«Il congiuntivo, questo sconosciuto!»
Tutti abbiamo sentito almeno una volta questa frase, anche solo per ridere e scherzare; o magari, se non l’abbiamo sentita, l’abbiamo pensata, quando ci siamo seduti vicino al borgataro che parla a voce alta in metropolitana o quando, al supermercato, ci siamo trovati di fronte a una coppia stanca e trasandata che trascina il carrello e intanto discute per quello che c’era da metterci dentro. Per non parlare della palestra...
In realtà, però, chi osserva (o, meglio, ascolta) con attenzione quel che succede nella lingua italiana corrente constata tutto un altro fenomeno: i parlanti, anche quelli poco avvertiti e con un basso livello di scolarizzazione, usano sempre più spesso il congiuntivo (forse proprio per paura di non saperlo usare), anche quando non devono, con l’effetto di apparire comunque confusi e impreparati riguardo all’uso di questo modo del verbo che fa il paio con il condizionale.
Gli errori più comuni, infatti, si annidano in quella che i latini chiamavano la consecutio temporum, specie se considerata alla luce del periodo ipotetico ovvero di quel costrutto (fatto di una proposizione principale e di una subordinata) che, appunto, richiedere frequentemente l’uso coordinato e non casuale di un congiuntivo e di un condizionale.
leggi anche
Consecutio temporum: cos’è e come si usa
Cerchiamo, allora di comprendere quali sono le principali differenze tra il congiuntivo e il condizionale e quando si usano.
La concordanza dei verbi nelle proposizioni
Prima di comprendere come si usano congiuntivo e condizionale, ricordare che ogni periodo è di solito composto da una proposizione principale e da una o più proposizioni subordinate. Come avviene anche nella consecutio temporum latina, il modo e il tempo del verbo della proposizione subordinata devono concordare con il modo e il tempo del verbo della proposizione reggente o principale. In linea di massima, trascurando per ora i modi, è necessario rispettare le seguenti regole:
- se nella proposizione principale troviamo un tempo presente o futuro nella proposizione subordinata troveremo un verbo di tempo presente;
- se nella proposizione principale troviamo un tempo di tipo passato nella proposizione subordinata dovrà corrispondere un verbo di tempo passato;
I tempi dei verbi che si considerano come principali (e che quindi si utilizzano per strutturare una proposizione principale) sono:
- il presente, i futuri e il passato prossimo del modo indicativo;
- il presente e il passato del modo congiuntivo;
- il presente del modo condizionale;
- il presente del modo imperativo;
I tempi storici, invece, sono:
- l’imperfetto, il passato e il trapassato prossimo, il passato e il trapassato remoto del modo indicativo;
- l’imperfetto e il trapassato del modo congiuntivo;
- il passato del modo condizionale.
Il passato prossimo dell’indicativo e il passato del congiuntivo possono essere considerati sia tempi principali che tempi storici.
Congiuntivo e condizionale: qual è la differenza?
Altra necessaria premessa è la differenza che intercorre tra i modi dei verbi e i rispettivi tempi. Per coglierla dobbiamo ricordare i che:
- l’indicativo è il modo della realtà e della certezza;
- il congiuntivo è il modo della possibilità, dell’eventualità, dell’irrealtà e, più in generale, del dubbio;
- il condizionale, come spiega il termine indica un’azione o uno stato il cui verificarsi, il cui effettivo accadere è subordinato al verificarsi di un’altra azione o di un altro, ulteriore stato;
Proprio per questo, se il congiuntivo viene utilizzato per esprimere un’azione che indica un evento possibile ma non sicuro, il condizionale sarà, invece, utilizzato per esprimere un’azione incerta che, però, si verificherà sicuramente al configurarsi di una determinata condizione. Ecco un esempio chiarificatore:
Se mi lasciassi andare, arriverei in tempo.
Il fatto che una delle due persone coinvolte nell’azione lasci andare l’altra non è affatto sicuro, per questo si utilizza il congiuntivo per illustrare un dubbio o, meglio, in questo caso, una possibilità, un evento che, comunque, è incerto. D’altra parte, una delle due persone coinvolte nell’azione, se venisse lasciata andare dall’altra arriverebbe sicuramente in tempo: se l’azione incerta si configurasse effettivamente, in altre parole, allora la seconda azione, condizionata (e quindi espressa con verbo declinato al modo condizionale) dalla prima, si configurerebbe necessariamente.
