

Il 1 aprile del 1875 nasceva in Inghilterra Edgar Wallace, drammaturgo, scrittore, sceneggiatore e molto altro ancora. La sua biografia sembra un romanzo d’appendice per le vicissitudini private e non, i viaggi, lo spirito di iniziativa e soprattutto la capacità di reinventarsi professionalmente per fronteggiare un deficit finanziario cronico, malgrado introiti da capogiro. Parliamo di un autore da 5 milioni di copie vendute e da 250.000 dollari di guadagno, entrambi in un solo anno. Alla sua morte, una montagna di debiti.
Ripercorriamo brevemente la vita di Edgar Wallace e la trama di sette suoi polizieschi (noti e meno noti) per conoscerlo meglio.
La vita di Edgar Wallace
Un’adolescenza spesa tra mille lavoretti e studi discontinui. Appena poco più che ventenne, Edgar Wallace è corrispondente nella seconda guerra anglo boera (1899) e in quella russo giapponese (1904-1905). Scrive invano sulle atrocità commesse in Congo dal governo belga, perché i suoi articoli non furono mai pubblicati. Analoga sorte toccò a un dossier sulla pedofilia dietro le quinte di Hollywood, coraggioso esempio di giornalismo investigativo. Edgar Wallace fu il primo giornalista sportivo radiofonico britannico.
Nel privato, è vissuto felicemente in una famiglia adottiva (per Wallace la matrigna è la madre naturale); due mogli e cinque figli; lutti e malattie; la passione per i cavalli, il lusso e il denaro che non basta mai.
Nel frattempo, insieme al giornalismo, si dedica con successo alla drammaturgia e alla sceneggiatura tra Vecchio e Nuovo Continente. Wallace fu co-sceneggiatore del film King Kong (1933): sarebbe sua l’idea di accentuare i tratti umani nella mimica facciale del gorilla. Io ci credo, perché Wallace ha saputo cogliere gli umori del pubblico, le potenzialità del mercato editoriale popolare e soprattutto rimanere sempre a galla. Edgar Wallace fu l’autore più letto tra il 1920 e il 1930, con 175 opere all’attivo solo nell’ambito della narrativa.
Sette polizieschi (noti e meno noti) per conoscere il mondo di Edgar Wallace
L’enigma del narciso (The Daffodil Mystery) 1920
Il ritrovamento ad Hyde Park del cadavere di un uomo facoltoso, ricoperto da narcisi appassiti, fa scattare le indagini. Il caso è affidato a un detective appena rientrato dalla Cina che si sta occupando di un caso di appropriazione indebita, collegato alla vittima. Ma la parola d’ordine è cherchez la femme: che sia l’affascinante cinese il cui soprannome è Narciso?
Il cerchio rosso (The Crimson circle) 1922
Una lettera intimidatoria siglata da un cerchio rosso suona come una condanna a morte. Chi la riceve, infatti, non ha scampo. Perché non pagare la somma richiesta significa morire. Un thriller ambientato nel mondo della finanza e della politica, dove i segreti sono tanti e a volte il denaro non basta per occultarli. Il caso verrà risolto grazie alle intuizioni di un investigatore dalle facoltà paranormali.

Il cerchio rosso
La stanza n.13 (Room 13) 1924
Questo romanzo è il primo di una fortunatissima serie dedicata a un profiler dell’Fbi ante litteram: un funzionario governativo tanto anonimo (malgrado i capelli rossi) quanto brillante. Infatti comprende la necessità di ragionare come un malvivente per ricostruire la sequenza di un fatto criminoso. In questa occasione si incrociano il destino di un poliziotto coraggioso e di una banda di falsari, tallonata da Scotland Yard. E non solo sul piano professionale. La donzella di turno, raggirata da un insospettabile delinquente, è al centro della vicenda sentimentale parallela all’inchiesta.

La stanza N°13
Il serpente giallo (The Yellow Snake) 1926
L’incipit del romanzo catapulta il lettore in Cina, nel microcosmo di un imprenditore inglese che ha fatto fortuna non solo grazie al suo spirito di iniziativa, ma ai contatti con ambienti poco raccomandabili. L’attesa di una sciagura imminente scatta quando questi riceve un pacco regalo contenente un pericoloso serpente. Ignora che ‘serpente giallo’ è il nickname di una persona a lui vicina. Attualmente naviga in cattive acque: per fronteggiare la bancarotta, si destreggia tra le ambizioni del suo pupillo e l’efficienza di un suo stretto collaboratore. Tra il primo, un mezzosangue franco cinese che ha studiato ad Oxford, e il secondo si accende una rivalità destinata a sfociare nel sangue. La posta in gioco è alta: sventare un colpo di Stato. L’eroina si sdoppia nelle due figlie del ricco imprenditore, pronte ad abbracciare la vita a costo di allontanarsi dall’ingombrante figura paterna. Snake è sinonimo di serpent? Sostanzialmente sì però, come dimostra questo poliziesco, il termine snake viene usato nel linguaggio comune.

