Giordano Criscuolo (Salerno 1979), scrittore, editore e cantautore, vive a Buccino. È laureato in Discipline Letterarie.
Ha pubblicato i romanzi Le parole che non scrivo (2005), Come su un solco di Morrison Hotel (2009), 1000 anni con Elide (2010), All’aurora sulle stelle e altre storie del sottosuolo (2011), Il meraviglioso vinile di Penny Lane (2015), Fiabe sorprendenti per principesse e disobbedienti (2021), Un fatto strano (2023).
La nostra collaboratrice Alida Airaghi l’ha intervistato in merito alla fondazione della nuova casa editrice Eretica Edizioni. Ecco il loro dialogo.
- Spinto da quali stimoli intellettuali ha deciso di dedicarsi all’attività editoriale? Che funzione ha avuto nella scelta della sua professione l’ambiente familiare e culturale in cui si è formato?
A sette anni lessi L’Inferno di Topolino e ne fui rapito, illuminato. Capii subito che le lettere avrebbero forgiato la mia vita. Mi chiudevo nella mia stanza, tiravo le tende e, alla luce soffusa di una candela, sfogliavo la Divina Commedia.
Non la comprendevo ovviamente, ma ne ero affascinato. Quelle illustrazioni di Gustavo Dorè, quelle terzine così misteriose, così armoniose… una magia. Tentavo di scrivere anch’io qualcosa e avevo chiesto a mio padre di prestarmi le penne e il calamaio che, conservate amorevolmente, usava ai suoi tempi a scuola: ero entrato nella parte del poeta, ma non sono mai riuscito a scrivere un verso. Eppure per me non era importante scrivere qualcosa, era importante stare lì in quel momento, alla luce di quella candela, fermo, sognante, in attesa. Casa mia era piena di libri e smarrito tra quelle pagine ingiallite ero il bimbo più felice del mondo. Attenzione: io non ero un genio, sia chiaro, quei libri non li leggevo (leggevo i fumetti, non riuscivo a pronunciare la C di ciliegia, correvo con gli amici, guardavo Mazinga e UFO Robot, mi facevo male), semplicemente i libri li sfogliavo e rimandavo coscienziosamente la lettura a quando sarei diventato grande. Mia madre era insegnante, mio padre pittore.
A casa mia si leggeva di tutto, mio padre aveva una cultura vasta, complessa, sofisticata. Studiava i filosofi, lo zen, la medicina cinese, la fitoterapia. Aveva un alambicco da Mago Merlino e, da appassionato erborista, distillava tutte le piante medicamentose e balsamiche del nostro territorio. Ambienti del genere lasciano un segno indelebile, ricordi possenti.
- Ci può illustrare brevemente la struttura e la storia delle edizioni Eretica, spiegando le motivazioni di un nome così particolare?
Dopo il liceo, affascinato dalle arti di mio padre, mi iscrissi alla facoltà di Erboristeria. La realtà, però, era diversa dalla mia idea romantica e umanistica di verde, natura e pozioni magiche. L’esame di Chimica generale e inorganica mi mise di fronte a un bivio… senza pensarci due volte scelsi la strada del ritorno e rincasai. Una sera, mentre combattevo con i miei pensieri (che ne sarà di me? cosa farò della mia vita?), mio padre entrò nella stanza e mi disse: “Tu canti, suoni, scrivi, leggi. Vuoi iscriverti a Ingegneria?”. Capii allora che il mio mondo era quello delle Lettere e mi iscrissi a Discipline Letterarie. Quel nuovo percorso, dopo varie tribolazioni, mi ha portato a fondare Eretica. Porto il nome della Casa Editrice nel mio. I miei genitori mi chiamarono così in onore di Giordano Bruno. Il nome me lo suggerì mia moglie e rappresenta me stesso con tutta la forza che le parole riescono ad avere.
- Quante collane sono presenti nel vostro catalogo? Pubblicate anche ebook, e se sì, ritenete che il formato elettronico possa rappresentare un’alternativa vincente rispetto al libro cartaceo? Avete un blog, e come è organizzato?
Attualmente abbiamo una collana di poesia, una di poesia e pittura/fotografia, una di narrativa contemporanea e infine la collana Piccola Biblioteca Eretica, con la quale pubblichiamo grandi autori noti e meno noti del passato.
L’anno scorso abbiamo provato a pubblicare diversi titoli in formato elettronico, ma le vendite sono state del tutto deludenti. Per questo motivo, senza escluderli del tutto per il futuro, abbiamo deciso di sospendere la pubblicazione di ebook. No, non abbiamo un blog ma una bellissima pagina su Instagram.
- Quali sono le vostre pubblicazioni che hanno ottenuto più riconoscimenti di critica e di pubblico, e secondo lei per quali motivi?
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Chi ha polvere spara e I grandi scrittori non mangiano di Donato Montesano e il romanzo Una ferita in fondo al cuore di Anna Danielon sono titoli che hanno venduto molto. Si tratta ovviamente di racconti e romanzi scritti benissimo, letture che riescono a incantare i lettori.
Il vero motivo del loro successo, tuttavia, sta nella smisurata passione di chi li ha scritti. In questi anni abbiamo pubblicato opere bellissime di autori che alla fine si sono dimostrati disinteressati e che a pubblicazione avvenuta sono letteralmente scomparsi. La promozione degli autori, e non solo di quegli autori che pubblicano con piccole Case Editrici come Eretica, ma anche di quelli che hanno la fortuna di pubblicare con i colossi, è vitale.
È tutto. Bisogna inviare i libri ai giornalisti, ai blogger, ai premi letterari, parlare del proprio libro sui social. Una piccola casa editrice da sola può fare veramente poco. La pubblicazione di un libro non è un punto di arrivo ma di partenza.
- Attraverso quali canali preferenziali riuscite a pubblicizzare i vostri prodotti, e che traguardi vi proponete di raggiungere, a livello di mercato e di incidenza culturale, dato che la lettura è sempre più minacciata da altri e più aggressivi mezzi di comunicazione? Le fiere e le kermesse editoriali servono, o è più efficace la pubblicità sui social e sulla stampa tradizionale?
Per promuovere i nostri titoli, ci avvaliamo principalmente dei Social Network, sfruttando quei pochi mezzi che abbiamo a disposizione.
Sebbene Fiere e Saloni siano indubbiamente importanti, per noi della piccola/media editoria possono rappresentare a volte una spada a doppio taglio: da un lato offrono visibilità, dall’altro si rivelano spesso poco sostenibili dal punto di vista economico. I costi degli stand sono sempre elevati, senza contare quelli relativi agli alloggi, ai B&B, ai viaggi, eccetera.
Pur potendo sembrare monotono e ripetitivo, ritengo che il vero "salone del libro" risieda sul nostro comodino, accanto al letto.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Giordano Criscuolo, fondatore di Eretica Edizioni
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