La Spagna dei legionari
- Autore: Tullio Rispoli
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
Subito dopo l’incendio della Cattedrale parigina di Notre-Dame, scoppiato il 15 aprile 2019, molti progressisti si sono riversati sui social network per esprimere la loro gioia nel veder bruciare una chiesa. Le frasi mostruose partorite in quell’occasione da certe menti malate sono l’ennesima dimostrazione di quanto sia disumana l’ideologia che pare governare la nostra epoca sciagurata.
Ma non si tratta certo di fatti nuovi, e nella storia contemporanea l’odio anticattolico dei progressisti si è concretizzato più volte anche in stragi e persecuzioni, basti pensare, ad esempio, alla guerra civile spagnola e alle atrocità commesse dai ‘rossi’. Eccone una triste testimonianza:
"Naturalmente insieme colle pie case va distrutto un patrimonio insostituibile: quadri, sculture, raccolte scientifiche, biblioteche, libri rari ed esemplari unici. Né basta. Gli istinti sanguinari e distruttivi dei rossi si proiettano anche nell’oltretomba, con furori satanici e macabri. A Malaga abbiamo visto il fanatismo di cotesti invasati, fino a scoperchiare le tombe per esporre i miseri avanzi al ludibrio ed allo scempio dei loro “compagni”. Non diversamente è stato operato nel ’34 per le suore di Oviedo, morte e seppellite da decenni. I poveri scheletri vennero trascinati sulle scale del Duomo ed esposti alla pubblica gazzarra. Né a dire che i dirigenti smentiscano o respingano tali gesti insani. È l’unico esercito al mondo, accozzaglia di criminali e di rifiuti sociali, che ha nelle sue fila drappelli di incendiari e dinamitardi specializzati".
Queste parole le ha scritte Tullio Rispoli (1899-1974), legionario fiumano ed esperto giurista, nel suo libro La Spagna dei legionari pubblicato per la prima volta nel 1942 e riedito nel 2019 da Solfanelli. Riproposto in questa nuova veste, il volume costituisce un resoconto molto avvincente della guerra di Spagna, il cui acquisto è consigliabile a ogni appassionato dell’argomento in questione.
Napoletano, coraggioso e giunto ormai in età matura, Rispoli partì per la Cruzada imitando l’esempio di tanti suoi compaesani, egli non era certo un fascista della prima ora, ma le disgustose nefandezze dei nemici della Religione fecero sorgere in lui un convinto anticomunismo. Sin dalla prima pagina, questo diario di guerra documenta le bestialità che i cattolici iberici sopportarono con eroismo.
Nel gennaio del 1937 Cadice era una città segnata da ferite ancora aperte:
"I luoghi di culto e le sedi delle Autorità portano i segni della fucileria. La guerra chiama ed impreca con invocazioni tremende. Poco fuori la Puerta del Sol v’è una chiesa con tracce di bivacchi e scritte oscene. Il suo ingresso è ostruito da un muro screpolato: lì fucilavano i cattolici".
È un volume prezioso e ricco di dettagli questa nuova edizione dell’opera, revisionata e commentata con utili note. Lo scrittore dipinge con perizia i paesaggi spagnoli e la durezza del conflitto, combattuto con tenacia e con l’impiego di ogni risorsa disponibile. L’impianto dello scritto ci suggerisce che il testo, denso di riflessioni colte, fosse stato pensato sin da principio per essere divulgato.
Nei suoi racconti, il soldato partenopeo descrive la convivenza di due milizie diverse. Pare di essere lì con lui quando vede attorno a sé i carlisti dal basco rosso e i falangisti con la camicia azzurra. Tra gli italiani, invece, ci sono reduci con alle spalle esperienze belliche differenti, c’è chi è stato in Africa Orientale, vi sono i vecchi squadristi e i veterani della prima guerra mondiale.
Tuttavia, mentre il fronte avversario è diviso da insanabili scontri interni, secondo l’autore, la falange e le milizie carliste sembrano aver deciso di dimenticare (almeno temporaneamente) ogni divergenza, per portare a termine la loro missione patriottica.
Rispoli pare sinceramente colpito dai tradizionalisti dal basco scarlatto:
"Tutta la Spagna nazionale considera la Navarra come [la] culla della riscossa antibolscevica e queste boine rosse come la migliore espressione dei vecchi sentimenti tradizionalisti".
Tali principi sono riassunti nella formula "Dios, Patria, Fueros y Rey", che ha un preciso significato morale: la figura del monarca, servitore della dottrina, è subordinata ai dettami di Dio, al bene della Patria e alle storiche autonomie regionali. Formalmente, il falangista e il requeté carlista si fusero, ma i tradizionalisti più avveduti conoscevano già le problematiche di questa unione: ieri come oggi i carlisti sono antimarxisti, antiliberali, antisecessionisti e antirepubblicani, ma anche antinazionalisti e anticentralisti, nonché contrari a ogni forma di totalitarismo.
"Quando al vecchio Requeté della Navarra, il giovane Falangista della Andalucía rimproverava “Voi volete vivere come gli uomini del passato! Voi portate dunque nel nostro programma il germe di nuove dissoluzioni!” Quello rispondeva: “No, noi vogliamo vivere come i nostri grandi del passato vivrebbero oggi!”."
Una volta riportato l’ordine, le due realtà non potevano che venirsi a scontrare, e infatti fu così. Ma l’unione delle forze riuscì almeno a fermare l’antitradizione più brutale.
In appendice al libro è trascritto il radiomessaggio di Sua Santità Pio XII, che ricordò ai fedeli che Iddio aveva tollerato la crescita delle forze dissolvitrici per dare al mondo un esempio di come la persecuzione religiosa, offendendo la giustizia e la carità, che sono l’amore di Dio, possa trascinare l’umanità negli abissi della violenza e della distruzione.
La Spagna dei legionari è una lettura che appassiona quanto un buon romanzo e c’è da augurarsi che riesca a emozionare anche gli uomini che vivono nei desolati tempi presenti, tempi in cui ogni giorno si sussegue sempre peggiore del precedente, privo di eroi e di luce.
La Spagna dei legionari
Amazon.it: 15,20 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La Spagna dei legionari
Lascia il tuo commento