
Con il patrocinio della Fondazione Sicana e di Sicilbanca, edito da Caracol nel 2024, esce uno splendido volume a doppia firma di Giovanni Fatta e Calogero Vinci su una materia trascurata e quasi inesplorata, intitolato Cuspidi maiolicate nel paesaggio siciliano. Storia, tecnica e arte.
Alla prima presentazione nei giorni scorsi alla Feltrinelli di Palermo, erano presenti, oltre i due autori, la professoressa Paola Barbera dell’Università di Catania. Si tratta di una vera e propria ricerca scientifica e anche un preciso lavoro di catalogazione e di rivalutazione di quello che è un patrimonio artistico e storico, un “unicum” presente in terra di Sicilia quale le cuspidi maiolicate.
Le cuspidi maiolicate, un patrimonio siciliano
Ci si sofferma con attenzione sull’importanza di questo patrimonio dimenticato e trascurato di cui la Sicilia è ricca. La messa alle stampe di questo volume, come ha sottolineato Giuseppe Di Forti (Presidente Fondazione Sicana), ha pertanto non solo una valenza culturale in sé, ma vuole accendere le luci su un patrimonio la cui riscoperta di per sé rappresenta un valore e la cui maggiore diffusione, conoscenza e valorizzazione è doverosa.
Le cuspidi maiolicate costituiscono un elemento del tutto peculiare quale terminazione di alcuni campanili, costruita con mattoni di particolare forma e maiolicati, elemento costruttivo e insieme decorativo solo apparentemente di dettaglio.
Nel prezioso volume parole e immagini si muovono all’unisono, e un apparato iconografico arricchisce il testo sia per quantità che per qualità. Vi sono numerose fotografie ma anche disegni, rilievi ed elementi tecnici, che mettono in rilievo il più piccolo elemento costruttivo. Si passa dal dettaglio al paesaggio, e le immagini hanno un’altra peculiarità, oscillando tra due poli diversi; il sottotitolo significativo parla infatti di “tecnica e arte”. In una visione di insieme, osservando il paesaggio, si ha così modo di muoversi dalla scala del paesaggio a quella del dettaglio, da una dimensione artistica affascinante a un’altra non meno interessante che è quella tecnica, costruttiva e artigianale.
“Cuspidi maiolicate nel paesaggio siciliano”: la ricerca e il censimento artistico


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Il volume è il risultato di una lunga ricerca di quasi venti anni in cui si sono esplorati direttamente quattrocento centri siciliani e il loro territorio, ritrovando più di cento cuspidi maiolicate. Il progetto si proponeva prioritariamente di fare un censimento e di mapparle sul territorio, scoprendo paesaggi diversi alla ricerca di un’architettura cosiddetta minore, espressione dell’energia creatrice collettiva del popolo.
Arrivando sulle Madonie, guardando da lontano, si nota subito l’aspetto di queste cittadine e il loro allineamento secondo le curve delle montagne, animate da un campanile o da una guglia, spesso rivestita da mattoni o scaglie maiolicate dalle tinte verde, giallo o azzurre. Inerpicandosi sui Nebrodi, si ritrovano gli stessi motivi decorativi in cotto e tutto sempre con interessanti effetti policromi che, sotto il sole, si animano di vivaci chiaroscuri.
Il libro è introdotto da due brevi ma esplicative prefazioni di Marco Rosario Nobile e Maria Reginella, uno storico dell’arte e l’altra storica dell’architettura, che leggono il libro in chiave diversa. Si viene a riflettere il lavoro compiuto dai due autori, nella loro sistematica rilevanza anche quantitativa. Si è parlato di mappatura e vi è una mappa della Sicilia in cui è segnato tutto quello che è stato censito. La mappa presenta tre grandi spazi vuoti: l’area del messinese, quella del basso trapanese e quella della Sicilia sud orientale.
Occorre specificare come si parla non delle grandi cupole con le piastrelle maiolicate che si ammirano nei grandi centri storici, né di cupole rivestite di scaglie come nella cattedrale di Palermo, ma si tratta di cuspidi costruite con questo elemento. È una tecnica che si conserva nel tempo nei centri più piccoli, dove è più difficile che il materiale potesse arrivare. È da Caltagirone che partivano le maestranze e qui vi sono le botteghe in possesso delle conoscenze tecniche per porre in essere questa tipologia di architettura costruita per le coperture e per i tetti.
“Cuspidi maiolicate nel paesaggio siciliano”: contenuto del volume
La geografia che queste cuspidi disegnano copre l’Isola, escludendo la costa e concentrandosi su aree apparentemente più marginali e periferiche. Gli autori lo spiegano bene e citando il testo:
A nostro avviso, la lenta diffusione nell’intero vasto territorio siciliano, fa assumere un ruolo maggiore a questi elementi che se guardati isolatamente ed avulsi dal contesto, potrebbe far sentirli modesti nel significato, nelle dimensioni e nella fattura. Ma in quanto parte di un tutto più vasto e quasi del tutto assente nel resto fuori dell’Isola, identificano la tipologia architettonica e costruttiva che riveste al contempo un ruolo iconico e storico, documentario e identitario ancora da definire completamente.
Non è stata possibile dare un’esatta datazione a ciascuna di queste originali strutture, e l’elenco e le schede sono state inserite in ordine alfabetico (da Acate a Vizzini) e non cronologico. Si parte all’incirca dalla fine del Cinquecento arrivando quasi ai giorni nostri, in quanto sostanzialmente si tratta di una tecnica che fino a un passato recente permane immutata. Come scrive Marco Nobile nella sua introduzione al volume, è stata una vera sfida lavorare nei centri storici sulla permanenza e non solo sui grandi mutamenti, e le ragioni di questa permanenza vanno indagate.
Dopo i primi capitoli, si appalesa appieno lo sguardo dell’ingegnere quali sono entrambi gli autori che, dopo avere mostrato questi campanili nel paesaggio e avere condotto il lettore attraverso i documenti che li citano, si soffermano sui materiali.
Si rappresentano e insieme si combinano due poli, come recita il sottotitolo di copertina, avendo scritto appunto gli autori “tra Storia, Tecnica e Arte”. Si forniscono in questo senso moltissime, essenziali e ampie informazioni che rendono sicuramente questo studio un imprescindibile punto di riferimento per coloro che si vogliano occupare da oggi di questo elemento.
Il libro è quasi diviso a metà, dove la seconda parte viene dedicata alla schedatura, ritrovandosi così tutte le cuspidi anche quelle nei luoghi più remoti. Nel titolo si trova non casualmente la parola paesaggio, a cui appartengono le cuspidi, opera di maestranze e operai che hanno collaborato a edificare le strutture maiolicate per la comunità.
Il campanile era percepito come elemento identitario che va quindi tutelato ed è opera meritoria dei due autori averlo ricordato, contribuendo così alla loro conservazione e valorizzazione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Cuspidi maiolicate nel paesaggio siciliano”, un volume su un unicum artistico dell’Isola
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