Manuale di antropologia
- Autore: Michela Zucca
- Categoria: Saggistica
Durante i miei studi filosofici mi sono appassionata all’antropologia e devo confessare che libri come questo hanno notevolmente aperto i miei orizzonti mentali.
Il libro è un saggio scritto da Michela Zucca, un’antropologa italiana che ha anche svolto il suo "lavoro di campo" presso gli sciamani dell’Amazzonia.
Il libro è un manuale che ha il fine di spiegare cos’è l’antropologia e lo fa in una maniera semplice e discorsiva, adatta ad un vasto pubblico.
Nella premessa al libro viene data una definizione di antropologia, descritta come
"la scienza che studia l’uomo sotto diversi punti di vista: sociale, culturale, morfologico, psico-evolutivo, artistico-espressivo, filosofico-religioso, e in genere dei suoi comportamenti all’interno della società."
Avvicinarsi all’antropologia è importante, perché lo studio della materia spalanca le porte alla conoscenza dell’uomo, della sua evoluzione, del suo rapporto con i simili e con l’ambiente.
Come si legge nella quarta di copertina del libro:
"L’universale non esiste, ciò che è valido per un’epoca storica e una cultura non si ripete in altre occasioni".
Il libro descrive la nascita dell’antropologia, gli autori più importanti, come Frazer che ha scritto "Il ramo d’oro", ed espone le tecniche d’osservazione con le quali l’antropologo effettua un "lavoro di campo".
Un aspetto importante del libro è la spiegazione della differenza fra magia e religione che, al contrario di quello che si potrebbe semplicisticamente credere, non è così netta.
Afferma, infatti, l’autrice:
"In realtà la distinzione è molto più fluida, in quanto esiste una parte di magico anche nel cristianesimo... La stessa messa cattolica è un rito magico, dal vino trasformato in sangue, dal pane che si fa carne..."
Il libro descrive anche il motivo per cui le persone, nonostante lo sviluppo della scienza, si rivolgono ai maghi. Questo tema, di stretta attualità, è affrontato nel paragrafo intitolato "L’inganno consapevole: i maghi"
L’autrice esorta a non guardare con superiorità o con ironia chi si rivolge ai maghi, ed invita il lettore a tentare di capire perché il fenomeno, tuttora molto radicato nella nostra società, avvenga.
Questo diverso approccio insegna a rispettare l’altro anche con le sue debolezze, perché fare delle fragilità altrui un oggetto di scherno di certo non ci aiuta a capire gli esseri umani che vivono intorno a noi.
"Così si scopre che l’altro, in fondo, è sempre comunque una figura possibile di noi stessi, così come noi lo siamo di lui"
Questa è una delle tante belle frasi del libro che mi hanno indotto a leggerlo e consigliarlo.
Manuale di Antropologia
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