparteneva anche il filosofo Seneca. Grazie a Seneca, Marziale ebbe modo di legarsi a Pisone, Regolo e Crispo: alla loro generosità deve i suoi primi passi nella capitale, ma alla loro prematura scomparsa deve la condanna alla condizione clientelare.
Nel 65 d.C., infatti, Nerone scoprì la congiura ordita da Pisone e molti degli amici di marziale vennero uccisi o costretti al suicidio e il poeta si trovò senza più alcun appoggio.

Marziale visse come cliens, coltivando le sue doti di verseggiatore, ma sempre al servizio di ricchi signori. Per quanto dura, la vita da cliente si rivelò utile per osservare la quotidianità dell’ambiente romano, che il poeta descrive sempre con crudo e lucidissimo realismo.

Apprezzato e favorito da Tito e Domiziano, sotto i principati di Nerva e Traiano il poeta cadde in disgrazia: da un lato, le sue opere non erano più conciliabili con il nuovo orientamento del potere, dall’altro i suoi passati rapporti erano fin troppo noti perché Nerva potesse accoglierlo.
Nel 98 d.C. tornò così a Bilbilis, dove pubblicò altri libri di epigrammi e curò le edizioni dei suoi libri.

Le opere

Marziale si dedica esclusivamente al genere dell’epigramma, prevalentemente con metro elegiaco. Si tratta di un genere già praticato da Catullo (e, con lui, dagli altri neòteroi), ma nessuno vi si era mai dedicato con la stessa esclusività con cui vi si dedica Marziale.

La raccolta completa delle sue opere si compone di quindici libri di epigrammi, per un totale di oltre 1500 componimenti.

  • Liber de spectaculis, 80 d.C.:
    È la prima raccolta di cui abbiamo tracce. Il suo nucleo è costituito da circa 30 componimenti in distici elegiaci dedicati a Tito, pubblicati in occasione per le feste per l’inaugurazione dell’Anfiteatro Flavio. L’opera gli procurò i favori di Domiziano, che lo nominò tribuno militare, elevandolo al ceto equestre.
  • Xenia e Apophoreta, 84 d.C.:
    Si tratta di due libri di epigrammi che nascono da occasioni di vita mondana e costituiscono rispettivamente i libri XIII e XIV del corpus complessivo finale. Gli Xenia ("i doni per gli ospiti") sono epigrammi che accompagnavano i doni scambiati durante i Saturnali. Gli Apophoreta ("i doni da portar via"), sono componimenti che accompagnavano i regali da portare a casa al termine del banchetto.
  • Epigrammi, 85-102 d.C.:
    I restanti dodici libri di epigrammi sono costituiti da componimenti principalmente satirici, che ritraggono vizi e difetti della società romana. Al loro interno, spicca sicuramente il ruolo femminile: nei componimenti dedicati a donne, spesso si ha la sensazione che Marziale superi la parodia e sfoci nella misoginia.

Caratteristiche della produzione poetica

Tutte le opere di Marziale nascono dalla società romana, con i suoi usi e i suoi costumi, tra feste, banchetti e ritualità (rilevante l’influenza della filosofia epicurea): il poeta è sempre presente nei propri componimenti e, anzi, afferma la sua identità con forza, con un linguaggio colloquiale, quotidiano, spesso scurrile.

Tutti i componimenti di Marziale sono caratterizzati da un tono comico-satirico, reso tramite il fulmen in clausula (la “stoccata finale”, diremmo oggi). Cosa significa? Gli epigrammi sono componimenti brevissimi e spesso bipartiti: proprio nella seconda parte, Marziale concentra tutta una serie di elementi comici e pungenti, che contengono il vero senso del testo e spesso sono realizzati tramite una battuta finale inaspettata (aproskodeton).

Per queste caratteristiche, i suoi versi sono in grado di dipingere perfettamente, sbeffeggiandola, la molteplicità di tipi umani, con i loro vizi e i loro difetti.
Sono presenti però anche versi lirici e delicati, come quelli dedicati alla piccola Erotion, morta a soli sei giorni dal suo sesto compleanno.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Marziale: vita e opere dello scrittore latino

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