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Come si scrive?

Province o provincie: come si scrive?

Province o provincie: come si scrive il plurale delle parole che terminano in -cia e -gia e che ruolo hanno la vocale o la consonante che le precedono?

Simone Casavecchia
Simone Casavecchia Pubblicato il 25-09-2017

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Province o provincie: come si scrive?

Province o provincie come si scrive il plurale della parola provincia e qual è la regola che ci permette di comprendere come comportarci in questo caso e in casi simili, dove il dubbio ricorre spesso?
Si tratta, in particolare delle parole (singolari) che terminano in -cia e -gia, una questione annosa, che può diventare talvolta complicata dal momento che, pur essendoci una regola che ci consente di dirimere i nostri dubbi, questa stessa regola è soggetta a frequenti eccezioni e casi particolari che vanno a complicare una questione apparentemente semplice e che ci confondono parecchio le idee quando ci chiediamo se si scrive province o provincie.
Intanto, però, fughiamo ogni possibile dubbio: la grafia corretta è province mentre la parola provincie è, in ogni caso, da considerarsi errata.

Province o provincie: come si scrive

Errata, però, almeno in questo caso non significa grammaticalmente sbagliata quanto, piuttosto, caduta in disuso. Se ci prendessimo la briga di consultare la prima versione della Costituzione della Repubblica Italiana, infatti, troveremo scritto provincie e non province; il motivo alla base di questa differenza era squisitamente etimologico: come nel caso di sufficiente, anche la parola provincia e il suo plurale derivano dal latino e fino a qualche decennio fa si tendeva a ossequiare la lingua madre mantenendo, appunto, la i al plurale.
Già negli anni Settanta, però, alcuni illustri linguisti, come Aldo Gabrielli (1898-1978), pubblicarono una serie di regole per dipanare la questione del plurale delle parole in -cia e -gia. Venne allora stabilità il principio seguente: se il gruppo, non accentato, -cia/-gia è preceduto da una vocale il plurale mantiene la i, come avviene, ad esempio nei casi seguenti:

  • ciliegia/ciliegie;
  • ferocia/ ferocie;

mentre, invece, se il gruppo, non accentato, -cia/-gia è preceduto da consonante, allora al plurale la parola perde la i che era presente al singolare, come avviene, ad esempio in:

  • pronuncia/pronunce;
  • provincia/province;

Al netto di etimologie e oscillazioni idiosincratiche è invalso l’uso di questa regola anche se, comunque, non bisogna stupirsi delle vistose eccezioni che troviamo non solo nelle pagine di ottimi scrittori (che vanno a preferire una forma desueta proprio per una questione di mero gusto o perché la ritengono più calzante a un determinato contesto) ma anche nella toponomastica romana: se siete pratici della Capitale, saprete bene che, vicino a Piazza Bologna, c’è Viale delle Provincie e non Viale delle Province.

Si scrive province: ecco (un altro) perché

Al di là della regola della consonante o della vocale che precede il gruppo linguistico -cia/-gia quando costituisce la desinenza di una parola di cui vogliamo conoscere il plurale, nel corso degli anni è stata esplicitata anche un’altra regola per capire se si scrive province o provincie, un approccio tonico che, quindi, considera l’accento della singola parola.
In base a questa seconda regola, se l’accento, nella parola al singolare, cade proprio su quella i allora il plurale conserverà quella i, altrimenti, se l’accento cade su un’altra vocale, il plurale di quella stessa parola sarà privo della i. Per questo abbiamo:

  • psicologia/psicologie
  • nostalgia/nostalgie

e, di contro:

  • pioggia/piogge
  • provincia/province

Plurali difficili: come comportarsi

Per dirimere i più frequenti casi di plurali delle parole terminanti in -cia e -gia è opportuno considerare un utile strumento operativo tratto da “Il salvaitaliano” (Sperling & Kupfer, 2000) uno strumento molto utile, anche se ormai un po’ datato, realizzato da due tra i più accreditati linguisti italiani viventi, Giuseppe Patota e Valeria Della Valle. Si tratta di una semplice tabella che aiuta a comprendere come si scrivono i plurali delle parole terminanti in -cia e -gia e, quindi, di capire anche se si scrive province o provincie.

Singolare Plurale
l’acacia le acacie
l’audacia le audacie
la camicia le camicie
la ciliegia le ciliegie
la fiducia le fiducie
grigia grigie
malvagia malvagie
la socia le socie
sudicia sudicie
la valigia le valigie
Nomi e aggettivi in -cia e -gia che perdono la i al plurale
l’arancia le arance
la bertuccia le bertucce
la bilancia le bilance
la bisaccia le bisacce
la boccia le bocce
la buccia le bucce
la caccia le cacce
la chioccia le chiocce
la cuccia le cucce
la doccia le docce
la faccia le facce
la fettuccia le fettucce
la focaccia le focacce
la foggia le fogge
la frangia le frange
la freccia le frecce
la goccia le gocce
la guancia le guance
la lancia le lance
la loggia le logge
malconcia malconce
la mancia le mance
massiccia massicce
la minaccia le minacce
l’oncia le once
l’orgia le orge
la pancia le pance
la pelliccia le pellicce
la pioggia le piogge
la pronuncia le pronunce
la provincia le province
la puleggia le pulegge
la quercia le querce
la rinuncia le rinunce
la roccia le rocce
la saccoccia le saccocce
la salsiccia le salsicce
la scaramuccia le scaramucce
la scheggia le schegge
sconcia sconce
selvaggia selvagge
la spiaggia le spiagge
la torcia le torce
la traccia le tracce
la treccia le trecce
Nomi e gli aggettivi che finiscono in -accia, -iccia, -occia, -uccia (che perdono la i al plurale)
cosuccia cosucce
grassoccia grassocce
mangereccia mangerecce
parolaccia parolacce
rossiccia rossicce
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Province o provincie: come si scrive?

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