Il congiuntivo e il condizionale, quindi, esprimono condizioni differenti di dubbio e di incertezza: mentre il primo si utilizza generalmente in proposizioni subordinate (introdotte da che, se, perché, affinché) per esprimere dubbi e incertezze, il condizionale si utilizza per indicare eventi e situazioni subordinate al verificarsi di precise condizioni (espresse nello stesso periodo o sottintese nel discorso); in genere il condizionale viene utilizzato nel periodo ipotetico, in una proposizione che segue la proposizione ipotetica vera e propria dove compare la congiunzione se e un verbo al congiuntivo.
Congiuntivo e condizionale: i casi di utilizzo più comuni
Per comprendere meglio la differenza tra congiuntivo e condizionale è opportuno considerare anche i casi più frequenti di utilizzo di questi due modi dei verbi.
Congiuntivo: quando si usa
Tempo dell’incertezza e del dubbio, il congiuntivo esprime anche un fatto presentato come possibile, un’ipotesi, un fatto pensato, desiderato o temuto.
In casi molto rari può essere usato in proposizioni principali (indipendenti), come avviene nei seguenti casi:
- ordine, invito o esortazione (congiuntivo presente), rivolto a una persona con cui si intrattengono rapporti formali. Ad esempio:
Dottore, si accomodi.
- desiderio che si ritiene impossibile o irrealizzabile (con il congiuntivo imperfetto). Ad esempio:
Se avessi un lavoro!
Quasi sempre il congiuntivo è utilizzato in proposizioni subordinate (il congiuntivo deve il suo nome proprio alle congiunzioni che, generalmente, lo introducono). Ad esempio:
- proposizioni dichiarative (dopo il che) quando il verbo della proposizione principale si vuole esprimere un’opinione personale, un desiderio, una preoccupazione, un’attesa, una probabilità, quindi pensieri, sensazioni, sentimenti. Ad esempio:
Penso che Claudio sia partito.
- proposizioni dichiarative (dopo il che) quando il verbo della proposizione principale esprime volontà, bisogno, apprezzamento, preferenza (verbi come: volere, preferire, piacere, dispiacere, aspettare, bisognare, essere possibile/probabile/difficile/necessario). Ad esempio:
Preferisco che tu vada subito dal medico.
- proposizioni ipotetiche (preceduto da se) che esprimono una possibilità. Ad esempio:
Se tu studiassi di più, prenderesti voti migliori.
Anche se la concordanza dei tempi in italiano è meno rigida rispetto alla consecutio temporum latina è importante considerare anche come si utilizzano i tempi dei verbi quando siamo in presenza di una proposizione subordinata associata a una proposizione principale:
Proposizione Principale | Rapporto Temporale | Proposizione Subordinata |
---|---|---|
Indicativo Presente | contemporaneità | Congiuntivo Presente |
Penso che | / | sia bella |
Indicativo Presente | Anteriorità | Congiuntivo Passato |
Penso che | / | da giovane fosse molto bella |
Indicativo Imperfetto o Passato Prossimo | Contemporaneità | Congiuntivo Imperfetto |
Pensavo che | / | tu avessi fame |
Indicativo Imperfetto o Passato Prossimo | Anteriorità | Congiuntivo Trapassato |
Pensavo che | / | tu fossi stato chiamato |
Condizionale: quando si usa
Per quanto riguarda il condizionale, stante la regola generale che è il modo del verbo che indica che un’azione che si configura effettivamente solo se ne avviene un’altra, occorre ricordare anche che:
- Il condizionale presente (una sola parola) si utilizza per esprimere un evento che potrebbe accadere nel presente a condizione che ne accada un altro presente. Ad esempio:
Se studiassi di più, prenderei voti migliori.
- Il condizionale passato (due parole) è utilizzato per indicare un evento che sarebbe accaduto nel passato a condizione che, sempre nel passato, fosse accaduto un altro evento passato
Se avessi studiato di più, avrei preso voti migliori.
