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Biblioteche

Intervista ad Anastasia Guarinoni: bibliotecaria, organizzatrice di eventi culturali, animatrice radiofonica

Conciliare (bene!) ruoli diversi: bibliotecaria, organizzatrice di eventi culturali, animatrice radiofonica. Intervista ad Anastasia Guarinoni.

Alida Airaghi
Alida Airaghi Pubblicato il 17-09-2015

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Intervista ad Anastasia Guarinoni: bibliotecaria, organizzatrice di eventi culturali, animatrice radiofonica

Conosciamo meglio in un’intervista Anastasia Guarinoni, in grado di conciliare (bene) ruoli diversi: bibliotecaria, organizzatrice di eventi culturali, animatrice radiofonica.

  • Da quanti anni fa la bibliotecaria, inserita in quale realtà e dopo aver seguito quale percorso di studi e professionale?

L’amore per la biblioteca, anche come spazio fisico, è nato quando ero bambina, negli anni ’70: la frequentavo per i corsi di lingua, i cineforum e la lettura di quotidiani e riviste; i libri a disposizione lì erano pochi e per nulla interessanti, ma i regali dei familiari e gli scambi con gli amici colmavano la carenza. Crescendo sono rimasta legata all’ambiente e durante l’università ho volontariamente regalato alla piccola biblioteca del mio paese molto del mio tempo libero. Dopo la laurea in Economia, messa subito nel cassetto, e molti lavori precari, decisi, a più di quarant’anni, di frequentare il corso regionale per bibliotecari. Da circa dieci anni lavoro nella biblioteca di Provaglio d’Iseo (BS), con un contratto a tempo indeterminato stipulato con una cooperativa che gestisce servizi di biblioteca.

  • Come riuscire a far leggere di più le persone e in particolare i giovani? Verso che tipo di letture si orienta il pubblico della sua biblioteca?

Si impara a leggere da piccoli, ma la passione è altra cosa. Oggi molti sono gli stimoli, molta l’attenzione posta ai bambini e molti i libri per loro (ho ben due stanze stracolme di libri per l’infanzia), ma rimane nel vago come e perché una persona legga appassionatamente e un’altra no. La prima regola, per chi svolge la mia professione, è dedicare molto tempo alla “promozione alla lettura”; si incontrano intere classi a scuola e nella biblioteca stessa, si propongono letture animate, giochi con i libri, gare di lettura, gruppi di lettura anche per i più giovani. Sono tante le attività con i più piccoli, nella speranza, ma senza la certezza, che qualche cosa resti. E qualcosa resta. La narrativa di genere la fa da padrona: gialli, thriller, romanzi rosa e d’evasione, le saghe fantasy, letture per distrarsi e “non pensare”. Poi la televisione fa impennare i prestiti dei titoli che propone nelle sue trasmissioni, e anche i giornalisti che scrivono di attualità (i cosiddetti instant book) sono ben piazzati. Io cerco di stare attenta alle richieste dei lettori, li accontento, li sostengo ma… non riterrei di fare un buon lavoro se non ci mettessi del mio. Per cercare di caratterizzare e variare la collezione libraria pongo una cura particolare nell’acquisto di libri editi da piccole case editrici che ritengo di qualità, e a questi volumi affianco le novità di grido. Nessun sentimentalismo in ciò, non vedo la professione di bibliotecario come una missione: semplicemente cerco di dare un tocco personale al mio fare.

  • Da qualche anno sta organizzando sul lago d’Iseo (BS) un festival di poesia. Ci può parlare delle difficoltà che ha incontrato nella realizzazione di questa iniziativa, e dei risultati ottenuti?

La poesia me la porto in mano da anni come una valigia, alcune volte è pesante altre leggera, ma mi ha accompagnata in ogni momento della vita. Da tempo sentivo il bisogno di ripagarla, di inventare qualcosa che ne celebrasse la bellezza, anzi la raddoppiasse. Per esempio una festa con i poeti mentre si passeggia nel bosco, si naviga sul lago o si ammira un fiore, intrecciando paesaggio interiore e paesaggio esterno. Ecco nato allora "InCerti Luoghi, Festival di poesia del paesaggio", calato in un delizioso borgo lacustre, baricentro di un ampio territorio della provincia bresciana che abbraccia la Franciacorta e la Vallecamonica. Il lago, il parco, i sentieri, le chiesette, la darsena, le vie e le piazze sono i nostri fondali, le nostre casse di risonanza per la poesia. A luglio è terminata la seconda edizione ma già preparo la terza. Un compito, per me, di grande piacere e soddisfazione, di stimolo propositivo, di sforzo immaginativo, di tenacia garbata. La fiducia di persone ed enti (soprattutto privati, ma anche di qualche ente pubblico) mi fa piacere, ma quello che mi sostiene di più è il riscontro di chi segue il festival e mi sprona a riproporlo l’anno dopo rinnovato nel contenuto ma non nella formula: poesia e paesaggio vanno bene a braccetto.

  • Ha inoltre ideato una trasmissione radiofonica per Radio Onda d’Urto, in cui propone agli ascoltatori interviste con diversi poeti. Sono incontri che raggiungono la sensibilità del pubblico e arricchiscono la sua?

La rubrica che conduco per gli ascoltatori di Radio Onda d’Urto, costola bresciana di Radio Popolare, si intitola "Naufraghi" e l’idea del titolo viene da: "…e il naufragar m’è dolce in questo mare". Mi pareva che questo verso di Leopardi fosse familiare anche a chi non “mastichi” poesia: l’immagine di un gruppo di naviganti (gli ascoltatori della puntata) che nel largo e burrascoso mare della vita vedono la loro salvezza nella terra (la poesia), mi è parsa azzeccata. Tra poco, dopo la pausa dell’estate, riprenderò la rubrica, che consiste nell’intervistare in diretta telefonica poeti contemporanei italiani: fino a giugno sono stati poeti che conoscevo personalmente, ma ora ho preparato una scaletta di autori che conosco solo attraverso la loro poesia. Quello che propongo non vuole essere una lettura dotta o esegetica dei testi (non ho strumenti e competenze adeguate), si tratta semplicemente di ascoltare i poeti che leggono i loro versi, di invitarli a parlare per conoscerli un po’ più da vicino. I poeti come amici e la poesia come lettura di tutti i giorni. Giocando con un antico proverbio si potrebbe anche intitolare: una poesia al giorno toglie il medico di torno.

  • Quali sono i poeti che ama più leggere? C’è un verso di un poeta italiano che ricorre più spesso nella sua memoria?

“…portami il girasole impazzito di luce”.

E’ un verso di Montale che mi fa rabbrividire, che mi inebria. Ma amo anche tutto quello che è russo, slavo, posto ad est, e Anna Achmatova è per me una musa.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista ad Anastasia Guarinoni: bibliotecaria, organizzatrice di eventi culturali, animatrice radiofonica

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