
Il poeta Luca Caddeo ci presenta personalmente il Suo libro di poesie "Le poesie di Atteone", pubblicato ad Ottobre 2010 dalla casa editrice La Riflessione. Ecco quella che dichiara essere “un’autorecensione dell’irrecensibile”...
Può sembrare poco elegante scrivere del proprio libro. Ma, essendo un autore esordiente, è probabile che non ne scrivano in tanti. Così, lasciando da parte la mia tendenza introspettiva, che spesso mal si coniuga con la promozione di sé e delle proprie estrinsecazioni, dico quel che posso sulle poesie raccolte dal mio virtuale terreno: www. lucidicieli.blogspot.com. Quel che posso, perché, se di poesia si tratta (e non è scontato che sia convinto di avere tale impudica presunzione) è già un paradosso raccontarla.
- Come è strutturato il tuo libro?
Il mio libro che s’intitola Le poesie di Atteone, oltre a un’introduzione e a una biografia "romanzata", si compone di 46 poesie, la maggior parte delle quali abbellite dalle immagini (foto e dipinti) di Michele Zucca, Gianluca Melis, Paolo Caddeo, Marco Caddeo e Ilaria Diana.
- Da dove deriva il titolo che hai scelto?
Nell’esegesi di Giordano Bruno, Atteone è il simbolo della conoscenza intuitiva che, diversamente da quella logico-deduttiva, si fonda sulla compenetrazione del soggetto conoscente con l’oggetto conosciuto. La poesia è la più nobile modalità dell’intuizione e ha la metafisica qualità di penetrare nelle parole smembrandole per ricostruire nel suono l’anticamera empatica che introduce alla immedesimazione col misterico senso del mondo. L’essenza delle cose, in opposizione a una tradizione consolidata, ama la contraddizione e si nutre di riflessi e conflitti. Attraverso un’invocazione delle Muse che sono sentite come presenze propiziatrici, le parole sono figurazione dell’ambiguo e travagliato percorso in cui il nulla è simbolico modo dell’essere. L’ossimoro del sentimento amoroso scava abissi primordiali preparando l’entusiasta a farsi riempire da dèi sconosciuti e voluttuosi che sublimano la loro energia nella grazia amorale del verbo. In un gioco di forme e rifrazioni, di colori e di suoni riecheggia l’angosciante, eppure essenziale, interrogativo sull’uomo, sulla sua esistenza, sul suo oscuro, incomputabile perché. Concludo questa improbabile recensione dell’irrecensibile con un breve frammento di libro, vi ringrazio e vi saluto:
Buchi nel nulla
I buchi nel Nulla / non sanno di Tempo / né di foglie che cadono al Fiume / e da Morte arraffano malìa. / Sono spacchi di arancio nel serale ronzio. / Nella polpa dei tuoi occhi bagnati / sono pozzi di stanziale attesa / e boccioli di ozio eterno / ditirambi aggraziati sui pori del Divenuto, / del mio nulla i buchi /
sono te prima del Dopo.

Le poesie di Atteone
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