Nella luce radente dell’alba del 24 gennaio 1920 moriva a Parigi Amedeo Modigliani, il pittore dell’anima. Si spegneva a soli trentacinque anni all’Hôpital de la Charité, sconfitto dalla tubercolosi che da mesi minava il suo già gracile fisico.
I pochi mezzi economici impedirono a Modigliani di ricevere le cure necessarie: alcuni giorni prima era stato ritrovato delirante nel suo letto, in preda a una meningite tubercolotica. Nel delirio si aggrappava all’amata Jeanne, incinta del loro secondo figlio. Il medico accorse chiamato dai vicini, ma fu subito chiaro che ormai non c’era niente da fare. Amedeo Modigliani fu trasportato all’Hôpital de la Charité, insieme ai reietti, ai disperati, ai moribondi, a coloro cui la vita ha negato persino l’ultima carezza della pietà.
Lo chiamavano Modì, una storpiatura all’italiana del francese “Maudit”, maledetto, per sottolineare la sua vita dedita all’eccesso: gli amici erano certi di trovarlo la sera nei locali di Montparnasse a bere l’assenzio. Non era un volgare ubriacone o un disperato, per lui il vino era un mezzo per mantenere vivo l’anelito dell’arte. Conduceva una vita sregolata: pittore autodidatta “visse d’arte e d’amore”, un’esistenza di miseria e divertimenti sfrenati.
In una lettera inviata alla poetessa russa Anna Achmatova, Modì lo pregava di ricordarlo: si definiva misconosciuto, povero, sans argent. Diceva di mangiare poco e di nutrirsi della pioggia mattutina, infine pregava di essere ricordato come un vagabondo per le strade di Parigi:
Ricordami errabondo notturno per i viali di Parigi, mentre mi attardavo sotto le finestre dov’eri, insieme alla mia ombra.
Oggi leggendo queste parole ci pare di rivederlo, un uomo che vaga nell’ombra della notte argentata di Parigi nutrendosi di pittura e di desideri, di sogni.
Pochi anni prima di morire, nel 1918, avrebbe conosciuto colei che sarebbe diventata la sua musa ispiratrice: Jeanne Hébuterne, l’unica donna di cui dipinse gli occhi. Una frase celebre di Modigliani recita: “Quando conoscerò la tua anima dipingerò i tuoi occhi” e il tratto distintivo dell’arte del pittore sono proprio i quadri che ritraggono donne dai lunghi colli affusolati come quelli dei cigni, il profilo quasi siamese e gli occhi a mandorla rovesciati all’interno, quasi privi di pupille.
Sono quei quadri che hanno forgiato il mito di Modigliani, la sua leggenda, che hanno incarnato l’ideale romantico dell’artista e, al contempo, la sua maledizione.
Jeanne Hébuterne, la donna da lui amata, non gli sopravvisse a lungo. Poche ore dopo la morte di Modì, Jeanne - “Noix de coco” come la soprannominavano gli amici - si tolse la vita al nono mese di gravidanza. Il bambino che portava in grembo non vide mai la luce. La morte di Modigliani fu anche quella di Jeanne: l’artista moriva e la sua musa con lui, lasciavano una figlia piccola che portava lo stesso nome della madre, Jeanne. Ora sono sepolti l’uno accanto all’altro al cimitero Pére Lachaise di Parigi.
Le lettere di Amedeo Modigliani
Link affiliato
Amedeo Modigliani, Modì, se ne andava nell’alba nebbiosa di un gennaio parigino, lasciandoci il mistero della sua creazione artistica che ancora sembra interrogarci. Quegli occhi senza pupille ci scrutano e ci affascinano perché sembrano riverberare tutta l’inquietudine di un’anima mai davvero domata: conosciamo Modigliani attraverso i suoi quadri e non nelle poche immagini in bianco e nero che lo ritraggono sbarazzino come un marinaio. Guardiamo le donne dai colli affusolati e gli occhi vuoti ed, ecco, esclamiamo “È Modigliani”. Eppure, forse, dovremmo ritrovarlo davvero nell’unico quadro di cui abbia dipinto lo sguardo, la fisionomia completa: un quadro senza mistero, proprio per questo meno celebre, ma che conserva gli occhi di Jeanne. E quegli occhi sono blu.
Ritroviamo Modigliani anche nelle lettere che disegnano il ritratto più autentico dell’uomo, oltre che dell’artista. In queste parole vibra l’intensa spiritualità del “pittore dell’anima”, che aveva uno sguardo poetico, capace di posarsi sulle cose trapassandole, vedendo oltre la superficie. Quegli occhi rovesciati, senza pupille, in fondo ci insegnano questo: a vedere oltre, ed è proprio questo mistero la chiave dell’arte.
Nelle Lettere di Modigliani, troviamo le lunghe confidenze all’amico Oscar Ghiglia, le corrispondenze con il suo mecenate parigino Paul Alexandr, le lettere inviate alla madre, i messaggi inviati al mercante Zborowski. Asciutto, disinibito, poetico, il linguaggio di Amedeo Modigliani ricorda al contempo quello di un poeta (lo slancio del superuomo d’annunziano) e quello di un filosofo (il nichilismo di Nietzsche). Le sue parole sono sfuggenti, come i suoi quadri, e ci restituiscono intatto il suo mistero: la bellezza di un’arte che nessuno ha mai veramente compreso, ma che nessuno si è mai stancato di indagare.
Le più belle frasi di Amedeo Modigliani
- Quando conoscerò la tua anima dipingerò i tuoi occhi.
- Perché scrivere mentre si sente? Sono tutte evoluzioni necessarie attraverso le quali dobbiamo passare e che non hanno importanza altro che per il fine a cui conducono.
- La felicità è un angelo dal volto serio.
- La vita è un dono: dai pochi ai molti: di coloro che sanno o che hanno a coloro che non sanno o che non hanno.
- Sono lo stesso strumento delle potenti forze che nascono e muoiono in me.
- Non domandatemi come sono, né chiedetemi che io rimanga invariato.
- Il futuro dell’arte si trova nel viso di una donna.
- lo vorrei invece che la mia vita fosse come un fiume ricco di abbondanza che scorresse con gioia sulla terra.
- La funzione dell’arte è di combattere contro le imposizioni.
- L’abitudine della contemplazione della campagna e della natura alpina segnerà, credo, uno dei più forti cambiamenti del mio spirito.
- Nella bellezza classica del paesaggio è (per me) un sentimento per me onnipresente e indefinibile di sensualità. Un fiore smagliante e venefico che sorga sul mare. Basta la poesia.
- Non ti esaurire, abituati a mettere i tuoi bisogni estetici al di sopra dei doveri degli uomini.
- Ogni grande opera d’arte varrebbe considerata come qualunque altra opera della natura. Prima di tutto nella sua realtà estetica e poi al di fuori del suo sviluppo e del mistero della sua creazione, di ciò che ha agitato e commosso il suo creatore.
- L’uomo è un mondo che a volte vale i mondi interi.
- La Bellezza ha anche dei doveri dolorosi: creano però i più belli sforzi dell’anima.
- Abbi il culto sacro (io lo dico per te... e per me) per tutto ciò che può esaltare ed eccitare la tua intelligenza.
- Gli altri mondi erano il nostro rifugio. Che c’importa di questa terra, della Russia o di Parigi, delle città che ci costringono ma non ci comprendono. (Lettera alla poetessa Anna Achmatova).
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Amedeo Modigliani: le frasi più belle del pittore dell’anima
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Aforismi e frasi celebri Amedeo Modigliani
Lascia il tuo commento