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Lezioni frontali: caratteristiche, limiti e possibilità di innovazione

Una lezione frontale lascia agli studenti impressioni e stati d'animo generali, più che concetti effettivi e conoscenze rigorose. Quali sono le caratteristiche di questo tipo di lezioni? Quali i limiti? E come la didattica a distanza può rivelarsi una risorsa?

Giovanna Casapollo
Giovanna Casapollo Pubblicato il 13-11-2020
Lezioni frontali: caratteristiche, limiti e possibilità di innovazione

Buona parte delle lezioni di materie umanistiche sono condotte in maniera frontale. In lezioni di questo tipo, il docente spiega direttamente ai propri studenti senza sfruttare alcun ulteriore ausilio, trasformando così il suo discorso in una sorta di riassunto anticipatorio di quanto si troverà sul volume.
Quali sono le caratteristiche e quali i limiti di una lezione frontale? Come rendere più coinvolgenti le lezioni, sfruttando in modo positivo la didattica a distanza?

Lezione frontale: cos’è?

In una lezione frontale, il docente spiega una determinata materia senza sfruttare alcun ausilio. In una lezione di storia, per esempio, il docente racconta ai suoi studenti gli avvenimenti del passato, tentando di dare una spiegazione del loro succedersi e del loro concatenarsi.
Il docente, inoltre, spesso non si pone problemi legati al linguaggio impiegato: si ritrova a volte ad adoperare anche linguaggi settoriali o specialistici, supponendoli condivisi con i suoi alunni.

Con lezioni di questo tipo, nulla garantisce che il messaggio venga recepito dagli studenti con il corretto contenuto. Lo sforzo richiesto all’ascoltatore è sicuramente meno elevato, ma, se svolta senza estro, la lezione sarà poco diversa in fondo da un riassunto del manuale stesso.
È comunque necessario riconoscere che una lezione frontale si differenzia dal libro di testo per due principali motivi: per l’immediatezza del linguaggio impiegato (al di là dei tecnicismi, la lingua orale è più immediata della scritta) e per la capacità del docente di concentrare l’attenzione degli studenti sui momenti cruciali, rinviando al manuale gli ulteriori dettagli necessari.

La resa delle lezioni frontali e la didattica a distanza

Ma quanto rende effettivamente, dal punto di vista didattico, una lezione frontale?
È fondamentale fare alcune considerazioni:

  • Gli allievi si stancano ad ascoltare passivamente lunghe ore di conferenze;
  • Una parte minima di quanto viene detto è da loro conservato in maniera utile;
  • La lezione diventa un’occasione di stimolo e non di consolidamento;
  • La lezione diventa solo anticipazione di ciò che gli alunni troveranno nel manuale.

Quello che rimane, dunque, sono per lo più impressioni e stati d’animo, piuttosto che concetti e conoscenze rigorose, col rischio di malintesi linguistici e concettuali.

Oggi che la didattica a distanza consente al docente di arricchire la lezione con filmati e documenti originali tratti da YouTube o da slide di PowerPoint o altre schede, preparati quando si progetta la lezione, si può presumere che si susciti una maggiore attenzione negli alunni che seguono online e che la verifica dell’apprendimento, condotta con strumenti quali questionari, relazioni scritte o l’interrogazione tradizionale, possa essere considerata più produttiva.

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