Il segreto del serpente giallo
L’enigma del serpente piumato (The Feathered Serpent) 1928
Il rettile del titolo è la divinità di molte religioni mesoamericane, specie atzeca, la cui effige sigla enigmatici biglietti con la scritta: “Per non farti dimenticare”. A riceverli, una soubrette teatrale con velleità da primadonna che manda in visibilio un pubblico grossolano. Inquirenti e stampa sembrano poco interessati a quello che sembra la trovata pubblicitaria di un’attrice di second’ordine, fino a quando non ci scappa il morto. A seguire un giornalista, un filantropo, la difficile collaborazione tra stampa e forze di polizia e l’attesa di una sciagura che forse solo il passato può spiegare. Serpent è sinonimo di snake? Sostanzialmente sì però, come dimostra questo poliziesco, il termine ha un impiego letterario perché carico di valenze religiose e mitologiche.

L'enigma del serpente piumato
La maschera bianca (White Face) 1930
Un ladro mascherato semina il panico nei locali esclusivi del West End a Londra. Il modus operandi è di semplice efficacia. Abbigliamento elegante, la protezione di una maschera per mimetizzarsi tra avventori festaioli, un furto con destrezza che alleggerisce ricche signore dei loro gioielli e via… la fuga in motocicletta. Questa volta è un giornalista ambizioso a mettersi sulle tracce di questo Arsenio Lupin poco gentiluomo e molto ladro. L’indagine, condotta anche da Scotland Yard, prende una piega inattesa quando un tizio, che non sembra un balordo, viene ucciso in un quartiere malfamato. L’ipotesi di una rapina finita male viene accantonata alla scoperta dell’identità della vittima: un avvocato playboy proveniente dalla Rhodesia, di quelli che sanno come usare le parole e il fascino dell’esotico per sciogliere il cuore delle fanciulle. Ma c’è un altro tassello: il morto è un corteggiatore della ragazza di cui il giornalista è innamorato. Forse la ricerca del rapinatore e dell’omicida convergeranno verso la stessa direzione. Da molti considerato uno dei capolavori di Wallace, propone il travestimento, le atmosfere nebbiose e sinistre di quartieri malfamati e un’eroina piuttosto emancipata. Questa volta è una giovane ereditiera che ha deciso di lavorare come infermiera presso un medico filantropo. Però non si tratta del capriccio di una ragazza viziata. L’epilogo è particolarmente ingegnoso.

Maschera bianca
L’arciere verde (The Green Archer) 1923
Un misterioso arciere verde si aggira in un castello gotico munito di arco e frecce. Un giornalista riceve l’incarico di indagare su quello che sembra uno scherzo di cattivo gusto. Poi la suspense raggiunge il culmine alla scoperta della vittima designata: perché qualcuno vuole ucciderlo? È il romanzo di Wallace più venduto.

L'arciere verde
Il confronto tra i sette romanzi permette di individuare le costanti del poliziesco alla Edgar Wallace:
- un incipit in medias res in cui il lettore conosce attori in gioco, problema da risolvere e principali dinamiche del sistema dei personaggi;
- un antipatico volto a convogliare l’aggressività del lettore: ricco, superbo, manipolatore con il vizio di sedurre ragazze perbene;
- un debole, vigliacco o inetto, che ha l’occasione di crescere;
- fanciulle in fiore di buona famiglia di cui l’eroe, socialmente inferiore, si innamora;
- donne fatali variamente declinate: donna perduta, avventuriera, seduttrice, mangiauomini, civetta;
- la sedotta e abbandonata legata alla vendetta;
- un personaggio carico di mistero che piomba a Londra all’improvviso;
- l’esotico derivante dall’ambientazione, da un personaggio, da tradizioni lontane nel tempo e nello spazio;
- la collaborazione non sempre facile tra Scotland Yard e investigatori privati;
- una rivalità anche amorosa tra il buono e il cattivo;
- il motivo del travestimento che ingarbuglia la trama, regalando suspense;
- l’attesa che si verifichi un fatto criminoso annunciato in modo diretto come ne Il mago o con criptiche missive come ne Il cerchio rosso;
- uno o più crimini centrali intrecciati con un crimine minore come furto di beni, appropriazione indebita;
- l’inchiesta è volta prevalentemente alla scoperta di movente e dinamica di un omicidio annunciato;
- prevalenza dialogica con uno stile vicino al parlato;
- prevalenza di spazi chiusi;
- atmosfere noir dei bassifondi londinesi contrapposti all’eleganza degli ambienti aristocratici e all’anonimato degli uffici di Scotland Yard;
- l’ombra di un misterioso passato;
- il delitto della stanza chiusa che Abir Mukherjee ha recentemente riproposto con “Morte a oriente”;
- un dato cromatico forte a marcare la narrazione;
- un disegno o un oggetto da decifrare come il narciso o il cerchio rosso.
Per il motivo della valenza simbolica di un fiore sul luogo del delitto penso al recente “Il Killer del loto” di Marco De fazi: periodare asciutto, ritmo veloce, stile ironico e graffiante. Ritengo che i polizieschi di Edgar Wallace siano una lettura di intrattenimento valida e onesta, perché priva di quelle velleità pseudo sociali che ho individuato in numerosi thriller in voga.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 7 libri polizieschi per conoscere Edgar Wallace
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