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Coccinella: perché si dice porti fortuna?

Le coccinelle sono tra i portafortuna più gettonati: trasformate in gadget e oggetti da regalare sono di buon auspicio per chiunque abbia la fortuna di averne qualcuna accanto. Scopriamo insieme il perché.

Genny Di Filippo
Genny Di Filippo Pubblicato il 14-03-2018

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Coccinella: perché si dice porti fortuna?

Quella della coccinella che porta fortuna è una credenza tutt’altro che locale: sembrerebbe, infatti, che in tante parti del mondo trovare sulla propria maglia una coccinella o riceverne una in regalo sia di buon auspicio.

La leggenda ha radici antiche e si è diffusa principalmente in Europa. In tanti però si chiedono: "perché si dice che le coccinelle portino fortuna? Come nasce questa credenza e soprattutto quando?"

Proviamo a rispondere ai più curiosi e a tutti coloro che vogliono sapere qualcosa in più sul mondo di questi animali dall’aspetto grazioso e simpatico.

Da dove nasce il connubio coccinelle e fortuna

Le coccinelle, considerate messaggere della fortuna, sono insetti tutt’altro che brutti da vedere e proprio questo è uno dei primi punti a loro favore. Godere di una buona reputazione, soprattutto nel mondo degli insetti, non è così facile.

Sicuramente, però, colore rosso e puntini neri fanno della coccinella un simpatico insetto tanto da rendere l’incontro con quest’ultima un vero e proprio privilegio.

Ripercorrendo un po’ la storia di questa amica della natura possiamo dire che lo stesso nome "coccinella" deriva dal latino "coccineus" che significa "scarlatto": il rosso nelle sue tonalità, come sappiamo, è il colore che indica positività, forza, passione, fortuna, coraggio e tutto ciò che è equiparabile a qualcosa di vitale.

I suoi ambienti preferiti sono i campi, le zone agricole, i giardini ricchi di verde così come i parchi cittadini. L’inverno, infatti, la coccinella predilige spazi aperti collocati principalmente a sud, così da beneficiare di un numero di ore di luce maggiore.

Se il colore è, quindi, una delle caratteristiche principali nel sancire lo sposalizio tra coccinella e fortuna, un secondo aspetto da considerare è quello legato alla cultura stessa.

L’insetto a pois rosso e nero, infatti, è strettamente legato ad una dea nordica simbolo di fertilità di nome Freyja e anche alla Madonna. Proprio quest’ultima, infatti, nel Medioevo veniva vestita di un mantello rosso e i sette puntini, tipici della specie di coccinella più comune, rappresentavano rispettivamente le sette gioie e i sette dolori.

Coccinella e fortuna nelle diverse lingue e culture

A conferma di quanto detto, in Toscana e zone limitrofe, per indicare le coccinelle si usa anche la parola "marioline" o "gallinelle di Dio". Allo stesso tempo non è inusuale che le diverse declinazioni linguistiche della parola coccinella si riferiscano a "insetto o uccellino di Maria".

Anche fuori dall’Italia, come anticipato in precedenza, vi è la credenza che la coccinella porti fortuna: in ebraico, ad esempio, quest’ultima viene chiamata "piccolo cavallo di Mosè" o anche "piccolo messia", mentre in Turchia la traduzione ha esattamente il significato di "insetto porta fortuna".

In Inghilterra, invece, si usa "ladybird" o "ladybug" per indicare "uccellino o insetto ella donna", mentre in russo "God’s cow" è la "femmina del Signore". Infine in Finlandia è viva la tradizione che riconduce la coccinella alla benevolenza religiosa: "marienvoglein", ovvero "insetto di Maria", ha sostituito "freyuhaena" in onore della già citata Freya, dea dell’abbondanza riconosciuta nella mitologia scandinava.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Coccinella: perché si dice porti fortuna?

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