Diario di un aspirante suicida di Vincenzo Spinelli

Il dipinto dell’anima di un essere umano tramutato in un diario, dove rabbia, una rabbia urlante, e la rassegnazione dominano le pagine. Ci può però essere ancora una speranza per chi si sente scollato dalla vita stessa?
Vincenzo Spinelli in Diario di un aspirante suicida (Another Coffee Stories, 2023) racconta la storia di Giacomo, un uomo talmente colmo della sua sofferenza che decide di compiere un ultimo tentativo per concretizzare e accettare l’idea di farla finita: scrivere un diario personale.
Se al termine di ogni giorno, per trenta giorni, scriverà la frase: "Voglio morire", allora esaudirà la sua volontà.

Il protagonista, Giacomo, è un uomo profondamente insoddisfatto: ha un lavoro che detesta, dei colleghi superficiali e mediocri con cui è impossibile discutere di argomenti seri; non ha trovato l’amore nella sua vita, si accontenta di squallidi incontri occasionali, ma desidera sinceramente essere amato e amare.
Gli unici strumenti che riescono, almeno per un po’, a placare la sua sofferenza sono l’alcol e la marijuana. Ogni mattina si sveglia come se avesse un macigno sul capo da sopportare per tutto l’arco della giornata. Condurre una vita di questo tipo gli sembra ormai del tutto inutile.
A un certo punto, però, incontra una commessa: Angela, ma riuscirà questa donna a farlo riemergere dall’abisso del suo dolore?

Il Diario di un aspirante suicida non racconta la fine, ma un percorso. Non dà la notizia di un suicidio, ma scava nelle emozioni e nei sentimenti di un uomo che per tutti appare “normale”. Uno di quelli che puoi vedere in una foto sorridente, del quale addirittura pensare: "Beato lui".
Il libro affronta un tema delicato, a volte evitato, ma da sempre presente nella letteratura di quegli autori che, sebbene considerati pessimisti e nichilisti, hanno invece urlato alla vita per farsi disperatamente vedere.
E alla fine ricercare ciò che ogni persona insegue: la felicità.