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Approfondimenti su libri... e non solo

È morto Pino Daniele, bluesman partenopeo

Lutto nel mondo della musica italiana. Pino Daniele è morto improvvisamente, stroncato da un infarto nella notte, avrebbe compiuto 60 anni la prossima primavera.

Alessandra Stoppini
Alessandra Stoppini Pubblicato il 05-01-2015

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È morto Pino Daniele, bluesman partenopeo

Lutto nel mondo della musica italiana. Pino Daniele è morto, stroncato da infarto la sera del 5 gennaio. Il cantante ha avuto un malore, “aveva una gravissima malattia alle coronarie da 27 anni” ha specificato il suo cardiologo Achille Gaspardone, mentre si trovava nella sua tenuta in Maremma, un casale isolato, tra le frazioni di Pereta, Marigliano e Magliano in provincia di Grosseto. Pino Daniele dopo aver fatto chiamare l’autombulanza intorno alle 21,15, ha preferito farsi condurre con un mezzo proprio presso l’Ospedale Sant’Eugenio di Roma dal suo medico curante.
All’Ospedale però Daniele è giunto in condizioni disperate anche perché durante il tragitto da Magliano a Roma, come riportato dal quotidiano Il Mattino di Napoli, la vettura ha forato una gomma rallentando la corsa in ospedale. “Quando Pino Daniele è arrivato nel nostro ospedale la situazione era talmente grave che subito è stato sottoposto a rianimazione cardiorespiratoria, purtroppo però dopo pochi minuti si è constatato il decesso”, ha precisato Carlo Saitto, direttore generale Asl Roma C Sant’Eugenio in una intervista a Rainews.

“La cosa è stata veramente molto rapida e quando è arrivato la situazione era già molto grave e non c’era nulla che si potesse fare, purtroppo. Pino Daniele è morto alle 22.45”.

Il grande cantautore napoletano che avrebbe compiuto 60 anni la prossima primavera, lascia 5 figli. ”È un momento terribile”, ha commentato la figlia Sara. Molteplici i messaggi di addio sul web da parte di colleghi e amici, come Laura Pausini (“Ho appena saputo che Pino è volato in cielo... sono molto scossa, immobile nel letto...”), i Negramaro (“Ho appena sentito Eros, è tutto maledettamente vero: il nostro Pino Daniele non c’è più... una notte senza fine”), Fiorella Mannoia (“Pino Daniele ci ha lasciato. Un dolore immenso, sono attonita, non trovo altre parole”).
Eros Ramazzotti è stato il primo a dare sul suo profilo Instagram la triste notizia “postando” una foto del cantante sorridente. Il collega e amico romano ha scritto:

“Anche Pino ci ha lasciato. Grande amico mio, ti voglio ricordare con il sorriso mentre io, scrivendo, sto piangendo. Ti vorrò sempre bene perché eri un puro e una persona vera oltre che un grandissimo artista. Grazie per tutto quello che mi hai dato fratellone, sarai sempre accanto al mio cuore. Ciao Pinuzzo”.

L’ultima apparizione di Pino Daniele, reduce dal tour di dicembre con il live Nero a metà, al fianco della sua band originale del 1980, (l’11 a Bari (Pala Florio), il 13 a Roma (Palalottomatica), il 16 e il 17 a Napoli (PalaPartenope), il 22 a Milano (Mediolanum Forum Assago), era stata proprio la notte del 31 dicembre su Rai1 da Courmayeur nello spettacolo L’anno Che Verrà, nel quale l’artista era stato la Special Guest del Capodanno 2015 cantando alcuni suoi successi, accompagnato dall’orchestra della Rai.

Inconsapevole ultimo tributo a una straordinaria carriera era stato l’omaggio alla vita artistica del cantante su Rai1 il 30 dicembre scorso di una puntata monografica di Canzone. Memorabile il concerto-evento del 1° settembre 2014, diecimila spettatori all’Arena di Verona del Mascalzone latino nato a Napoli il 19 marzo 1955 creatore di quel sound inconfondibile, tra sonorità blues, rock, jazz e la tradizione napoletana.

L’esordio di Pino (all’anagrafe Giuseppe) Daniele arriva nel 1977 con Terra mia, brano che apre il disco Napule. Il 1979 è l’anno di Je so’ pazzo e di capolavori come Je sto vicino a te, Il mare, Putesse essere allero. Nel 1980 Nero a metà l’album del grande successo, l’incrocio definitivo tra il blues dei neri americani e la musica popolare napoletana. Il 19 settembre 1981, è la sera dei miracoli, l’apoteosi in piazza del Plebiscito, con 200 mila persone ad ascoltare Daniele sul palco con Tullio De Piscopo, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Tony Esposito, James Senese. Memorabile la collaborazione di O’ Scarrafone con l’amico Massimo Troisi, per il quale scrisse le colonne sonore delle pellicole Ricomincio da tre (1981) Le vie del signore sono finite (1987), poi la splendida Quando (“tu dimmi quando quando, ho bisogno di te almeno un’ora, per dirti che ti odio ancora”) scritta per il film Pensavo fosse amore e invece era un calesse (1991).

Se Eduardo De Filippo aveva messo in scena le miserie e nobiltà della sua gente, il bluesman Daniele con la canzone dolce, amara, manifesto Napulè scritta a soli 15 anni, aveva colto le mille contraddizioni della sua città. Perché quella di Pino era una rivoluzione musicale napoletana composta di Africa, Oriente, Sudamerica e blues e anche di sana follia con Je sò pazzo.
Na tazzulella ‘e cafè:

“E nuje tirammo ‘nnanze, cu ‘e dulure ‘e panza... e invece ‘e ce ajutá, ce abbóffano ‘e cafè”.

Quanno chiove:

“E aspiette che chiove, l’acqua te ’nfonne e va, tanto l’aria s’adda cagna’, ma po’ quanno chiove l’acqua te ’nfonne e va tanto l’aria s’adda cagnà”.

Napule è:

“Napule è nu sole amaro, Napule è addore ’e mare, Napule è ’na carta sporca e nisciuno se ne importa e ognuno aspetta a’ ciorta”.

Una Napoli che nessun artista aveva saputo cogliere prima. ”Scrivo canzoni perché non riesco altrimenti a dire quello che sento. Cerco di non scrivere testi, ma poesie d’amore”, aveva dichiarato anni fa durante un’intervista il musicante on the road.
Quasi quarant’anni di meravigliosa carriera iniziata nel ventre di Napoli, che aveva saputo prendere il largo verso i palcoscenici del mondo, citiamo il Festival di Montreux, il Canada, l’Olympia di Parigi, il Festival di Varadero a Cuba e l’Arena di Verona. Le luci dei tanti presepi di Napoli questa mattina sono spente.

“Ho vissuto in questo lavoro momenti belli e voglio continuare a viverli. Non sapendo che cosa vuole la gente io faccio quello che mi sento. Le nuove stagioni non mi fanno paura. Cerco di invecchiare con dignità, senza smettere di combattere, tirando fuori la grinta quando la sento”.

Per chi volesse approfondire l’argomento consigliamo la lettura del volume di Maurizio Macale Pino Daniele. Un uomo in blues. Da Napulè è a Medina (Bastogi Editrice Italiana 2001).

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