Il condizionale può essere usato in proposizioni principali (indipendenti) per esprimere:
- un desiderio. Ad esempio:
Vorrei andare al cinema.
- una richiesta gentile. Ad esempio:
Mi regaleresti un biglietto per il cinema?
Il condizionale si utilizza, invece, nel periodo ipotetico di secondo e terzo tipo, in proposizioni principali affiancate da una proposizione subordinata ipotetica dove compare il congiuntivo. Consideriamo, anche in questo caso le concordanze tra i modi e i tempi dei verbi di entrambe le proposizioni:
Proposizione Subordinata | Rapporto Logico/Temporale | Proposizione Principale |
---|---|---|
Congiuntivo Imperfetto | Possibilità o impossibilità nel presente | Condizionale Presente |
Se tu chiamassi | / | ti verrei a prendere subito |
Congiuntivo Trapassato | Irrealtà o Impossibilità nel passato | Condizionale Passato |
Se tu mi avessi chiamato | / | sarei venuto a prenderti subito |
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Congiuntivo o condizionale: differenza e quando si usano
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Come si scrive? Significato di parole, proverbi e modi di dire
Ciao a me mi è servito
Grazie per il tuo commento. Fa sempre piacere non sentirsi inutili.
Buongiorno, vorrei chiedere un parere su una frase che mi lascia perplesso e quale di queste due forme è davvero corretta:
"Forse la cosa più corretta che ti puoi chiedere, non è il perché ti sto raccontando tutto questo, bensì il perché sei disposto ad ascoltarlo." OPPURE
"Forse la cosa più corretta che ti puoi chiedere, non è il perché io ti stia raccontando tutto questo, bensì il perché sei disposto ad ascoltarlo.
Grazie mille per la disponibilità!
Si dice "penso che i genitori dovrebbero parlare con i loro figli "o "penso che i genitori debbano parlare con i loro figli"
In questa frase si usa il congiuntivo o il condizionale
Si può dire...non so sulla base di cosa tu potessi arrivare a pensare male di me
L’ ho trovato utilissimo anche grazie al fatto che e’ spiegato molto bene.
E’ piu corretto dire
Voi vorreste che lei torni a casa? oppure
Voi vorreste che lei tornasse a casa?
Mi sorge un dubbio
È corretto dire: Pensa se zio Alfonso e zia Rosa si esprimerebbero con questo linguaggio
Oppure la forma corretta è : Pensa se zio Alfonso e zia Rosa si esprimessero con questo linguaggio
Grazie per la risposta
Mi sorge un dubbio: quale è corretta
Pensa se zio Alfonso e zia Rosa si esprimerebbero con quel linguaggio
Oppure
Pensa se zio Alfonso e zia Rosa si esprimessero con quel linguaggio
Grazie per la risposta
Salve,
secondo te è corretto dire:
una persona che volesse andare a cinema cosa dovrebbe fare?
oppure
una persona che vorrebbe andare a cinema cosa dovrebbe fare?
Io ho le idee abbastanza chiare e per me è corretta la prima, ma ho una disputa in corso.
Ti sarei grato se mi potessi dare delle delucidazioni in merito.
Grazie
Ciao a tutti. Ho letto con attenzione il testo sull’uso del congiuntivo e del condizionale. Sono brasiliano e vorrei chiarire un dubbio che mi è venuto dopo di leggere in un manuale de lingua itlaiana la seguente frase, tratta da un dialogo:
"Penso che tu e il tuo amico potreste fare qualcosa."
Vedete che dopo ’penso che’ compare un condizionale.
Avrei messo "penso che tu e il tuo amico possiate fare qualcosa." oppure "Secondo me tu e il tuo amico potreste fare qualcosa."
Per noi non italiani imparare il congiuntivo non è tanto difficile però i libri martellano moltisismo sulla battuta "dopo ’penso che’, congiuntivo"!
Potreste aiutarmi? È possibile una frase come quella del manuale?
Grazie di cuore!
... da giovane fosse molto bella - non è congiuntivo passato, ma congiuntivo imperfetto.
Il congiuntivo passato è "sia stata".